Fughe di gas senza precedenti nel Mar Baltico, quali gli effetti sul clima?
La fuoriuscita di enormi quantità di metano nel Mar Baltico causata molto probabilmente da grosse esplosioni sottomarine ha un effetto sul clima globale? Ecco cosa dicono i climatologi.
Negli ultimi giorni di settembre, a partire dal 26, delle enormi aree del Mar Baltico hanno iniziato a ribollire. Inizialmente è stata avvistata una enorme area con una superficie di un chilometro quadrato, poi nei giorni a seguire sono comparse altre enormi perdite di gas, che hanno fatto ribollire il mare.
Per le autorità marittime locali, svedesi e danesi, è stato subito chiaro che a causare queste enormi fuoriuscite erano i gasdotti russi Nord Stream 1 e Nord Stream 2, che in questo punto - nel percorso dalla Russia alla Germania - sono sottomarini.
A causare il grave danneggiamento dei gasdotti Nord Stream sarebbero state delle enormi esplosioni sottomarine, esplosioni che sono state anche avvertite al largo di un’isola danese nel Mar Baltico. Sulle cause delle perdite sono comunque ancora in corso indagini e non c'è ancora chiarezza. I sismografi svedesi hanno rilevato un'attività sismica proprio in contemporanea con la fuoriuscita di gas, da collegare probabilmente a enormi esplosioni e non con terremoti. I geologi sono in grado infatti di distinguere l'impronta sismica di una esplosione da quella di un evento sismico naturale.
Le misteriose falle che si sono aperte dal 26 settembre scorso nei gasdotti sottomarini Nord Stream sono molto probabilmente da collegare alla situazione di grave tensione energetica che c'è in questi mesi tra la Russia e l'Occidente, dopo l'invasione armata dell'Ucraina da parte della Russia.
La NATO accusa la Russia di aver sabotato i suoi gasdotti mentre la Russia rigetta le accuse.
Al di là delle ripercussioni geopolitiche ed economiche, con il prezzo del gas sempre più alle stelle, quali sono le conseguenze di queste enormi perdite di metano dal punto di vista ambientale e climatico?
Le conseguenze sul clima della enorme fuoriuscita di metano
Da anni c'è grande attenzione da parte dei climatologi al contributo del metano alle emissioni di gas serra totali. Il metano ha infatti un elevato potenziale di effetto serra, con un potenziale climalterante quasi 30 volte superiore a quello dell'anidride carbonica (CO²), anche se il suo effetto decade più rapidamente nel tempo.
Le emissioni di metano causate dall'attività umana provengono in larga misura dall'industria degli allevamenti, dall'industria dei combustibili (estrazione di petrolio e gas, con grandi perdite nelle fasi di estrazione e distribuzione) e dalle discariche, ma indirettamente anche dal massiccio scioglimento del permafrost nelle zone polari causato dall'aumento delle temperature globali.
L'enorme fuoriuscita di metano nel Baltico ha quindi destato grande allarme tra i climatologi. Su "Le Scienze" vengono riportate le parole di Andrew Baxter, direttore per la transizione energetica presso l'Environmental Defense Fund, che ha cercato di quantificare l'emissione di metano di questi giorni. "Sono arrivato a una stima molto approssimativa - si legge nell'articolo di "Le Scienze" - ma ci sono così tante variabili che è molto difficile stabilire in modo definitivo quanto metano sia finito nell'atmosfera".
Un evento di enormi proporzioni
Lo scienziato stima che nella fase iniziale, subito dopo il probabile sabotaggio, siano state rilasciate circa 115.000 tonnellate di metano. Secondo Baxter, è l'equivalente delle emissioni annuali di carbonio di due milioni di automobili. Secondo la ONG Greenpeace, la perdita sarebbe equivalente a 30 milioni di tonnellate di CO².
I dati sono ancora parziali e soggetti a errore, e ci vorranno giorni o settimane per stabilire la reale proporzione di questa grave perdita di metano, che viene comunque già definita da molti esperti del settore come "enorme" ed una delle peggiori della storia in un unico luogo. La peggiore fuga di gas in un unico luogo, finora, era iniziata nel 2015 nell'area di Los Angeles, negli USA, presso Aliso Canyon. In quell'occasione erano fuoriuscite 97.100 tonnellate di metano.
L'evento, anche se enorme, rappresenta comunque lo 0,14 per cento delle emissioni globali annuali di metano provenienti dall'industria del petrolio e del gas, ha affermato Mark Davis, amministratore delegato di Capterio, secondo quanto si legge ancora su "Le Scienze". L'impatto sarebbe stato minore se il metano fosse stato bruciato, perché si sarebbe convertito in CO², ha aggiunto Davis.
Fin qui, gli effetti sul clima globale. Per quanto riguarda le conseguenze ambientali, al momento il Ministero dell'Ambiente della Germania ha assicurato che la fuga non suppone una minaccia significativa per la fauna della zona. La reale minaccia è sul clima globale.