Clima, concentrazione di CO2 nell'atmosfera: nuovo record a maggio

Come ogni maggio arriva puntuale il dato di concentrazione della CO2 presso l'osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii: anche nell'ultimo anno confermato nuovo record di concentrazione. Non emerge inoltre nessuna riduzione per la crisi economica scatenata dalla pandemia...

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Presso l'osservatorio di Mauna Loa, Hawaii, è stato registrato un nuovo picco nella media di concentrazione di CO2 in atmosfera.

Nuovo record di concentrazione della CO2 nell'atmosfera: a maggio, presso il Mauna Loa Atmospheric Baseline Observatory della NOAA (agenzia statunitense per la meteorologia ed il clima) situato alle Hawaii, è stato registrato un nuovo picco annuale con una media mensile di 419 parti per milione (ppm), il livello più alto da quando sono iniziate le misurazioni 63 anni fa, nel 1958. Lo rendono noto l'agenzia meteorologica e climatica statunitense, Noaa, e l'Istituto Scripps di Oceanografia di San Diego, California.

Ormai è una costante: anno dopo anno la concentrazione di CO2 atmosferico supera nuovi valori record. La concentrazione del gas, fra i principali responsabili dell'effetto serra, continua a crescere nell'atmosfera a causa delle attività umane, soprattutto per l'uso di combustibili fossili.

Nel mese di maggio raggiunge il suo picco annuale prima dell'impatto della ripresa vegetativa, ma l'incremento rispetto all'anno anteriore va avanti da decenni.

Nel mese di maggio, ogni anno, si registra il picco della concentrazione media di CO2 nell'atmosfera. Ogni anno viene battuto un nuovo record rispetto all'anno anteriore: è successo anche nel 2021 rispetto al 2020 e non ci sono tracce di un effetto del "lockdown"

Nel 2013 venne superata la soglia delle 400 parti per milione, un valore che sulla Terra non veniva raggiunto da milioni di anni. Se nel 2013 il superamento delle 400 parti per milioni sembrò già un dato eccezionale, il valore misurato il 3 maggio 2019 presso l'osservatorio di Mauna Loa, alle Hawaii, toccava le 415 parti per milione. Nel maggio 2020 il valore medio della CO2 era stato di 417 ppm.

Ogni anno immettiamo nell'atmosfera 40 miliardi di tonnellate di CO2

Pieter Tans, ricercatore del Global Monitoring Laboratory della NOAA, ha sottolineato in un suo intervento a seguito della pubblicazione di questi dati che la CO2 è di gran lunga il gas serra più abbondante e persiste nell'atmosfera e negli oceani per migliaia di anni dopo la sua emissione. "Stiamo aggiungendo all'atmosfera circa 40 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno", ha affermato Tans.

“Questi numeri, tradotti, sono letteralmente una montagna di carbonio che preleviamo dalle profondità della Terra - aggiunge - poi bruciamo e infine rilasciamo nell'atmosfera sotto forma di CO2, anno dopo anno. Se vogliamo evitare cambiamenti climatici catastrofici, la priorità più alta deve essere ridurre a zero l'emissione di CO2 il prima possibile".

L'aumento di concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è generato dalle emissioni di combustibili fossili a base di carbonio utilizzati per i trasporti e la produzione di energia elettrica, per la produzione di cemento, la deforestazione, l'agricoltura intensiva e molte altre pratiche.

Insieme ad altri gas serra la CO2 intrappola il calore in uscita dalla superficie del pianeta che altrimenti sfuggirebbe nello spazio, provocando un costante riscaldamento dell'atmosfera del pianeta.

L'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera

La NOAA informa nel suo comunicato che l'aumento annuale di 1,8 ppm rispetto al maggio del 2020 è stato leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti presso l'osservatorio di Mauna Loa, ma aggiunge che nei primi cinque mesi del 2021 c'è stato un aumento di 2,3 ppm rispetto agli stessi cinque mesi del 2020. Questo si avvicina all'incremento medio annuale del periodo 2010-2019.

Nessun effetto della crisi economica scatenata dalla pandemia di COVID-19 sui dati di concentrazione della CO2


Da questi dati, informa NOAA, non emerge nessun effetto della pandemia di COVID-19 - in particolare dei "lockdown" dell'anno scorso e conseguente crisi economica - sull'andamento delle emissioni di CO2.

Alcune cose da aggiungere sui dati di concentrazione della CO2

Il valore di 419 parti per milione a cui si fa riferimento è il valore medio mensile di CO2 del mese di maggio: questo è il mese in cui si verifica il più alto valore di concentrazione dell'anno, poco prima che le piante dell'emisfero settentrionale inizino a rimuovere grandi quantità di CO2 dall'atmosfera durante la stagione di crescita.

Nell'emisfero settentrionale (quindi quello in cui si trova l'Italia), nei mesi dell'autunno, dell'inverno e all'inizio della primavera, le piante e il suolo emettono CO2, provocando un aumento dei livelli fino a maggio. Poi con la ripresa vegetativa le vaste estensioni di foreste situate nell'emisfero settentrionale tornano ad immagazzinare anidride carbonica nella fase di crescita.

La curva di Keeling

Charles David Keeling è stato il primo ad osservare questo aumento stagionale e il successivo calo dei livelli di CO2 ogni anno, una dinamica che ora è nota come curva di Keeling. Keeling è stato anche il primo a riconoscere che, nonostante le fluttuazioni stagionali, i livelli di CO2 aumentavano ogni anno.

Le concentrazioni di CO2 nell'atmosfera misurate presso l'osservatorio di Mauna Loa, indicate su un grafico temporale, disegnano una curva che mostra un progressivo aumento. Si notano anche le oscillazioni osservate da Keeling (in rosso). Fonte: NOAA.

Ogni singolo anno infatti, dall'inizio delle misurazioni avvenuto negli anni '50 del secolo scorso, la CO2 è stata superiore all'anno precedente.

"L'ultima manopola di controllo sulla CO2 atmosferica sono le emissioni di combustibili fossili", ha affermato Ralph Keeling, figlio di Charles Keeling, geochimico che gestisce il programma Scripps presso Mauna Loa. "Abbiamo però ancora molta strada da fare per fermare l'aumento, perché ogni anno nuova CO2 si accumula nell'atmosfera. Abbiamo bisogno di tagli alle emissioni molto più importanti e duraturi rispetto a quelli che abbiamo sperimentato con le chiusure legate alla pandemia di COVID nel 2020", ha aggiunto.

CO2 nel 2021: come nel Pliocene

La concentrazione in atmosfera di CO2 è ora paragonabile a quella che c'era durante il Pliocene Climatic Optimum, tra 4,1 e 4,5 milioni di anni fa, quando l'anidride carbonica era vicina o superiore a 400 ppm. Durante quel periodo, il livello del mare era di 24 metri superiore rispetto ad oggi e la temperatura media era di quasi 4 gradi centigradi maggiore rispetto al periodo preindustriale.

La situazione in Italia

Intanto, secondo quanto riportato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nel 2021 in Italia ci si attende un incremento delle emissioni di gas serra a livello nazionale dello 0.3% rispetto al 2020 come conseguenza della ripresa delle attività economiche.

Questo andamento, avvisa l'Ispra, "conferma la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo".