A distruggere lo strato di ozono potrebbe contribuire anche il Sole, lo rivela un nuovo studio
Sappiamo bene quanto sia importante lo strato di ozono per proteggere la superficie del nostro pianeta dalla radiazione ultravioletta e negli anni è diventato l’argomento centrale di molti studi. Uno di questi ha trovato una nuova insidia per questo strato.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceeding of the National Academy of Sciences (PNAS) ha analizzato gli impatti a livello globale di un evento estremo di particelle solari, con diverse intensità del campo magnetico terrestre.
Lo studio risulta particolarmente interessante anche in associazione con l’intensa tempesta solare che ha investito il nostro pianeta a inizio maggio e che ha portato alla formazione di aurore visibili anche dall’Italia.
L’attività solare però può manifestarsi in vari modi, dai brillamenti alle espulsioni di massa coronale (CME). Esiste anche un particolare fenomeno, detto “evento di particelle solari” in cui violente esplosioni di protoni avvengono direttamente sulla superficie del Sole e scagliano verso lo spazio queste particelle solari.
Dal Sole ci arrivano una moltitudine di particelle cariche
Secondo i dati raccolti il nostro pianeta all’incirca ogni mille anni viene colpito da un evento di questo tipo, l’ultimo evento di questo tipo sarebbe avvenuto intorno al 993 d.C..
Il team di ricercatori ha quindi analizzato le conseguenze di un tale evento estremo in diversi periodi, il risultato è preoccupante: se questo evento avvenisse in un periodo in cui il campo magnetico è debole potrebbe avere un effetto drammatico sulla vita sul nostro pianeta.
Questo perché il campo magnetico terrestre, ovvero lo scudo che protegge il nostro pianeta dalle particelle cariche del vento solare, in condizioni normali funziona come un enorme magnete, con le linee di campo che emergono da un polo, curvano e rientrano nell’altro polo e che deviano le radiazioni elettricamente cariche.
Il vento solare non è altro che il flusso costante e fluttuante di elettroni e protoni che emette l’atmosfera esterna del Sole.
Non tutto il vento solare viene schermato, in realtà ai poli alcune radiazioni cosmiche ionizzanti riescono a penetrare fino all’alta atmosfera, dove poi interagiscono con le molecole di gas dando vita alle aurore.
Il campo magnetico terrestre però non è statico, ha periodi in cui è debole e altri in cui è più forte.
Se quindi anche in condizioni “normali” alcune particelle riescono a penetrare, senza eventi estremi, pensate a quello che può succedere nel caso in cui il flusso di particelle solari sia particolarmente intenso e il nostro campo magnetico sia invece più debole.
Quello che è emerso è che queste radiazioni sono in grado di causare gravi danni al sottile strato di ozono che ci protegge dalla radiazione ultravioletta.
Sappiamo ormai bene quanto l’ozono stratosferico sia importante per la vita sulla Terra, infatti è grazie a questo strato che parte della radiazione UV proveniente dal Sole viene bloccata, impedendole di raggiungere la superficie terrestre.
Molti avvenimenti del passato potrebbero trovare spiegazione
Un tale evento estremo, oltre ad avere un effetto immediato, è anche in grado di innescare una serie di reazioni chimiche nell’alta atmosfera in grado di ridurre l’ozono. La riduzione potrebbe durare un anno o poco più nella migliore delle ipotesi, addirittura sei anni nel caso in cui il nostro campo magnetico sia molto debole.
I livelli di UV potrebbero aumentare del 25%, aumentando il tasso di danno al DNA (aumentando il rischio di cancro alla pelle) indotto dal Sole fino al 50%.
Il periodo più recente di campo magnetico debole è iniziato 42.000 anni fa ed è durato circa mille anni e proprio in questo periodo sono avvenuti diversi grandi eventi evolutivi, come la scomparsa degli ultimi Neanderthal in Europa e l’estinzione di alcuni marsupiali in Australia.
Questo studio, con l’analisi della combinazione di eventi estremi e intensità del campo magnetico terrestre, potrebbe spiegare quindi diversi eventi misteriosi nel passato della Terra.
Riferimento allo studio:
Pavle Arsenović et al, Global impacts of an extreme solar particle event under different geomagnetic field strengths, Proceedings of the National Academy of Sciences (2024). https://doi.org/10.1073/pnas.2321770121