Ancora un terremoto ai Campi Flegrei, cosa sta causando questi sciami sismici?
Nuovo sciame sismico ai Campi Flegrei, terremoto di magnitudo 3.2 questa mattina. Poi un altro di magnitudo 4.2 nella notte del 27 settembre. Cosa sta succedendo? Cosa dicono gli esperti?
Il 26 settembre, a partire dalle 5:06, è stato registrato un nuovo sciame sismico nell'area dei Campi Flegrei. L'evento più forte era avvenuto intorno alle 9 della mattina del 26, con magnitudo 3.2 ed è stato avvertito nell'area, causando nuovamente apprensione tra i residenti, anche se non si riscontrano danni. Un nuovo terremoto si è poi verificato alle 3.35 del 27 settembre, stavolta con magnitudo 4.2 ed ipocentro molto superficiale. Il sisma ha creato molta apprensione nell'area di Napoli.
Nell'area si registrano da mesi numerosi sciami sismici, durante i quali si sono verificate anche scosse di terremoto più forti, come quella dello scorso 7 settembre, o del 18 agosto.
Intorno a questi eventi sismici c'è grande attenzione perché sono legati all'attività vulcanica dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica, cioè un'area depressa dovuta al collasso di una enorme camera magmatica sotterranea a seguito di gigantesche eruzioni avvenute nel passato. Questo campo vulcanico di forma depressa non va confuso con il Vesuvio, il vulcano di Napoli conosciuto in tutto il mondo per l'eruzione che nel 79 distrusse Pompei ed Ercolano.
L'aumento dell'attività sismica e la deformazione del suolo legata al fenomeno del bradisismo, stanno generando molte domande, e c'è preoccupazione per possibile riattivazione del vulcano. Cosa dice l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia?
C'è la possibilità di un'attivazione del supervulcano dei Campi Flegrei?
In questi mesi - informa l'INGV in un articolo pubblicato nei giorni scorsi, firmato da Mauro Di Vito, Francesca Bianco e Carlo Doglioni - come riportato nell’ultimo bollettino settimanale di sorveglianza vulcanica (relativo ai dati rilevati dalle reti di monitoraggio dell’INGV Osservatorio Vesuviano al 3 settembre 2023), il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione permane a circa 15±3 mm/mese.
"Nelle ultime settimane - si legge ancora nell'articolo - si stanno verificando più frequentemente sciami sismici, come quelli avvenuti il 18 agosto e il 7 settembre, con diverse decine di eventi la cui magnitudo massima è 3.8 ± 0.3".
"La causa del sollevamento del suolo e quindi della sismicità - informa ancora l'articolo dell'INGV - può essere dovuta a una forte risalita di gas e una maggiore pressurizzazione del sistema idrotermale profondo. Un’altra possibilità è che si stiano iniettando nel sottosuolo delle lingue di magma alimentate dal sistema magmatico profondo".
Viene quindi confermata la causa di questi eventi sismici e del sollevamento del suolo, legata al vulcanismo dell'area, anche se non è del tutto chiaro quale sia il processo che si sta verificando.
"I dati attualmente disponibili - si legge ancora - indicano che l’origine del sollevamento può essere prodotto da una risalita, probabilmente pulsante, di fluidi di origine magmatica". "La sorveglianza vulcanica ed il monitoraggio - si legge ancora - effettuati in continuo dalla sezione dell’INGV-Osservatorio Vesuviano attraverso la sua fitta rete strumentale multiparametrica, mira proprio a definire tutti i possibili cambiamenti nel sistema superficiale e profondo per determinare possibili risalite magmatiche verso la superficie che potrebbero produrre un’eruzione vulcanica".
Possibilità di un'eruzione? La probabilità è bassa
Gli esperti aggiungono, nelle conclusioni dell'articolo, che "attualmente la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa, proprio perché non vi sono evidenze di risalita di magma verso la superficie". L’attenzione dell’INGV-OV continua però ad essere massima, nella raccolta, studio e interpretazione dei dati ed ogni variazione viene e sarà sempre discussa e comunicata tempestivamente agli organi di Protezione Civile nei suoi vari livelli.
Aggiornamento del 27 settembre 2023
In una comunicazione del Direttore dell’Osservatorio Vesuviano pubblicata all'alba del 27 settembre, poche ore dopo la forte scossa di magnitudo 4.2 che ha creato molta apprensione a Napoli, Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, dichiara: “La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile.
I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, in lieve incremento negli ultimi giorni, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana. Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli. Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità”.