C’è vita sulla luna di Saturno? Siamo vicini a una risposta grazie alla missione Dragonfly della NASA
La missione Dragonfly, della NASA (National Aeronautics and Space Administration) prevede l’invio di un veicolo spaziale, nello specifico un drone delle dimensioni di un automobile, sulla superficie di Titano, il più grande satellite naturale di Saturno, il secondo pianeta più massiccio del nostro sistema solare dopo Giove.
A fine novembre è stato annunciato che il lancio della missione, previsto per il 2028, è stato affidato al potente razzo Falcon Heavy di SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation), l’azienda aerospaziale statunitense fondata nel 2002 da Elon Musk. Al momento il Falcon Heavy è il secondo razzo più potente in funzione dopo il Space Launch System (SLS) della NASA.
Gli obiettivi di questa missione sono tutt’altro che modesti, infatti la NASA con Dragonfly punta ad esplorare il potenziale della luna di Saturno per ospitare la vita.
Sempre più stretta la collaborazione tra NASA e SpaceX
Non è la prima volta che la NASA si serve di questo razzo per le sue missioni, infatti è stato utilizzato anche per la missione Europa Clipper, che ha invece come obiettivo la luna ghiacciata di Giove, Europa, sia nell’ottobre del 2023 che nell’ottobre del 2024. In generale comunque il razzo Falcon Heavy ha già effettuato 11 lanci fino ad ora ed è quindi stato ampiamente testato con successo.
Siccome mancano ancora svariati anni al lancio di questa missione, che in passato ha già subito numerosi ritardi, le cose potrebbero cambiare, ma ad ora, se tutto procederà secondo i piani, il Falcon Heavy dovrebbe portare in orbita il drone Dragonfly durante una finestra di 3 settimane nel luglio 2028.
Il viaggio sarà tutt’altro che breve, infatti il veicolo spaziale impiegherà ben sei anni per raggiungere Titano, iniziando poi la sua fase di ricerca vera e propria.
Si è scelto di studiare questo satellite perché presenta delle caratteristiche molto interessanti per la presenza di eventuali forme di vita. Innanzitutto su questo corpo celeste sono presenti mari e laghi di idrocarburi, che lo rendono l’unico corpo celeste oltre la Terra a presentare liquidi stabili sulla sua superficie. Inoltre su Titano non solo sono presenti ma risultano addirittura abbondanti i composti organici ritenuti i mattoni fondamentali della vita per come la conosciamo.
Dragonfly, un approccio innovativo per la ricerca della vita
Il lander Dragonfly, sviluppato nell’ambito del Programma New Frontiers della NASA, è progettato per esplorare Titano e prelevare campioni di materiali. In questo modo determinerà la composizione della superficie lunare in diversi contesti geologici.
Si tratta di un approccio innovativo per quanto riguarda l’esplorazione planetaria e, grazie al carico scientifico in dotazione al lander, si tenterà di caratterizzare l’abitabilità dell’ambiente di Titano studiando la progressione della chimica prebiotica e cercando indicazioni chimiche sull’eventuale esistenza di vita basata sull’acqua o sui suoi abbondanti idrocarburi.
Questo innovativo lander è alimentato a energia nucleare ed è previsto operi per circa 2 anni e mezzo terrestri, sufficienti per poter raccogliere una moltitudine di dati e forse, appunto, le prove della presenza di forme di vita sulla superficie o nell’oceano sotterraneo di acqua liquida che si sospetta essere presente su questo corpo celeste.