Allarme granchio blu sulle coste italiane, diffusione esponenziale in Romagna dopo l'alluvione
Per la fauna locale è una vera e propria catastrofe. La sua diffusione sta mettendo in crisi il mercato degli allevamenti di cozze e vongole lungo l’Adriatico, la sua presenza si è moltiplicata dopo l'alluvione in Romagna.
Il granchio blu, nome scientifico Callinectes sapidus, è una specie originaria della costa orientale degli Stati Uniti, diffusa dal Canada meridionale all’Argentina settentrionale. Numerosi studi hanno individuato la sua comparsa nel Mar Mediterraneo intorno alla metà del Novecento, inizialmente in Tunisia e Algeria, per poi estendersi nel Mar Egeo, in Turchia, e infine nel Mar Adriatico.
Secondo gli esperti il granchio blu ha raggiunto l’Europa attraverso le acque di zavorra delle navi mercantili provenienti dal continente americano. Pertanto, si tratta di una specie aliena o alloctona, spostata dalla sua area geografica originale a causa dell’azione diretta o indiretta dell’uomo.
Un predatore dagli artigli potenti
Il granchio blu, noto per la sua caratteristica colorazione delle chele, è un predatore imponente che può raggiungere una larghezza di oltre 23 centimetri nei maschi e 20 centimetri nelle femmine, con una lunghezza media di circa 9 centimetri. Le sue potenti chele sono armate con due dentelli frontali triangolari e nove laterali appuntiti, che utilizza per catturare le sue prede.
Solitamente abita le profondità marine comprese tra i 30 e i 40 metri, ma dimostra una notevole adattabilità alle condizioni di vita, riuscendo a sopravvivere anche in fondali bassi di lagune salmastre ed estuari dei fiumi. Le sue chele blu possono causare danni alle reti da pesca.
Il granchio blu era preda di tartarughe, pesci e uccelli nelle sue aree d’origine. Tuttavia, in assenza di predatori naturali, come accade qui in Italia, questo crostaceo si riproduce rapidamente, con ogni esemplare femmina capace di deporre da 700.000 a 2 milioni di uova. Questo fenomeno contribuisce alla sua proliferazione incontrollata nelle acque in cui si insedia.
Grave minaccia alla biodiversità
Per il Mediterraneo è una specie aliena, venendo dalle acque del Nord-America. Per ciò è un pericolo per la nostra biodiversità. Non solo ha un ciclo riproduttivo massivo ma è anche onnivoro. Mangia di tutto e con le sue chele a forbice è in grado di tagliare anche alcune reti.
Per la fauna locale è una vera e propria catastrofe. La sua diffusione sta mettendo in crisi il mercato degli allevamenti di cozze e vongole lungo l’Adriatico. Difatti, il granchio blu si sta nutrendo delle sementi di vongole e cozze (che vengono deposte sul fondale per favorirne la crescita) che gli allevatori hanno pagato a caro prezzo e posizionato con fatica.
Questa situazione sta praticamente distruggendo la catena di produzione delle vongole, causando danni economici e mettendo a rischio l’ambiente, con la progressiva scomparsa della biodiversità nella zona.
L’alluvione in Romagna favorisce l’espansione
Dal 2008, la presenza del granchio blu si è diffusa in diverse regioni italiane, comprese Puglia, Abruzzo, il bacino di Torre Colimena nel mar Ionio, il porto di La Spezia in Liguria, la costa orientale della Sicilia, la Sardegna e il litorale romano.
Nelle ultime settimane, sembra che il granchio blu abbia avuto una proliferazione esponenziale nella Sacca di Goro, in Emilia-Romagna, e nelle lagune del Veneto. A quanto pare l’alluvione in Romagna pare abbia avuto un ruolo di primo piano, nel favorire la diffusione del granchio blu.
Fino a quel momento, la salinità dell’acqua nella laguna era rimasta piuttosto elevata, ma è diminuita improvvisamente a causa dell’afflusso dei fiumi nell’oceano durante l’inondazione. Il granchio blu è una specie eurialina, in grado di sopportare ampie fluttuazioni nella salinità, e ciò ha favorito una massiccia proliferazione della sua popolazione.