Da dove arrivano i meteoriti?
Due ricercatori italiani hanno portato avanti uno studio minuzioso e dettagliato dei meteoriti caduti sulla Terra tra il 1959 e il 2021 riuscendo ad ottenere una prima stima sulla loro origine.
Pochi giorni fa è uscito un nuovo studio tutto italiano sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dal titolo “Identifying parent bodies of meteorites among near-Earth asteroids” in cui i ricercatori Albino Carbognani dell’INAF e Marco Fenucci dell’ESA hanno analizzato le orbite della popolazione conosciuta di asteroidi near-Earth (Nea) e le scie d’ingresso in atmosfera di 38 meteoriti visti cadere sulla Terra tra il 1959 e il 2021.
Qual è la loro origine?
È normale chiedersi da dove arrivano i meteoriti, se per caso si sono staccati da un corpo celeste più grande a causa di un urto, ebbene dei circa 70.000 meteoriti ad oggi catalogati e raccolti ben 277 pare arrivino da Marte mentre 317 dal nostro satellite, la Luna, e tutti gli altri invece?
Sicuramente la maggior parte di questi 70.000 meteoriti arriva dalla fascia principale, quella regione del sistema solare tra le orbite di Marte e Giove occupata da numerosi asteroidi, piccoli corpi celesti solitamente di forma irregolare, ma a quanto pare tra questi è presente un cospicuo numero proveniente dai Nea, asteroidi la cui orbita è vicina a quella della Terra.
È proprio in questo studio che abbiamo la prima stima della percentuale di questi meteoriti nel totale al momento raccolto e catalogato: ben il 25%, ovvero un meteorite su quattro proviene proprio dagli asteroidi in orbita vicino al nostro pianeta.
Il minuzioso studio dei ricercatori italiani
I ricercatori hanno quindi studiato a ritroso la traiettoria di 38 meteore di cui si avevano sufficienti informazioni, grazie alla scia caratteristica che lasciano in cielo, riuscendo a risalire alla loro origine, il corpo dal quale si sono staccati, e analizzando quindi anche la traiettoria dell’asteroide progenitore.
A questo punto, calcolando le velocità relative, hanno ottenuto ulteriori informazioni sul tipo di evento che aveva portato al distacco del frammento, che nella maggior parte dei casi è risultata essere la collisione tra due asteroidi perlopiù piccoli e piccolissimi.
Questo ulteriore dettaglio sulle dimensioni degli asteroidi progenitori è fondamentale, perché ci rassicura sull’eventuale pericolosità di questi oggetti, infatti solitamente i frammenti generati da questi urti hanno dimensioni inferiori ai 10 metri e quindi anche in caso di impatto con la Terra non sono in grado di causare danni particolari.
Ovviamente 38 meteoriti su 70.000 sono un po’ pochi ma ci fa capire perché è importante continuare a osservare, studiare e catalogare le varie meteore che passano vicino al nostro pianeta: per riuscire ad avere ulteriori dettagli sulla loro natura, origine e riuscire in caso di necessità ad attivare un piano di difesa planetaria adatto.