L'uragano Margot si avvicina all'Europa, come influenzerà il tempo sull'Italia?
Il più vicino alle coste europee è l’uragano “Margot”, che ora si trova posizionato poco ad ovest delle Azzorre, come uragano di 1^ categoria Saffir-Simpson, caratterizzato da venti medi sostenuti fino a 140 km/h e una pressione centrale sotto i 980 hPa.
L’oceano Atlantico in questi giorni è parecchio affollato di uragani e tempeste tropicali. In queste ore ci sono due uragani monitorati dal National Hurricane Center (NHC). Si tratta di “Lee” e “Margot”, oltre a una perturbazione con una probabilità del 50% di trasformarsi in tempesta tropicale nelle prossime 24 ore.
Il più vicino alle coste europee è l’uragano “Margot”, che ora si trova posizionato poco ad ovest delle Azzorre, come uragano di 1^ categoria Saffir-Simpson, caratterizzato da venti medi sostenuti fino a 140 km/h e una pressione centrale sotto i 980 hPa.
Margot sull'Atlantico
Nelle prossime ore il ciclone tropicale dovrebbe rapidamente indebolirsi, venendo agganciata dal flusso delle medie latitudini. Osservando le ultime immagini satellitari si nota come la tempesta è stata agganciata dalla parte terminale di un esteso sistema frontale che si prepara ad approcciare le Isole Britanniche.
In questa fase i forti venti in quota stanno iniziando a spazzare le bande nuvolose spiraliformi dell’uragano, il quale fino a poche ore fa presentava una circolazione ciclonica a carattere caldo, ancora impregnata di umidità tropicale e con un “cuore caldo” fino alla media troposfera, impregnato di umidità.
Questo indica che presto “Margot” cambierà veste, iniziando la fase di transizione da ciclone tropicale a ciclone dalle caratteristiche extratropicali. Già domani l’aria fredda, polare marittima, che scivola dall’Atlantico settentrionale, presente all’interno di questa ampia saccatura, specialmente in quota, tende ad interagire con la piccola ma potente struttura depressionaria facente capo a “Margot”.
L’uragano atlantico cambierà il suo volto, da un ciclone tropicale quasi perfetto (sistema “barotropico”), dotato di un occhio ben visibile e circondato da enormi bande nuvolose torreggianti, ad una depressione extratropicale particolarmente esplosiva (sistema “baroclino”), contraddistinta da un “gradiente barico orizzontale” molto ristretto.
Già da domani, doppiate le Azzorre, la tempesta non sarà più alimentata dal calore latente fornito dalla superficie marina (il motore dei cicloni tropicali), ma dalle pure dinamiche atmosferiche (“Jet Streak”, “baroclinicità”) e dai forti contrasti termici fra masse d’aria completamente diverse fra loro (“gradienti termici”) che alimentano i cicloni extratropicali.
L’uragano approderà in Europa?
Secondo le simulazioni dei centri di calcolo, fra cui il centro europeo ECMWF, “Margot” non dovrebbe impattare sulle coste europee, a causa della barriera offerta dall’anticiclone delle Azzorre che fa da scudo protettivo, deviando il sistema verso nord. Anche se il suo arrivo non è previsto, Margot potrebbe influenzare indirettamente il tempo nell'Europa occidentale e causare mareggiate alle Azzorre.
Come influenzerà il tempo sull’Europa?
Salendo verso le alte latitudini dell’Atlantico settentrionale “Margot”, con il suo outflow, contribuirà a rimodulare il flusso perturbato principale che scorre sopra l’Atlantico settentrionale, liberando tantissima energia in termini di calore latente e umidità. Ciò riuscirà a influenzare in modo diretto le sorti dell’evoluzione meteorologica fra l’Europa e il bacino del Mediterraneo.
I resti dell’uragano, durante la risalita verso nord-est, costringeranno l’anticiclone delle Azzorre e quello africano a distendersi lungo i meridiani. Proprio quest’ultimo dall’area del Maghreb si distenderà in direzione del bacino del Mediterraneo, assicurando piena stabilità e condizioni di tempo estivo, soprattutto sulle regioni meridionali e Isole Maggiori.
Il proseguo di queste condizioni meteorologiche estive, in particolare sulle regioni centro-meridionali, sarà favorito dalla risalita dei resti di “Margot” verso la parte più settentrionale dell’Atlantico.