Ecco come le montagne delle Hawaii rafforzano gli Alisei influenzando le correnti oceaniche del Pacifico

Le elevate montagne che caratterizzano le Hawaii, con vette che superano anche i 3500-4000 metri di altezza (su tutti il Mauna Kea supera i 4201 metri), riescono ad avere una notevole influenza sulla circolazione dei venti e delle correnti oceaniche in buona parte dell’Oceano Pacifico.

Hawaii, Aliseo.
Le Hawaii sono conosciute in tutto il mondo per i paesaggi selvaggi fatti di scogliere, fitta vegetazione tropicale e spiagge di sabbia dorata, rossa, nera e in qualche caso persino verde.

Le Hawaii sono un arcipelago vulcanico che comprende l’Isola di Hawaii ed altre sette isole principali, per non contare le altre isole minori, scogli e secche. Dal 21 agosto del 1959, lo stato di Hawaii è il 50º degli Stati Uniti d’America e ha giurisdizione su tutte le isole dell’arcipelago, con l’eccezione dell’Atollo di Midway, che è sotto controllo federale.

Queste isole sono conosciute in tutto il mondo per i paesaggi selvaggi fatti di scogliere, fitta vegetazione tropicale e spiagge di sabbia dorata, rossa, nera e in qualche caso persino verde. Rappresentano la parte emersa di un più ampio apparato vulcanico che si alza dagli abissi dell’oceano Pacifico.

Isole caratterizzate da montagne altissime

Le elevate montagne che caratterizzano le Hawaii, con vette che superano anche i 3500-4000 metri di altezza (su tutti il Mauna Kea supera i 4201 metri), costringono i tesi venti che provengono da NE e E-NE, legati al ramo principale dell’Aliseo di NE che soffia sul Pacifico orientale, a biforcarsi ed incanalarsi, originando una poderosa corrente d’aria che si estende fino al Pacifico centrale, per oltre 200-3000 chilometri.

Quick-SCAT, aliseo
Le rilevazioni del satellite “Quick-SCAT”, dopo anni di attività, hanno osservato la presenza di una tesa corrente d’aria, da NE e E-NE, che dalle Hawaii tende a propagarsi verso il Pacifico centrale, influenzando pesantemente l’andamento delle correnti oceaniche e persino la distribuzione del plancton nel più grande oceano del pianeta. Credit Quick-SCAT, NOAA.

Ormai su questo non vi sono più dubbi. Le rilevazioni del satellite “Quick-SCAT”, dopo anni di attività, hanno osservato la presenza di una tesa corrente d’aria, da NE e E-NE, che dalle Hawaii tende a propagarsi verso il Pacifico centrale, influenzando pesantemente l’andamento delle correnti oceaniche e persino la distribuzione del plancton nel più grande oceano del pianeta.

Ecco come le vette delle Hawaii riesco a potenziare l’Aliseo

Tale flusso d’aria, contrariamente da quanto si pensava in passato, sarebbe dieci volte più lungo di quello osservato in superficie. In pratica le montagne che dominano l’importante arcipelago, con la loro imponente mole e le vette oltre i 3500-4000 metri, riescono a deflettere il reale andamento e la velocità dei venti Alisei, che scivolano lungo il bordo meridionale dell’anticiclone delle Aleutine, provocandone al contempo un ulteriore intensificazione nei passaggi più stretti, lì dove i rilievi vulcanici tendono quasi ad incontrarsi.

Molto spesso bastano anche dei leggeri “gradienti barici orizzontale” per dare origine a venti burrascosi, principalmente dal quadrante nord-orientale, che si spingono verso il cuore dell’oceano Pacifico, causando non pochi disagi per la navigazione marittima (in particolare per le imbarcazioni di piccola e media taglia).

Hawaii
Le montagne delle Hawaii riescono ad amplificare il reale andamento e la velocità dei venti Alisei, tanto da dipanarli fino al cuore dell’Oceano Pacifico.

Ma la cosa più stupefacente riguarda proprio l’estensione di questo potente flusso d’aria “derivato” dalla locale orografia delle famose isole vulcaniche.

Difatti, la notevole espansione della poderosa corrente d’aria, attiva nei medi e bassi strati, fino ai 3000-4000 metri, tende a produrre pesanti ripercussioni, non solo sull’andamento delle correnti oceaniche, quanto alla distribuzione delle sostanze nutritive e dei banchi di pesce.

Le ripercussioni sulle correnti oceaniche sul Pacifico

Notevole è anche la modifica sulle temperature delle acque superficiali oceaniche, determinando sovente un brusco raffreddamento, indotto dall’”upwelling”. In pratica il moto ondoso agitando gli strati d’acqua superficiali origina un intenso rimescolamento che fa risalire in superficie acque più fredde e dense che affluiranno dal fondo.

Tale processo causa un leggero raffreddamento delle acque superficiali. Di solito le acque di profondità, richiamate dal fenomeno dell’”upwelling”, sono spesso ricche di nutrienti e favoriscono un notevole sviluppo del plancton vegetale favorendo una notevole biodiversità.

Hawaii
Le grandi onde oceaniche che quotidianamente si abbattono sulle coste occidentali delle Hawaii.

Il caso più famoso di “upwelling” è quello del pescosissimo mare del Cile e del Perù, dove l’azione costante degli Alisei di SE, che spirano lungo il Pacifico tropicale sud-orientale, creano un costante “upwelling”, con un incredibile rimescolamento delle acque che rende questo tratto di oceano ricco di un enorme varietà di specie marine.

Tale processo si arresta solamente durante gli anni di “El Nino”, quando gli Alisei di SE si indeboliscono notevolmente, favorendo una conseguente proliferazione della calda contro corrente equatoriale verso Panama, la costa colombiana ed ecuadoriana, dove si origina un anomalo riscaldamento delle acque oceaniche, solitamente molto fredde malgrado la latitudine, che agevola un notevole incremento della nuvolosità e dell’attività convettiva con un conseguente indebolimento del ramo settentrionale della fredda “corrente di Humboldt”.