I "dust devils" stanno diventando sempre più frequenti in Europa e Italia: colpa del cambiamento climatico?
Negli ultimi anni sempre più spesso sul territorio europeo, inclusa l’Italia, abbiamo assistito allo sviluppo dei famosi “dust devil”, meglio conosciuti in italiano come i “diavoli di polvere”. Si tratta di fenomeni meteorologici molto affascinanti, ma tipici dei territori desertici e molto secchi.
Negli ultimi anni sempre più spesso sul territorio europeo, inclusa l’Italia, abbiamo assistito allo sviluppo dei famosi “dust devil”, meglio conosciuti in italiano come i “diavoli di polvere”. Si tratta di fenomeni meteorologici molto affascinanti, ma tipici dei territori desertici e molto secchi. Si possono sviluppare in tutte le aree desertiche del nostro pianeta.
La loro forma richiama molto quella delle comuni trombe d’aria, tuttavia le dimensioni sono molto più piccole e l’altezza del cono di sabbia e polvere non si eleva oltre i 300-500 metri di altezza. La pecularietà di questo strano e bizzarro fenomeno atmosferico sta nel fatto che la sua formazione di solito avviene in condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso.
Cosa sono i dust devil?
Il cono difatti non è collegato ad alcun cumulo o cumulonembo, le uniche nubi capaci di produrre fenomeni vorticosi. La sua formazione è causata da un forte surriscaldamento della superficie di un suolo secco, caldo e pieno di polvere che, in presenza di una piccolissima depressione sovrastante, determinata dall’intenso riscaldamento del suolo, genera un mulinello di aria che può crescere in dimensioni e in potenza, sollevandosi verso l’alto, per diverse decine di metri di altezza.
L’aria surriscaldata, essendo meno densa, tende ad ascendere verso l’alto aspirando al contempo altre masse d’aria dall’ambiente circostante che vanno ad ampliare il vortice, rendendolo sempre più grosso e alto.
L’afflusso di aria relativamente calda dalle aree circostanti mantiene in equilibrio il vortice e lo amplia ulteriormente, tanto che durante la sua corsa il “dust devil” è in grado di raccogliere e aspirare sabbia, polvere, pulviscolo e altri piccoli oggetti dall’ambiente circostante al suo passaggio.
Come muore il diavolo di polvere?
Quando il vortice arriva sopra una superficie relativamente più fredda, come un prato o un’area in grado di schermarlo, esso perderà buona parte dell’energia che l’ha originato, non avendo più a disposizione nuova aria calda che rialimenta il mulinello.
L’equilibrio si rompe e ciò comporta la morte e il definitivo dissipamento del piccolo vortice. I “dust devil” sono molto frequenti durante la stagione calda in tutte le grandi aree desertiche del pianeta, dal Sahara, ai deserti della Giordania, Siria, Iraq, Arabia Saudita e Kuwait, fino al deserto del Gobi o in quelli dell’entroterra australiano.
“Dust Devil” molto imponenti sono comuni, durante il periodo estivo, lungo i grandi deserti interni del sud-ovest degli USA, fra gli stati del Nevada, California, Arizona e ovest del Texas, dove molto spesso questi vortici di polvere e detriti possono raggiungere i 550-600 metri di altezza nei casi clou, causando non pochi disagi per persone e cose.
I casi più eclatanti
Il 14 settembre del 2000, un possente “dust devil” colpi l’area fieristica della contea di Cocconino a Flagstaff, in Arizona, cagionando molti danni sia alle strutture delle tende, stand e bancarelle montate per la fiera, che agli impianti fissi. Alcune persone furono contuse anche se non in modo grave.
In base ai danni provocati si stima che i venti abbiano raggiunto la velocità di 110-120 km/h, equivalente a quella di un tornado di categoria EF0. “Diavoli di polvere” di enormi dimensioni sono comuni e frequenti anche sulle superfici desertiche di Marte.
La loro formazione è analoga a quella dei loro cugini terrestri. Nel corso degli ultimi due decenni varie sonde e rover sono riuscite a filmare il passaggio di questi vortici sopra le desolate lande marziane.
I diavoli di polvere registrati in Italia
Anche in Italia questi fenomeni possono colpire le spiagge e le aree di campagna spoglie di vegetazioni, specie durante il periodo estivo. Tra i casi più importanti le cronache parlano di un sospetto caso di “dust devil” avvenuto sulla costa trapanese nel settembre del 2006, con ingenti danni in alcuni stabilimenti balneari.
Altri episodi sospetti, ma non del tutto confermati come “dust devil”, negli ultimi anni sarebbero avvenuti lungo i litorali di Abruzzo, Lazio, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, cagionando non pochi danni a stabilimenti balneari e lidi.
Il fenomeno è destinato a divenire più frequente a causa del cambiamento climatico?
Negli ultimi anni la frequenza e l’intensità di questi particolari fenomeni atmosferici, non certo molto comuni alle nostre latitudini, pare sia aumentata in maniera anche esponenziale.
Con maggiore frequenza, durante l’estate, i diavoli di polvere vengono avvistati sulle pianure europee, fino alla Russia. Fino a quando investono campi coltivati passano inosservati. Ma quando finiscono su aree urbanizzate nascono i problemi.
Molto probabilmente l’aumento della frequenza di questi fenomeni atmosferici potrebbe essere imputabile al notevole incremento delle temperature medie e alla sempre maggiore irruenza e persistenza delle ondate di calore sul vecchio continente. Il maggior apporto di calore non fa altro che agevolare le condizioni meteorologiche ideali per la loro formazione. Una delle tante conseguenze inevitabili del cambiamento climatico in atto.