Alla scoperta degli pseudo fronti, la tipologia di fronte molto diffusa sul Mediterraneo
A differenza dei fronti classici questa variante, introdotta da meteo France, si identifica per una discontinuità termica nella bassa troposfera, da cui si generano dei moti ascendenti abbastanza limitati.
Oltre ai fronti freddi e ai fronti caldi e occlusi classico, esistono pure i cosiddetti “pseudo fronti”. A differenza dei fronti classici questa variante, introdotta da meteo France, si identifica per una discontinuità termica nella bassa troposfera, dalla cui “baroclinicità” si generano dei moti ascendenti abbastanza limitati, a quote non superiori ai 2000-3000 metri. A loro volta, questi moti ascendenti vengono sovrastati da moti discendenti, prodotti dall’avvento di avvezioni calde o di vorticità in quota, che stoppano l’attività convettiva, creando nubi stratificate, come i nembostrati.
Proprio per questo motivo, differentemente dai fronti classici, gli “pseudo fronti” vengono identificati come “fronti catabatici”. Un altro aspetto distintivo è l’assenza di un vero e proprio warm Conveyor belt, spesso sostituita da una ristretta avvezione calda pre-frontale generata dalla circolazione ageostrofica indotta dalla baroclinicità lungo la discontinuità termica.
Fronti tipici dell’area del Mediterraneo
Gli “pseudo fronti” rappresentano una caratteristica peculiare dell’area mediterranea. Nella scuola meteorologica sinottica dei paesi del Mediterraneo essi vengono classificati, a secondo della casistica, in; “pseudo fronte freddo”, “pseudo fronte caldo” e “pseudo fronte stazionario”. Ma ora andiamo a identificare queste varie tipologie, tipiche del bacino del Mediterraneo.
Pseudo fronte freddo atlantico
Lo “pseudo fronte freddo atlantico” si presenta solitamente nella parte più meridionale di un fronte freddo classico, di origine atlantica, che transita sul Mediterraneo. Si caratterizza da una estesa copertura nuvolosa medio-bassa che dà luogo a precipitazioni sparse, a tratti anche a sfogo di rovescio, per merito degli scambi diabatici fra mare e aria o per ragioni di tipo orografiche. La sua presenza, di solito, dalle immagini satellitari, viene evidenziata da una sfumatura di nubi medio-basse che rappresentano una prosecuzione del fronte freddo classico.
Le traiettorie di questo “pseudo fronte” ricalcano quelle delle famiglie cicloniche che si formano a ridosso del fronte polare, i cui sistemi frontali interessano più direttamente l’Europa centrale, sino al margine settentrionale del Mediterraneo.
L’individuazione del soggetto sinottico non può prescindere dalla presenza di un fronte freddo classico, che dalla parte sottovento dell’asse di saccatura si estende nella parte sopravento, fino a penetrare nel campo anticiclonico (qui parleremo di “pseudo fronte”). L’estensione di tali code del fronte freddo riguarda generalmente l’Atlantico e, successivamente pure il Mediterraneo, per l’effetto indotto dalla ventilazione nord-occidentale.
Essendo accompagnati dal maestrale, vento nord-occidentale che sfonda dalla Valle del Rodano, le regioni più interessate da questo tipo di “pseudo fronte freddo” sono quelle che si affacciano sul Tirreno, dove si sviluppano dei “clusters temporaleschi” per i notevoli scambi diabatici fra mare e aria sovrastante
Pseudo fronte freddo continentale
Lo “pseudo fronte freddo continentale” come parte terminale di un fronte freddo classico, di origine continentale, con una associata intensa avvezione fredda nei bassi strati. La nuvolosità più importante in genere è indotta per l’orografia o processi diabatici, fra mare e masse d’aria sovrastanti, dando luogo a precipitazioni moderate, ma prevalentemente convettive, con rapida rotazione ed intensificazione dei venti.
Gli “pseudo fronti freddi continentali” che interessano l’Italia provengono dai Balcani o dalla regione carpatico-danubiana, andando ad interessare principalmente le regioni del versante adriatico e ionico. Essi accompagnano l’ingresso di una intensa irruzione fredda continentale nei bassi strati e vengono accompagnati da una sostenuta, a tratti pure forte, ventilazione dai quadranti nord-orientali, con l’attivazione di una impetuosa bora sul Golfo di Trieste, tramontana sul Tirreno e maestrale al Sud.
Anche in questo caso è molto importante il forcing orografico, laddove esso si manifesta con gli elevati quantitativo di precipitazione elevate sui versanti orientali dell’Appennino, della Sardegna e sulla Sicilia settentrionale. In alcune situazioni sinottiche questi “pseudo fronti freddi” sono andati ad interagire con occlusioni già presenti sui mari che circondano l’Italia.
Gli effetti conseguenti consistono in un rinforzo dei venti dai quadranti orientali, con ingresso di un “cold conveyor belt”, una sensibile intensificazione della “baroclinicità” nei bassi strati ed incremento delle precipitazioni.
Pseudo fronte caldo
Lo “pseudo fronte caldo” caratterizzato principalmente da un sensibile aumento della temperatura e nuvolosità alta e stratiforme. Questo tipo di “pseudo fronte” nella maggior parte dei casi non dà luogo a precipitazioni.
La traiettoria risulta concomitante ai flussi meridionali che convogliano l’aria calda e secca, d’estrazione sub-tropicale continentale, sul Mediterraneo.
Lo “pseudo fronte caldo” è generato da un processo frontogenetico dove un ruolo attivo viene assunto solo dall’avvezione calda. Questa configurazione si associa spesso all’azione di una depressione in quota, dove solitamente l’avvezione fredda è limitata agli strati superiori della troposfera.