Allarme CO₂: aumento record di anidride carbonica in atmosfera, a rischio l’obiettivo 1,5°C dell'accordo di Parigi
Uno studio del Metoffice ha evidenzialo che l'aumento delle concentrazioni di CO₂ in atmosfera è incompatibile con i percorsi dell'IPCC per restare al di sotto di 1,5°C. L’incremento annuo delle concentrazioni ha raggiunto trend da record, quali sono i motivi?
Ogni anno regolarmente si parla di nuovi record di concentrazioni di CO₂ in atmosfera. Del resto le emissioni in atmosfera continuano a crescere, non è bastata la pausa e temporanea riduzione delle emissioni durante i lockdown per la pandemia Covid 19. Senza una drastica e permanente riduzione delle emissioni, ogni anno avremo nuovi record e da un lato questo non ci stupisce.
Stupisce e preoccupa invece ambientalisti e scienziati del clima che non solo le concentrazioni aumentano, ma aumenta anche il tasso di crescita annuo. E questo non è un buon segnale. L’analisi del Metoffice, servizio meteorologico del Regno Unito, fa chiarezza sulla situazione e sulle cause di questo fenomeno.
Aumento record delle concentrazioni di CO₂ atmosferica nel 2024
Secondo i dati raccolti fin dal 1958 all’Osservatorio di Mauna Loa, nelle Hawaii, il 2024 ha evidenziato un preoccupante record nell’incremento annuale della concentrazione di biossido di carbonio. Nel dettaglio l’aumento è stato di 3.58 parti per milione (ppm), portando a fine anno la concentrazione di dicembre 2024 a 425.40 ppm.
Le analisi satellitari confermano questo dato anche a livello globale, favorito principalmente a tre fattori: le emissioni record da combustibili fossili, dovute all’uso smodato di carbone, petrolio e gas naturale.
La riduzione degli assorbimenti da parte dei pozzi di carbonio naturali, come le foreste tropicali e gli oceani, che assorbono meno CO₂ a causa delle temperature più alte e, per le foreste, delle siccità e deforestazione. I grandi incendi boschivi, alimentati da ondate di caldo e siccità, in parte accentuati dal fenomeno de El Niño.
Fuori rotta dal percorso per gli 1.5°C
Per restare entro la soglia di limitare l’aumento delle temperature globali entro +1.5°C sull’era preindustriale, l’aumento annuo secondo gli scenari IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dovrebbe restare sotto 1.8 ppm all’anno, per poi passare alla stabilizzazione delle concentrazioni sotto a 450 ppm. I dati mostrano che l’aumento è ben al di sopra di questa soglia.
Per il 2025 gli scienziati prevedono un incremento leggermente inferiore a quello del 2024, pari a 2,26 ± 0,56 ppm, grazie alla transizione dalla fase di El Niño a La Niña.
Il raffreddamento oceanico e quindi atmosferico infatti, seppur relativo, favorisce un maggior assorbimento di CO₂ da parte dei pozzi di carbonio naturali. Nonostante ciò, il tasso di aumento resta comunque troppo elevato per garantire il rispetto degli obiettivi dell’accordo di Parigi sul Clima.
Cos’è la Curva di Keeling: il termometro della CO₂ atmosferica
Al grafico delle concentrazioni di CO2 in atmosfera rilevate dal 1958 all’isola di Mauna Loa viene dato il nome di Curva di Keeling. Prende il nome dal chimico e climatologo statunitense Charles David Keeling, pionere di queste misure iniziate nel 1958 all’Osservatorio sul vulcano Mauna Loa in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale.
Questa curva mostra una curiosa oscillazione annuale nei valori mensili, che presentano un massimo a inizio maggio e un minimo verso fine ottobre. Non è altro che il “respiro della Terra”, un ciclo annuale dovuto al ciclo di assorbimento delle piante, che in primavera ed estate rimuovono anidride carbonica e in inverno ne rilasciano.
Sovrapposto a questo ciclo c’è però un inequivocabile aumento, che ora appunto è a livelli record non solo come valore assoluto ma anche come tasso di incremento.
Grazie a queste misure continue oggi abbiamo la prova scientifica dell’aumento costante della CO₂ dovuto alle attività umane.
Un trend preoccupante: le implicazioni per il clima
Il professor Richard Betts del Metoffice ha affermato che il 2024 sia stato l’anno più caldo mai registrato, con temperature medie superiori alla soglia +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Per ora ciò non significa che l’Accordo di Parigi sia già stato violato, poiché la soglia si riferisce a un trend di lungo periodo e non a singoli anni record. Tuttavia, la tendenza al riscaldamento globale continuerà fino a quando la CO₂ continuerà ad accumularsi nell’atmosfera.
La fase de La Niña recentemente iniziata potrebbe contribuire a ridurre temporaneamente il tasso di aumento di CO₂, favorendo anche maggiori assorbimenti da parte di foreste e oceani. Tuttavia, la strada da percorrere è una sola e nota: arrivare ad emissioni nette zero di tutti i gas serra, avviando in fretta l’abbandono dei combustibili fossili.
Senza un’azione urgente e ambiziosa azione a livello internazionale, sarà sempre più difficile contenere il riscaldamento globale.