La scala che misura il rischio impatto di asteroidi sulla Terra prende il nome da una importante città italiana: perché?
Per valutare il rischio di impatto con un oggetto near-Earth sono state inventate alcune scale. Quella maggiormente nota, soprattutto al grande pubblico, è la scala di Torino, scopriamo insieme in cosa consiste.
Nelle ultime settimane le due maggiori agenzie spaziali del pianeta, la NASA e l’ESA, si sono attivate per monitorare un NEO (Object Near-Earth) da poco scoperto che è risultato potenzialmente pericoloso. Quest’oggetto nel 2032 potrebbe impattare la Terra ed in molti, riferendosi a questo asteroide, hanno parlato della nota scala Torino. Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza e di spiegare in che cosa consiste.
Cos'è la scala Torino?
Questa scala non è altro che la scala del di rischio di impatto di un oggetto near-Earth ed è stata creata come uno strumento per visualizzare rapidamente la pericolosità di un eventuale impatto previsto con la Terra. Questa scala viene utilizzata sia da astronomi, quindi addetti ai lavori, che dal grande pubblico e si differenzia dalla scala Palermo anche per il target a cui si rivolge, in quest’ultimo caso solo professionisti.
Si chiama scala Torino proprio in onore del capoluogo piemontese dove nel 1999 si tenne un importante congresso internazionale dedicato ai NEO, durante il quale venne proprio ufficializzato questo metodo di classificazione del pericolo di impatto.
Il pericolo di impatto viene calcolato combinando la probabilità statistica che l’impatto avvenga e l’energia cinetica sprigionata da esso espressa in megatoni, ossia l’entità dell’eventuale danno che questo episodio provocherebbe sul nostro pianeta.
La scala quindi prevede dei gradi di pericolosità, da 0 a 10, associati anche a dei colori, da bianco a rosso, per connotare la gravità del rischio.
Ovviamente un oggetto a cui viene associato il valore 0 di questa scala o ha una probabilità pressoché nulla di impattare con la Terra oppure gli effetti prodotti dalla collisione sono praticamente irrisori, senza danni importanti per il nostro pianeta.
Questo valore viene ad esempio attribuito a tutti quegli oggetti talmente piccoli, come meteore o altri corpi minori che bruciano nell’atmosfera, da finire per distruggersi quasi completamente e che quindi raramente arrivano a terra e ancor più di rado causano alcun tipo di danno.
Se invece all’oggetto viene associato un valore tra l’8 e il 10 la collisione è praticamente certa e gli effetti di questo impatto saranno tali da mettere in dura crisi la Terra, al punto da poter minacciare il futuro della civiltà così come la conosciamo. Non è raro che ad un NEO vengano attribuiti diversi valori nella scala Torino ma solitamente questi oscillano tra il valore 0 e il valore 1.
Gli oggetti più pericolosi scoperti finora
Il primo corpo a raggiungere il livello 2 su questa scala è stato 99942 Apophis, un asteroide di ben 320 metri scoperto nel 2004 che venne dapprima catalogato di livello 2, successivamente il suo grado di pericolosità salì fino al livello 4, il più alto mai raggiunto da quando è stata istituita questa scala, poi nel 2006, grazie ad ulteriori analisi ed effettuando calcoli più precisi della sua orbita, venne declassato a livello 0.
Questo NEO quindi il 13 aprile 2029 passerà vicino al nostro pianeta senza colliderlo ma, come detto in apertura di questo articolo, ora tutta l’attenzione è rivolta a 2024 YR4 che ha raggiunto il livello 3 di questa scala e che al momento è l’unico oggetto near-Earth classificato con un livello della scala Torino superiore a 0.
Vedremo se, dopo calcoli più approfonditi, anche questo oggetto verrà declassato come 99942 Apophis o se dovremo attivarci per trovare una soluzione prima del 22 dicembre 2032, data del suo possibile impatto.