Che tempo fa su Giove? Ce lo svela il telescopio spaziale Hubble
Meglio osservarlo da lontano, considerata la presenza di venti superiori ai 600 km/h e alla continua formazione di strutture cicloniche grandi quanto la Terra. Le recenti osservazioni di Hubble confermano un’atmosfera per il pianeta gassoso estremamente dinamica e in continua evoluzione.
Con l’atmosfera di Giove non ci si annoia mai! Difficile osservarla senza trovarvi nuove sorprese. E’ proprio per questa ragione che periodicamente il telescopio spaziale Hubble osserva il nostro gigante gassoso. Le ultime osservazioni, risalenti al gennaio di quest’anno, non hanno smentito le attese: nuovi cicloni sono stati scoperti e nuovi colori sono stati osservati per i vecchi cicloni già noti.
Caratteristiche del gigante gassoso
Sebbene sia comunemente chiamato il gigante gassoso del sistema solare, Giove possiede probabilmente un piccolo nucleo roccioso, immerso in un nucleo di idrogeno liquido. Questo nucleo liquido occupa i 3/4 del volume dell’intero pianeta.
A sua volta il nucleo liquido è circondato da una spessa atmosfera gassosa costituita prevalentemente di idrogeno gassoso, elio e metano.
La caratteristica degli strati visibili dell’atmosfera di Giove è la presenza di bande, cioè di fasce orizzontali che si alternano tra colori brillanti e colori più scuri. Queste bande atmosferiche sono composte prevalentemente di cristalli di ammoniaca ghiacciata, di composti del carbonio e dello zolfo (nulla di idoneo alla presenza di forme di vita).
Inoltre, ciascuna banda ruota in direzione opposta a quella delle bande limitrofe con velocità anche superiori ai 600 km/h. Proprio questa caratteristica del moto è all’origine dei cicloni ed anticicloni che si formano in corrispondenza dei bordi di queste bande.
Il ciclone più grande e famoso è la “grande macchia rossa”, un vortice delle dimensioni di 25.000 per 12.000 km! Questa struttura ciclonica è costantemente presente da quando per la prima volta (circa 3 secoli fa) Giove è stato osservato con i primi cannocchiali.
Recentemente, il telescopio spaziale James Webb, utilizzando la sua camera infrarossa NIRCam, è riuscito ad effettuare una sorta di “tomografia” dell’atmosfera del pianeta, permettendo di vederne, per la prima volta, la struttura verticale, dagli strati più alti a quelli più bassi.
Perché riosservare Giove
L’atmosfera di Giove, come anche quella degli altri pianeti gassosi del nostro sistema solare, è molto dinamica. I forti venti causano un caleidoscopio di fenomeni meteorologici in continua evoluzione. Lo studio di questi fenomeni è interessante di per sé, ma molto utile anche per capire fenomeni atmosferici che avvengono sulla Terra, ma in condizioni fisiche molto diverse.
Solo recentemente, ad esempio, è stata scoperta l’esistenza di una “corrente a getto”, mai prima osservata. Questa scoperta è rilevante poiché fornisce preziose informazioni per capire meglio la complessa dinamica dell’atmosfera turbolenta del gigante gassoso, ma anche il funzionamento delle correnti a getto terrestri.
Che tempo tira su Giove?
Bene, la grande macchia rossa è sempre presente, ben piazzata al suo posto. Le recenti osservazioni del telescopio Hubble hanno messo in evidenza, a latitudini più meridionali, la presenza di quella che viene chiamata “la macchia rossa Junior”. Si tratta di un vortice ciclonico formatosi tra il 1998 e il 2000 e il cui colore si alterna tra il rosso (per la prima volta nel 2006) ed il beige.
Quest’anno la macchia Jr. è diventata nuovamente rossa.
Curiosità! La macchia rossa Jr. ha un periodo di rotazione (attorno all’asse del pianeta) più breve rispetto alla macchia rossa per cui la supera ogni due anni.
Nelle ultime immagini di Hubble, appositamente effettuate a distanza di un giorno, in modo da osservare emisferi opposti del pianeta (il periodo di rotazione del pianeta è di 9 ore), sono stati osservati due nuovi cicloni in contatto (uno di colore rosso e l’altro sul rossiccio) e con rotazione in verso opposto l’uno rispetto all’altro.
La rotazione in senso opposto farà si che i due cicloni rimbalzeranno l’uno sull’altro respingendosi a vicenda.
Con le osservazioni che verranno effettuate il prossimo anno vedremo come si saranno evoluti questi cicloni e quali nuovi cicloni si saranno formati.