Cos'è un uragano, come si forma e quali sono le diverse categorie?
Gli uragani che ogni anno si formano sulle calde acque tropicali degli oceani sono uno dei fenomeni atmosferici più devastanti esistenti, essendo in grado di generare condizioni meteorologiche estreme e allagamenti in vaste aree di un territorio.
Un uragano è una gigantesca macchina termica che si forma e rimane attiva grazie al costante apporto di energia termica fornita dall'aria molto umida che poggia sulle acque calde dei mari tropicali, che favorisce la crescita delle torri nuvolose che lo compongono.
Il diametro tipico di un uragano è solitamente compreso tra 300 e 800 chilometri, sebbene la zona dei venti di forza dell'uragano (mai inferiori ai 119 km/h) sia limitata al primo anello di temporali che circonda il caratteristico occhio dell'uragano. Questa suggestiva struttura è una conseguenza delle discese d'aria che avvengono proprio in quella parte centrale, che schiarisce i cieli in una piccola area circolare di diverse decine di chilometri di diametro. In quella zona il tempo è relativamente calmo, il sole splende ed i venti sono abbastanza deboli.
Guarda i video del devastante uragano Ida, che sta colpendo gli USA nell'estate 2021
Come si forma un uragano?
L'occhio è circondato da imponenti pareti di cumulonembi (nuvole temporalesche) che formano attorno ad esso la spirale di nubi mostrata nelle immagini satellitari, tra le quali si generano forti raffiche di vento. Le nuvole compatte di questi potenti temporali scaricano piogge torrenziali, particolarmente abbondanti nel settore anteriore destro, a seconda della direzione del ciclone. A parte i venti e le piogge, la bassa pressione che si raggiunge al centro dell'uragano provoca un'importante oscillazione della superficie del mare, che propagandosi verso le coste provoca quella che è conosciuta come la marea ciclonica, dando origine alle inondazioni.
A seconda dell'intensità dei venti sostenuti che si generano nelle pareti dell'occhio e della pressione che si raggiunge nel centro del ciclone, gli uragani possono raggiungere 5 categorie, come stabilito dalla scala Saffir-Simpson.
Gli uragani di categoria 3 o superiore a 3 sono chiamati majors ed hanno un alto potere distruttivo. I nomi dati agli uragani e alle tempeste tropicali sono tratti da elenchi ufficiali compilati dall'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Per ogni stagione è presente un elenco di 21 nomi che seguono l'ordine alfabetico, alternando nomi maschili e femminili. Nel caso in cui una stagione sia particolarmente attiva e vengano assegnati tutti i nomi in lista, viene utilizzata una seconda lista con i nomi delle lettere dell'alfabeto greco. Questo è accaduto nella stagione degli uragani atlantici del 2020.
scala Saffir-Simpson | VelociTÀ deI VENTI MASSIMI SOSTENUTI |
---|---|
Categoria 1 | 119 e 153 km/h |
Categoria 2 | 154 e 177 km/h |
Categoria 3 | 178 e 209 km/h |
Categoria 4 | 210 e 249 km/h |
Categoria 5 | Superiore a 249 km/h |
Scala riconosciuta dalla WMO per i cicloni tropicali del mar dei Caraibi, Golfo del Messico, Oceano Atlantico del Nord e Oceano Pacifico nord-orientale e centrale. |
Differenze fra uragano e ciclone
Con il nome generico di "uragano" ci si riferisce a un ciclone tropicale. Secondo la nomenclatura ufficiale, si deve usare la definizione di "uragani" solo per identificare i cicloni tropicali che si formano nel bacino atlantico e nella parte orientale del Pacifico settentrionale. I cicloni tropicali dell'Oceano Indiano sono chiamati solamente "cicloni" mentre quelli della parte occidentale del Pacifico si definiscono "tifoni". In tutti i casi, si tratta dello stesso fenomeno atmosferico: un sistema chiuso a bassa pressione di grandi dimensioni e con un alto grado di organizzazione.
L'Europa può essere colpita da uragani?
Negli ultimi anni l'attività ciclonica nella zona tropicale dell'Atlantico sta mostrando alcuni cambiamenti che stanno iniziando a fare tendenza. Tutto indica che il cambiamento climatico è alla base di questo cambiamento di comportamento. Sebbene il numero di sistemi tropicali vari notevolmente da stagione a stagione, è sempre più comune assistere a processi di approfondimento molto rapidi, che portano a uragani di alta categoria con conseguenze devastanti.
Il riscaldamento globale, che già si manifesta chiaramente nelle acque superficiali dell'Atlantico, sta favorendo anche l'evoluzione delle tempeste tropicali e degli uragani nella fascia subtropicale e anche alle medie latitudini, in prossimità delle Isole Canarie e della Penisola Iberica.
Sebbene sia ancora improbabile che un uragano colpisca il Portogallo o la Spagna, il fatto (già osservato) che il numero di sistemi tropicali e subtropicali che attraversano la parte orientale del bacino atlantico sia aumentato, rende un eventuale impatto una possibilità reale (non più qualcosa di impossibile).