Clima, eventi estremi ovunque: superato il punto di non ritorno?
Gli scienziati del clima guardano stupiti agli ultimi eventi meteo estremi. Cosa sta succedendo? Dalla corrente del golfo al permafrost e rilascio di metano, ecco cos’è il tipping point o punto di svolta e perché preoccuparcene.
La sequenza delle notizie e cronache è impressionante. Caldo estremo con 50 gradi in Canada, decine di tornado in Cina, Incendi distruttivi a Cipro, l’uragano Elsa che spazza i Caraibi, ma anche freddo estremo in sud America sono gli ultimi esempi nel mondo.
In Europa si va dal caldo record in Spagna ma perfino in Norvegia al circolo polare artico, alle recenti catastrofiche alluvioni in Germania. Quanto all’Italia, dopo settimane di caldo intenso e temperature di 42-44°c in Sicilia, ecco ai primi temporali un campionario di danni da downburst, tornado e grandine.
Gli eventi estremi delle ultime settimane preoccupano perfino gli scienziati del clima La domanda viene spontanea, abbiamo superato una soglia critica o addirittura un punto di non ritorno?
Lo stupore degli scienziati
Tante le dichiarazioni preoccupate di climatologi e scienziati coinvolti nella lotta ai cambiamenti climatici. Risulta sempre più raro e difficile trincerarsi dietro il classico affermare che “il singolo evento non è attribuibile al cambiamento climatico” ed anche che è tempo e non clima. Se è vero che tempo e clima sono due aspetti diversi, è anche vero che il clima che cambia influenza pure il tempo meteorologico, basti pensare ai cambiamenti della corrente a getto.
Quanto alle affermazioni di noti scienziati, Dieter Gerten, professore di climatologia e idrologia del cambiamento globale presso l'Istituto di Potsdam ha affermato al Guardian:,
Daniel Swain, scienziato del clima presso l'Università della California, ha affermato che negli Stati Uniti sono stati stabiliti così tanti record quest'estate che non hanno più fatto notizia: "Gli estremi che sarebbero stati degni di nota un paio di anni fa non lo sono più, perché impallidiscono rispetto ai sorprendenti aumenti di poche settimane fa”.
Peter Kalmus, scienziato del clima presso il JPL della NASA, si dice preoccupato per i nuovi fenomeni dovuti a "processi complicati e non lineari", molti modelli in particolare riguardo la fusione delle calotte glaciali dell’artico e della Groenlandia si sono rivelati troppo ottimisti. “I modelli, in questo caso, si sono dimostrati eccessivamente conservatori, escludendo alcuni importanti processi del mondo reale", ha affermato il noto climatologo Michael Mann.
Tipping point: cos’è?
Il tipping point, o punto di svolta, è una soglia che, se superata, può portare a grandi cambiamenti nello stato del sistema. Non esiste un unico tipping point, ci sono più punti di non ritorno nel sistema climatico fisico , negli ecosistemi colpiti e talvolta in entrambi.
Di alcuni di questi si conosce quando potrebbe innescarsi il processo irreversibile, di altri è meno noto. Potrebbero però esistere altri punti di svolta non noti che potrebbero innescare processi a catena a noi ignoti che ci condurrebbero in un territorio sconosciuto di cambiamenti climatici improvvisi ed estremi.
Eventi estremi recenti: cosa è successo?
Possiamo fare solo delle ipotesi, la scienza richiede tempo per raccogliere dati, analizzarli e per dimostrare le teorie. La velocità dei cambiamenti recenti però richiede di interrogarsi subito e con urgenza su cosa sta succedendo e perché.
Una delle cause meteo di questa situazione è l’ondulazione della corrente a getto con l’accentuazione delle situazioni di blocco. Perché questo avviene? Una ipotesi è legata proprio alla fusione dei ghiacci artici marini, con innesco di reazioni inverse (feedback) sia per la diminuzione di differenza di calore fra polo ed equatore sia per il rilascio di vapor acqueo dalle superfici marine artiche libere dal ghiaccio.
Potrebbe essere questo uno dei punti critici ignoti? Non lo sappiamo, ma pensarlo viene spontaneo.
Siamo a tempo per evitare il peggio?
Qualunque sia la risposta a questa domanda, la nostra società deve reagire con forza, urgenza e coraggio sul doppio fronte, mitigazione e adattamento dei cambiamenti climatici.
La soglia di 1.5°C dell’accordo di Parigi sul clima, e a maggior ragione quella di 2°C, non è è un tipping point, ma una per così dire politica decisa nei negoziati. Non è nemmeno un limite di sicurezza, ma un confine molto labile fra il pericoloso e catastrofico.