Giove, com’è possibile che il gigante gassoso non abbia una superficie solida?
Ci è capitato spesso di parlare di Giove e in tutte queste occasioni ci siamo riferiti a lui come “il gigante gassoso”, ma com’è possibile che sia gassoso e non solido? Come può rimanere coeso?
Il grande Giove, il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il più grande di tutto il nostro sistema planetario.
La sua orbita si trova tra quella di Marte, l’ultimo pianeta interno del sistema solare nonché l’ultimo pianeta di tipo roccioso dopo Mercurio, Venere e ovviamente la Terra, e quella di Saturno, il secondo pianeta gassoso dopo appunto Giove.
Il colosso del nostro sistema planetario è talmente grande da poter contenere al suo interno oltre 1.000 Terre, e rimarrebbe comunque altro spazio a disposizione. Non sono solo le sue dimensioni ad essere mastodontiche, ha infatti una massa pari a 2 volte e mezzo la somma di tutte quelle degli altri pianeti messi assieme ma non ha una superficie solida. Su questo pianeta non c’è nulla su cui camminare e non esiste luogo alcuno su cui far atterrare una ipotetica navicella spaziale.
Un pianeta in cui non è possibile camminare
La composizione di questo pianeta infatti è molto diversa rispetto a quella a cui siamo abituati sulla Terra e a dirla tutta è più simile a quella del Sole. Per capire meglio com’è fatto questo gigante dobbiamo infatti pensare ad una sorta di sfera di gas turbolenta e tempestosa, con venti che superano i 640 km orari, ossia circa 3 volte più intensi rispetto a quelli di un uragano di categoria 5 sulla Terra.
Sempre mantenendo come punto di riferimento il nostro pianeta, che conosciamo decisamente meglio, noi sappiamo che man mano che dallo spazio ci avviciniamo alla Terra, una volta entrati nell’atmosfera, la pressione aumenta gradualmente fino ad arrivare alla superficie solida.
Lo stesso accade su Giove, ma senza raggiungere la superficie che, appunto, non c’è. La pressione quindi aumenta vertiginosamente finché il gas caldo e denso di cui è composto Giove inizia a trasformarsi in idrogeno liquido, creando quello che potrebbe essere considerato il più grande oceano del sistema solare, anche se non è un oceano composto da acqua.
Questo accade a “profondità” di circa 1.600 km all’interno del gas gioviano. Se scendessimo ancora per altri 32.000 km assisteremo ad un’altra variazione: l’idrogeno inizierebbe a comportarsi come un metallo liquido, con gli atomi di questo particolarissimo materiale compressi così strettamente che i loro elettroni sono liberi di muoversi.
È bene precisare che tutte queste variazioni sono graduali e non nette. Il passaggio da idrogeno gassoso a idrogeno liquido e poi a idrogeno metallico liquido avvengono lentamente.
Scendendo ancora di più in profondità, alla fine, si raggiungerebbe il nucleo di Giove, nemmeno in questo caso però dobbiamo pensare ad una vera e propria superficie.
In realtà la natura esatta del materiale del nucleo è ancora oggetto di discussione scientifica ma il modello più accreditato ipotizza che si tratti di un materiale misto, denso e caldo, composto da liquidi e forse solidi metallici.
Rimane coeso grazie all'enorme pressione
La pressione sul nucleo di Giove è praticamente inimmaginabile, paragonabile a 100 milioni di atmosfere terrestri, capite bene quindi che pensare di raggiungere il nucleo del pianeta tramite una sonda o una navicella è un problema assolutamente non trascurabile, senza considerare le temperature roventi che si raggiungono ad una profondità simile. Infatti nel nucleo di Giove si trovano temperature intorno ai 20.000 gradi Celsius, 3 volte maggiori rispetto a quelle sulla superficie del Sole, la nostra stella.
Pensare ad una realtà così diversa dalla nostra è incredibilmente affascinante e ci mostra come nel nostro universo possono sussistere condizioni talmente diverse da quelle che conosciamo e viviamo sul nostro pianeta da essere anche difficili da capire.