Cosa accadrebbe se un attacco nucleare fosse lanciato contro un uragano?
Ecco quello che accadrebbe se una bomba nucleare fosse lanciata all'interno di un uragano in mezzo all'oceano.

L’idea di utilizzare un’arma nucleare per fermare o modificare un uragano è stata proposta occasionalmente, spesso in modo informale o ipotetico. Ma per capire cosa accadrebbe davvero se un’esplosione nucleare venisse detonata all’interno di un uragano dobbiamo analizzare una serie di fattori. Per rispondere, dobbiamo considerare la fisica degli uragani, l’energia di un’esplosione nucleare e le possibili interazioni tra i due fenomeni.
La natura energetica degli uragani
Un uragano è un sistema meteorologico complesso alimentato principalmente dal calore latente rilasciato quando il vapore acqueo si condensa in gocce d’acqua nell’atmosfera.
Secondo stime della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un uragano tipico dissipa circa 6 × 10¹⁴ watt di energia, di cui una parte significativa è legata ai venti e un’altra alla formazione di nubi e precipitazioni.
L’energia cinetica totale dei venti di un uragano, sebbene impressionante, è solo una frazione dell’energia termica complessiva.
L’Energia di un’arma nucleare
Un’arma nucleare moderna varia enormemente in potenza, ma prendiamo come esempio una bomba da 1 megatone (1 Mt), circa 50 volte più potente di quella di Hiroshima.

La detonazione di una bomba da 1 Mt rilascia una grande quantità di energia in una frazione di secondo, principalmente sotto forma di onda d’urto, calore e radiazioni. Questo è un quantitativo enorme di energia concentrata, ma va confrontato con la scala di un uragano.
Confronto energetico
Sebbene un’esplosione da 1 Mt sia devastante su scala locale, la sua energia totale è inferiore all’energia cinetica complessiva di un uragano e rappresenta una frazione trascurabile dell’energia termica che lo sostiene.
Per interrompere un uragano, sarebbe necessario dissipare o alterare il suo motore termodinamico, ovvero il trasferimento di calore dall’oceano all’atmosfera, un processo che avviene su un’area di centinaia di chilometri quadrati.
Effetti fisici dell’esplosione
Supponiamo che una bomba nucleare venga detonata nel cuore di un uragano, ad esempio nell’occhio o nella parete dell’occhio, dove i venti sono più intensi. Gli effetti immediati includerebbero un’onda d’urto supersonica capace di distruggere strutture al suolo o in mare entro un raggio limitato (decine di chilometri, a seconda della potenza).
Tuttavia, l’atmosfera di un uragano, densa di umidità e venti, disperderebbe rapidamente l’onda d’urto, limitandone l’impatto sulla struttura generale del sistema, che si estende per centinaia di chilometri.
L’esplosione, inoltre, rilascerebbe nell’atmosfera le radiazioni ionizzanti che si dissiperebbero rapidamente nell’atmosfera umida e turbolenta, senza influire sulla dinamica dell’uragano.
Le gravissime conseguenze delle radiazioni
Uno degli effetti più significativi di un’esplosione nucleare in un uragano sarebbe la dispersione di fallout radioattivo. L’acqua vaporizzata e le particelle sollevate dall’esplosione verrebbero incorporate nelle nubi dell’uragano, che le trasporterebbero per centinaia o migliaia di chilometri.

Le precipitazioni successive, tipicamente abbondanti in un uragano (centinaia di millimetri), distribuirebbero isotopi radioattivi come cesio-137 o stronzio-90 su vaste aree terrestri, causando una contaminazione ambientale a lungo termine. Questo scenario trasformerebbe un disastro naturale in una catastrofe ecologica e sanitaria.
Impatto sulla struttura dell’uragano secondo le simulazioni
Studi teorici, come quelli condotti dal NOAA e da scienziati atmosferici, suggeriscono che un’esplosione nucleare non sarebbe in grado di distruggere o indebolire significativamente un uragano.
La struttura dell’occhio e della parete dell’occhio potrebbe subire una perturbazione locale temporanea, ma il sistema si riformerebbe rapidamente grazie all’energia continua fornita dall’oceano caldo. In alcuni modelli, l’aggiunta di calore dall’esplosione potrebbe addirittura intensificare i venti della tempesta, rendendo l’uragano più forte per un breve periodo.
Esperimenti storici
L’idea di usare esplosivi per modificare il clima non è nuova. Negli anni 40 e 50, durante il Progetto Stormfury, gli Stati Uniti sperimentarono l’inseminazione di uragani con ioduro d’argento per alterarne la struttura, con risultati limitati.
Tuttavia, il NOAA ha ripetutamente smentito l’efficacia di un approccio nucleare, sottolineando che l’energia di un uragano supera di gran lunga quella di qualsiasi arma umana e che gli effetti collaterali sarebbero disastrosi.