I "cold conveyor belt", i nastri trasportatori di aria fredda e umida che in inverno possono portare tanta neve
Generalmente si sviluppano in quelle aree geografiche la cui conformazione orografica è tale da favorire un incanalamento delle masse d’aria fredde davanti il fronte caldo.
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Oltre alle già enunciate “warm conveyor belt”, esistono anche le meno conosciute “cold conveyor belt”, che rappresenterebbero una sorta di variante fredda delle prime. A differenza del warm conveyor belt, la cold conveyor belt sono meno frequenti sul Mediterraneo.
Esse si sviluppano in quelle aree geografiche la cui conformazione orografica è tale da favorire un incanalamento delle masse d’aria fredde davanti il fronte caldo. Sono più frequenti durante la stagione invernale ed in misura minore nelle altre stagioni. A differenza delle warm conveyor belt, il cold conveyor belt non può essere considerato come elemento riconoscitivi di un sistema frontale.
La caratteristica del cold conveyor belt
Trasportando masse d’aria fredde e molto umide, che ascendono lentamente verso la media troposfera, originando una nuvolosità medio-alta, capace di produrre piogge o nevicate di debole o moderata intensità, ma mai a sfogo convettivo, salvo locali forzature orografiche o fenomeni di “stau” che stimolano lo sviluppo dei moti ascensionali in seno al flusso freddo.
In genere il cold conveyor belt si identifica dietro la superficie frontale calda. La loro principale caratteristiche è quella di tendere a scorrere all’indietro, in modo retrogrado, rispetto alla direzione di propagazione del ciclone extratropicale.
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Nella maggiormente dei casi si localizza nel settore nord-orientale o settentrionale della circolazione ciclonica, identificandosi in seno all’occlusione dell’associato sistema frontale. Quando il flusso freddo e umido del cold conveyor belt inizia a salire nei bassi strati da est a ovest, si trova al di sotto del warm conveyor belt, fino a emergere sul lato occidentale e a formare la spirale nuvolosa inferiore dell'occlusione del nastro trasportatore freddo.
Dove si può formare in Italia?
Sull’Italia e sui bacini che la circondano le cold conveyor belt si presentano spesso durante l’attivazione dei flussi molto freddi retrogradi, di origine continentale, instaurati da un robusto promontorio anticiclonico oceanico che si distende verso la Mitteleuropa e l’Europa orientale, con un esteso ponte altopressorio che nel periodo invernale può riuscire a legarsi, temporaneamente, con le propaggini più occidentali dell’anticiclone termico “russo-siberiano”.
Gli “pseudo fronti freddi continentali” che interessano l’Italia vanno ad interessare principalmente le regioni del versante adriatico e ionico. Essi accompagnano l’ingresso di una intensa irruzione fredda continentale nei bassi strati e vengono accompagnati da una sostenuta, a tratti pure forte (dato l’intenso “gradiente barico” prodotto dalla figura anticiclonica sull’Europa centro-orientale), ventilazione dai quadranti nord-orientali, con l’attivazione di una impetuosa bora sul Golfo di Trieste e di sostenuti venti di tramontana e grecale fra le coste liguri e quelle tirreniche.
Possono causare forti nevicate?
Anche in questo caso è molto importante il “forcing” orografico, laddove esso si manifesta con gli elevati quantitativi di precipitazione sui versanti orientali dell’Appennino, della Sardegna e sulla Sicilia settentrionale. In alcune situazioni sinottiche questi “pseudo fronti freddi” sono andati ad interagire con occlusioni già presenti sui mari che circondano l’Italia.
Gli effetti conseguenti consistono in un rinforzo dei venti dai quadranti orientali, con ingresso di una cold conveyor belt e una sensibile intensificazione della “baroclinicità” nei bassi strati, con successivo incremento delle precipitazioni.
Il cold conveyor belt, in tale contesto, è identificabile in un corpo nuvoloso, composto prevalentemente da nubi medie e basse, che tende a muoversi da est verso ovest, accompagnandosi ad una estesa occlusione a carattere freddo.
Molte nevicate, anche abbondanti, cadute fino alle aree costiere, soprattutto lungo il versante adriatico, sono state indotte proprio da questi corridoi di aria fredda e umida, presente ai margini di un fronte occluso, legato a una depressione extratropicale sul Mediterraneo.