A Palermo la prima somministrazione del farmaco che ritarda l'esordio del diabete mellito

Il diabete di tipo 1 riguarda circa il 5-10 per cento delle persone affette da diabete e in genere insorge nell'infanzia o nell'adolescenza, ma può manifestarsi anche negli adulti.

Diabete tipo 1.
Nei giorni scorsi in Italia, più precisamente al Policlinico 'Paolo Giaccone' di Palermo, è stata eseguita la prima infusione in Italia di un anticorpo monoclonale, il teplizumab, su una giovane di 23 anni.

Il diabete giovanile, noto come diabete mellito di tipo 1, è una malattia cronica che colpisce soprattutto bambini e adolescenti, anche se in alcuni casi può manifestarsi in età adulta.

In pratica esordisce dopo la distruzione delle cellule beta del pancreas, che producono insulina, un ormone essenziale per regolare i livelli di glucosio nel sangue.

Senza insulina, il glucosio si accumula nel sangue, causando iperglicemia. A differenza del diabete di tipo 2, che è più legato a fattori come obesità e stile di vita, il mellito non è prevenibile e non dipende dallo stile di vita della persona.

In Italia la prima infusione di anticorpo monoclonale per rallentarne lo sviluppo

Nei giorni scorsi in Italia, più precisamente al Policlinico 'Paolo Giaccone' di Palermo, è stata eseguita la prima infusione in Italia di un anticorpo monoclonale, il teplizumab, su una giovane di 23 anni.

L’obiettivo di questo anticorpo è quello di rallentare l'esordio della malattia e rappresenta, secondo i diabetologi, una svolta nell'approccio.

Il diabete di tipo 1 riguarda circa il 5-10 per cento delle persone affette da diabete e in genere insorge nell'infanzia o nell'adolescenza, ma può manifestarsi anche negli adulti.

Lo 0,19% dei bambini italiani, secondo un recentissimo screening realizzato dal ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità, è risultato positivo a due o più anticorpi potenzialmente indicativi della malattia, per cui è definito ad alto rischio.

L’importanza di sapere di essere diabetici

Accorgersi di questa patologia prima che si manifesti significa evitare le pericolose e inaspettate crisi di chetoacidosi che troppo spesso segnalano l'esordio della malattia fino a quel momento misconosciuta.

Diabete.
Il teplizumab rappresenta una terapia valida e concreta in tutti quei pazienti con predisposizione all'insorgenza del diabete mellito di tipo 1, grazie alla sua capacità di ritardarne in maniera significativa l'esordio, segnando una svolta scientifica nell'approccio alla malattia.

Nei casi più estremi queste crisi possono essere dannose, se non risultare a volte letali. La nuova terapia nel novembre 2022 è stata approvata dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per il trattamento di pazienti con almeno due autoanticorpi per il diabete e una condizione di disglicemia (alterato metabolismo glucidico, spesso definita pre-diabete), con l'obiettivo di ritardare l'esordio della malattia conclamata.

Da ottobre il farmaco disponibile anche in Italia

Da ottobre 2024 il farmaco è disponibile in Italia a uso compassionevole, ossia nei casi in cui se ne consiglia l'uso prima che l'iter burocratico di approvazione da parte degli Enti regolatori, l'Ema a livello europeo e l'Aifa in Italia, sia concluso.

Per Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), "la sua capacità di ritardare in maniera significativa l'esordio della malattia segna una svolta scientifica nell'approccio preventivo. L'implementazione di campagne di screening sarà fondamentale per identificare precocemente i soggetti che potrebbero beneficiare di questo trattamento innovativo".

Il teplizumab rappresenta una terapia valida e concreta in tutti quei pazienti con predisposizione all'insorgenza del diabete mellito di tipo 1, grazie alla sua capacità di ritardarne in maniera significativa l'esordio, segnando una svolta scientifica nell'approccio alla malattia.

La sua somministrazione avviene tramite infusione intravenosa giornaliera (minimo 30 minuti) per 14 giorni consecutivi, con dosi calcolate in base alla superficie corporea. Campagne di screening sono essenziali per identificare precocemente i soggetti che possono beneficiare del trattamento.