Uragano Lorenzo: come influenzerà il tempo in Europa?
Ecco come l'uragano Lorenzo, in modo indiretto, darà origine all'ondata di maltempo in arrivo su buona parte del territorio italiano
Dopo essere passato alla storia come l’uragano più intenso mai osservato nell’Atlantico orientale, l’uragano “Lorenzo” ora comincia a perdere buona parte della sua potenza, avvicinandosi minacciosamente alle isole più occidentali delle Azzorre che stanotte sperimenteranno venti di tempesta, grosse mareggiate e a piogge torrenziali per diverse ore.
In modo particolare le isole di Corvo e Flores saranno le più esposte, sia ai venti tempestosi che alle piogge torrenziali e alle conseguenti mareggiate.
“Lorenzo” inizia ad essere agganciato dalle “westerlies”
Osservando le ultime immagini satellitari si nota come la tempesta è stata agganciata dall’esteso sistema frontale che si prepara ad approcciare le Isole Britanniche. Difatti la notevole accelerazione di “Lorenzo” verso nord-est viene spiegata dal fatto che l’uragano è stato “intercettato” dai forti venti in quota presenti lungo il bordo ascendente di quell’estesa saccatura, che dalle coste meridionali groenlandesi si elonga verso l’Atlantico britannico.
In questa fase i forti venti in quota stanno iniziando a spazzare le bande nuvolose spiraliformi dell’uragano, il quale fino a poche ore fa presentava una circolazione ciclonica a carattere caldo, ancora impregnata di umidità tropicale e con un “cuore caldo” fino alla media troposfera, impregnato di umidità.
“Lorenzo” manterrà le caratteristiche tropicali?
Se si osservano attentamente le ultime moviole del satellite visibile si nota come gran parte dell’umidità aspirata dal nucleo di “Lorenzo”, dai forti venti sud-occidentali in quota, tenda a dipanarsi verso nord-est, favorendo lo sviluppo di un “Warm Conveyor Belt”, costituita da un tappeto di nubi stratificate, che si spinge fino al nord Atlantico, a latitudini parecchio elevate.
Questo sta ad indicarci che presto “Lorenzo” cambierà veste, iniziando la fase di transizione da ciclone tropicale a ciclone dalle caratteristiche extratropicali. Già in queste ore, come si denota molto chiaramente dai loops satellitari, l’aria fredda, polare marittima, che scivola dall’Atlantico settentrionale, presente all’interno di questa ampia saccatura, specialmente in quota, tende ad interagire con la piccola ma potente struttura depressionaria facente capo a “Lorenzo”.
Cosa accadrà nelle prossime ore?
In pratica presto “Lorenzo” cambierà il suo volto, da un ciclone tropicale quasi perfetto (sistema “barotropico”), dotato di un occhio ben visibile e circondato da enormi bande nuvolose torreggianti, ad una depressione extratropicale particolarmente esplosiva (sistema “baroclino”), contraddistinta da un “gradiente barico orizzontale” davvero impressionante, poiché molto ristretto.
Già da domani, doppiate le Azzorre, la tempesta non sarà più alimentata dal calore latente fornito dalla superficie marina (il motore dei cicloni tropicali), ma dalle pure dinamiche atmosferiche (“Jet Streak”, “baroclinicità”) e dai forti contrasti termici fra masse d’aria completamente diverse fra loro (“gradienti termici”) che alimentano i cicloni extratropicali.
Come influenzerà il tempo sull’Europa?
Salendo verso le alte latitudini dell’Atlantico settentrionale “Lorenzo”, con il suo outflow, contribuirà a rimodulare il flusso perturbato principale che scorre sopra l’Atlantico settentrionale, liberando tantissima energia in termini di calore latente e umidità, influenzando in modo diretto le sorti dell’evoluzione meteorologica fra l’Europa e il bacino del Mediterraneo.
Difatti i resti dell’uragano, durante la risalita verso nord-est, costringeranno l’anticiclone delle Azzorre a distendersi lungo i meridiani, con un cuneo allungato in direzione delle Svalbard e dell’Artico norvegese.
La spinta meridiana dell’alta pressione oceanica manderà in “stretching” la profonda circolazione ciclonica presente fra Russia e Finlandia, generando una saccatura di carattere meridiano (u-shaped troughs) che affonderà fino al bacino centrale del Mediterraneo, generando maltempo diffuso sull’Italia nei prossimi giorni.