E se l’impatto di un meteorite sulla Terra non avesse effetti catastrofici? La conclusione di un nuovo studio
Siamo soliti pensare che l’eventuale impatto di un meteorite con la Terra debba avere effetti catastrofici, ma se non fosse così? Se ci fosse la possibilità che il nostro pianeta superi questo avvenimento senza troppi scossoni?
Cosa succederebbe al nostro pianeta se venisse colpito da un asteroide di grandi dimensioni? Il pensiero comune è che un impatto con un meteorite debba per forza portare ad uno stravolgimento del clima terrestre e alla conseguente estinzione di numerose specie.
E se vi dicessimo che invece questo scenario apocalittico non è sicuro?! Almeno secondo quanto afferma un nuovo studio pubblicato di recente su Nature, Communications Earth & Environment.
A questa conclusione sono giunte due ricercatrici del Dipartimento di Scienze della Terra dell’University College London (UCL), di Londra, Bridget S. Wade e Natalie K.Y. Cheng che hanno analizzato gli effetti di due diversi impatti avvenuti nel tardo Eocene, a meno di 25.000 anni di distanza, approssimativamente 35,65 milioni di anni fa.
L'analisi di due enormi crateri da impatto
Questi impatti non hanno causato variazioni sostanziali a livello climatico per lungo tempo, 150.000 anni, anche se ovviamente hanno lasciato sulla superficie del nostro pianeta evidenti segni.
I segni di cui parliamo sono due grandi crateri da impatto, i più grandi dell’era Cenozoica: il cratere di Popigai, nella Siberia settentrionale, che si estende per 100 km, e il cratere di Chesapeake Bay, sulla costa orientale americana, che invece ha un diametro che oscilla tra i 40 km e gli 85 km.
Le ricercatrici per esaminare le conseguenze paleoclimatiche attribuite a questi eventi di impatto extraterrestre hanno analizzato gli isotopi multispecie planctonici e bentonici di ossigeno e carbonio, ossia contenuti nei fossili di piccoli organismi marini.
In nessuno dei due impatti sono state riscontrate perturbazioni climatiche anche se la risoluzione temporale con cui sono state portate avanti queste indagini è stata di circa 11.000 anni, quindi abbastanza ampia.
A tal proposito nelle conclusioni di questo studio le autrici hanno sottolineato come nel caso del cratere di Chicxulub, un antico cratere da impatto ormai sepolto sotto la penisola dello Yucatan, in Messico, candidato ad essere la testimonianza dell’impatto di un corpo celeste con la Terra che ha provocato l’estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene, ossia quella in cui si estinsero i dinosauri, le variazioni radiative sono avvenute su tempi scala molto più brevi, dell’ordine di 25 anni.
Nessuna variazione a lungo termine
Lo studio portato avanti dall’UCL indica che non ci sono stati cambiamenti climatici a lungo termine correlati alla successione ravvicinata di impatti con meteoriti di grandi dimensioni. Tuttavia non è escluso che possa essersi verificata una risposta climatica a breve termine.
C’è quindi la possibilità che comunque su scale temporali umane anche questi impatti abbiano portato conseguenze catastrofiche, come tsunami, grandi quantità di polvere e detriti rilasciate in atmosfera, incendi e ovviamente un’enorme onda d’urto.
È quindi possibile che per trovare delle variazioni climatiche che possano influire sulla presenza di determinate forme di vita si debba aumentare la risoluzione di questa ricerca. Malgrado ciò quello che emerge da questo lavoro è che due grandi impatti avvenuti in uno spazio temporale ravvicinato hanno lasciato il nostro pianeta sostanzialmente indenne.
Riferimenti allo studio:
Wade, B.S., Cheng, N.K.Y. No paleoclimatic anomalies are associated with the late Eocene extraterrestrial impact events. Commun Earth Environ 5, 710 (2024). https://doi.org/10.1038/s43247-024-01874-x