Ambiente: superati sei confini planetari su nove, cosa significa e cosa rischiamo?
Un team di scienziati ha analizzato in dettaglio nove confini ambientali planetari e ha scoperto che in sei di questi siamo oltre il limite di sicurezza. Cambiamenti climatici, biodiversità, acqua dolce, biogeochimica, ozono e altri: ecco quali sono stati superati. Quali rischi corre l’umanità sforando questi limiti?
Un gruppo internazionale di scienziati ha pubblicato sulla rivista Science Advance (Richardson et al 2023, Science Advances 13 Sep 2023, Vol 9, Issue 37 ) una analisi dettagliata della resilienza planetaria mappando tutti i nove processi di confine che definiscono uno spazio operativo sicuro per l’umanità.
Una volta di più emerge che l'attività umana influisce più che mai sul clima e sugli ecosistemi della Terra, mettendo a rischio la stabilità dell'intero pianeta. Sei dei confini planetari sono ora oltrepassati, ecco quali e cosa può implicare per la nostra società.
Cosa sono i confini planetari
I "confini planetari" sono un concetto teorico sviluppato nel 2009 nell'ambito della ricerca scientifica sulla resilienza dell’umanità alla crisi ambientale. Questo concetto è stato introdotto per valutare i limiti entro cui l'umanità può operare in modo sostenibile, mantenendo un ambiente stabile e adatto alla vita umana. I confini planetari sono stati proposti per identificare i punti critici oltre i quali le attività umane potrebbero avere conseguenze catastrofiche per il pianeta e per la società.
Queste ultime comprendono aspetti quali sostanze chimiche e sintetiche, microplastica, materiali radioattivi, compresi i rifiuti nucleari e le armi nucleari, gli organismi geneticamente modificati e altri interventi umani nei processi evolutivi.
I limiti superati
La ricerca pubblicata afferma che sei dei nove confini planetari hanno superato il “limite di sicurezza”, in particolare cambiamenti climatici, integrità della biosfera e biodiversità, uso del suolo, acqua dolce, flussi biogeochimici e le “entità nuove”, fra cui la plastica e altri inquinanti e gli OGM. Restano sotto il confine planetario o in fase non nota acidificazione degli oceani, aerosol atmosferici, ozono stratosferico. Su tutti questi però aumenta la pressione e il limite potrebbe anche essere già stato superato.
Nuove prove scientifiche in particolare hanno consentito al team di scienziati di quantificare il limite del carico di aerosol atmosferico. Questo confine non è stato ancora superato, ma l’aumento delle pressioni è evidente in vaste regioni in cui l’inquinamento da particelle atmosferiche influisce sui sistemi monsonici.
Il nuovo confine delle “entità nuove” è stato ora quantificato e la valutazione conferma che è stato superato. Questo comprende l’introduzione e l’accumulo di tutti i nuovi composti chimici creati dall’uomo, come microplastiche e interferenti endocrini, pesticidi e scorie nucleari.
Le novità dello studio
Il nuovo studio è la terza importante valutazione del quadro dei confini planetari, ed è il primo a fornire un check-up completo di tutti e nove i processi e i sistemi che mantengono la stabilità e la resilienza del nostro pianeta.
Oltrepassare un confine non equivale automaticamente a cambiamenti drastici che avvengono da un giorno all’altro, ma insieme segnano una soglia critica per l’aumento dei rischi per le persone e per gli ecosistemi di cui facciamo parte.
C’è anche una notizia di speranza, Il limite dell’ozono stratosferico (il buco nell’ozono) era stato superato negli anni ’90 ma, grazie alle iniziative globali e al Protocollo di Montreal del 1988 questo limite ora non viene più oltrepassato.
La nuova valutazione dei confini planetari sottolinea i legami stretti e complessi tra le persone e il pianeta. “In definitiva, evidenzia le conseguenze ambientali della vita nell’Antropocene e la nostra responsabilità come futuri amministratori del pianeta”, afferma il coautore dello studio Ingo Fetzer del Stockholm Resilience Center dell’Università di Stoccolma.
Cosa rischiamo a oltrepassare i confini planetari
Potremmo paragonare i confini planetari a un’automobile che viaggia oltre i limiti di velocità e porta anche il motore fuorigiri. Un altro paragone è col corpo umano e con i parametri vitali o gli esami del sangue. La pressione arteriosa oltre 120/80 non indica un infarto o ictus, ma ne aumenta il rischio.
“Questo aggiornamento sui confini planetari descrive chiaramente un paziente che non sta bene, con la pressione sul pianeta aumenta e i confini vitali vengono violati. Non sappiamo per quanto tempo potremo continuare a oltrepassare questi limiti fondamentali prima che pressioni combinate portino a cambiamenti e danni irreversibili”, afferma il ricercatore e coautore del Centro Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e professore di scienze ambientali presso lo Stockholm Resilience Center dell'Università di Stoccolma.
"La scienza e il mondo in generale sono davvero preoccupati per tutti gli eventi climatici estremi .... Ma ciò che ci preoccupa, ancora di più, sono i crescenti segnali di diminuzione della resilienza planetaria, manifestata dalla violazione dei confini planetari, che ci avvicina a punti critici e chiude la finestra per avere qualche possibilità di mantenere il limite climatico planetario di 1,5°C," ammonisce infine Johan Rockström.