Ecco come il cambiamento climatico ha ridotto i tempi di ritorno di alluvioni disastrose come quella di Giampilieri
La zona sud di Messina, che comprende l’area fra Scaletta Zanclea, Giampilieri e Santa Margherita, è notoriamente vulnerabile agli eventi alluvionali, ma oggi la frequenza di questi eventi potrebbe aumentare sensibilmente.
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Il tempo di ritorno (o periodo di ritorno) di un evento alluvionale è il tempo medio stimato (in anni) che intercorre tra due eventi di una determinata intensità o magnitudo.
Tradizionalmente, si calcola analizzando le serie storiche di dati (es. precipitazioni giornaliere o orarie) e adattandole a distribuzioni statistiche come quella di Gumbel o la distribuzione esponenziale negativa. Tuttavia, il cambiamento climatico altera la stazionarietà di queste serie, rendendo le statistiche del passato meno affidabili per previsioni future.
Contesto della zona sud di Messina
La zona sud di Messina, che comprende l’area fra Scaletta Zanclea, Giampilieri e Santa Margherita, è notoriamente vulnerabile agli eventi alluvionali, soprattutto a causa della particolare orografia dei Peloritani, che favoriscono piogge molto intense e persistenti quando soffiano gli umidi venti di scirocco, che risalgono dallo Ionio, sbattendo con i rilievi dei Peloritani.
Anche la locale morfologia, contraddistinta da fiumare con alvei stretti e terreni alluvionali fragili, amplifica il rischio di esondazioni e frane.
Dati di base e approccio tradizionale
Prima degli eventi estremi degli anni 2000 studi storici indicano che le alluvioni significative vicino Messina avevano tempi di ritorno stimati tra 20 e 50 anni per precipitazioni di 150-200 mm in 24 ore (base climatica pre-cambiamento climatico).
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Oggi è tutto cambiato. L’aumento della frequenza di eventi intensi è evidente. L’alluvione del 1 ottobre del 2009 è stata classificata come un evento con tempo di ritorno teorico di 100 anni basato su statistiche storiche, ma eventi simili, seppur con intensità più ridotte, si sono ripetuti nel 2011, 2015, e più recentemente il 2 febbraio 2025, suggerendo una riduzione del periodo di ritorno.
Effetto del cambiamento climatico
Il cambiamento climatico modifica i tempi di ritorno in due modi principali:
Aumento della frequenza: la probabilità di eventi estremi cresce in modo non lineare. Studi europei (es. Blöschl et al., 2019) indicano che i tempi di ritorno di eventi alluvionali nel Mediterraneo si sono ridotti del 20-50% negli ultimi decenni.
Per la Sicilia orientale, il rapporto ISPRA sugli indicatori climatici (2023) evidenzia un incremento della frequenza di precipitazioni concentrate (>100 mm in 24 ore), soprattutto in autunno, legate a un mare Ionio più caldo che alimenta sistemi convettivi intensi.
Calcolo indicativo
Procediamo con un esempio ipotetico basato su un evento di riferimento come quello del 2009 (300 mm in 3-4 ore). Supponendo che un evento di questa portata avesse un tempo di ritorno di 100 anni basato su dati 1950-1990 (stima comune per piogge eccezionali nel Mediterraneo).
Nella zona sud di Messina, eventi significativi si sono verificati nel 2009, 2015 (meno grave ma rilevante), e più recentemente il 2 febbraio 2025 (con torrenti straripati). Questo suggerisce un intervallo reale di 5-15 anni tra eventi intensi, ben inferiore ai 100 anni teorici.
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Applicando un fattore di riduzione del 50% (compatibile con le osservazioni mediterranee) notiamo che il tempo di ritorno stimato oggi per un evento da 300 mm è sui 20-50 anni. Per eventi meno estremi (es. 150 mm in 24 ore), come quello dello scorso 2 febbraio, il tempo di ritorno potrebbe essere sceso da 20-30 anni a 5-10 anni.
Conclusione sui nuovi tempi di ritorno delle alluvioni nel Messinese
Nella zona sud di Messina, considerando il cambiamento climatico gli eventi estremi (es. >300 mm in poche ore, tipo 2009) hanno tempo di ritorno stimato 20-50 anni, rispetto ai 100 anni pre-1990.
Queste sono stime indicative, poiché il calcolo preciso richiede serie pluviometriche aggiornate (es. stazioni locali) e modelli idrologici specifici.
Il cambiamento climatico ha chiaramente ridotto i tempi di ritorno, e la tendenza è destinata ad accentuarsi con il riscaldamento futuro. Per conferme più precise, servirebbe un’analisi statistica locale che combini dati storici e proiezioni climatiche.