L'uragano Danielle verso l'Europa: causerà un importante scompiglio meteo
Avvicinandosi al vecchio continente l'uragano "Danielle" causerà un vero e proprio scompiglio delle previsioni meteo nei prossimi giorni sul vecchio continente.
Si chiama “Danielle” ed è il primo uragano atlantico della stagione che si è sviluppato in un’area insolitamente a nord, ad ovest dell’arcipelago delle Azzorre. La cosa più insolita sta nel fatto che la tempesta si sta sviluppando proprio in questo pezzettino di oceano, ad una latitudine davvero insolita.
“Danielle” sembra però voler fare un passo avanti e acquisire un livello di sviluppo che finora si è visto raramente così lontano dai tropici. Questo ciclone tropicale si è sviluppato in un'area dell'Atlantico caratterizzata da forti anomalie di temperatura, con valori di circa +4°C +5°C sopra le medie.
Acque caldissime vicino le Azzorre
In queste settimane le acque dell’Atlantico, nei pressi delle Azzorre, tra i paralleli 40º N e 50º N, presentano valori di temperatura elevatissimi, mai visti, sopra la soglia dei +27°C. Temperature superficiali del mare così elevate sono favorevoli allo sviluppo dei cicloni tropicali in quest'area e stanno giocando un ruolo molto importante nello sviluppo dell’uragano “Danielle”.
Dopo essere rimasto stazionario per più giorni, l’uragano inizierà a spostarsi verso est o nord-est, avvicinandosi possibilmente all'Europa, tanto che non si può escludere che possa sbattere sulle coste occidentali del vecchio continente.
In questa fase, spostandosi verso nord-est, i forti venti in quota cominceranno a spazzare le bande nuvolose spiraliformi dell’uragano, il quale presenta ancora una circolazione ciclonica a carattere caldo, ancora impregnata di umidità tropicale e con un “cuore caldo” fino alla media troposfera, carico di umidità.
“Danielle” causerà un vero e proprio scompiglio meteo
Già da domani, doppiate le Azzorre, la tempesta non sarà più alimentata dal calore latente fornito dalla superficie marina (il motore dei cicloni tropicali), ma dalle pure dinamiche atmosferiche (“Jet Streak”, “baroclinicità”) e dai forti contrasti termici fra masse d’aria completamente diverse fra loro (“gradienti termici”) che alimentano i cicloni extratropicali.
Salendo verso le alte latitudini dell’Atlantico settentrionale “Danielle”, con il suo outflow, contribuirà a rimodulare il flusso perturbato principale che scorre sopra l’Atlantico settentrionale, liberando tantissima energia in termini di calore latente e umidità. Così influenzerà le sorti dell’evoluzione meteorologica fra l’Europa e il bacino del Mediterraneo.
Ancora c’è una forte incertezza riguardo la traiettoria che l’uragano potrebbe percorrere, avvicinandosi alle coste europee. L'evoluzione più probabile vede “Danielle” spostarsi verso est-nord/est, a nord delle Azzorre, che la porterebbe ad essere assorbita da un più ampio ciclone extratropicale che indugia vicino le Isole Britanniche.
Pur essendo assorbiti dalla vasta depressione britannica, i resti di “Danielle” potranno raggiungere lo stesso le coste europee, apportando piogge molto intense, spiccata attività temporalesca e venti veramente violenti, visto che pur evolvendosi in un sistema extratropicale manterrà ancora vivi caratteri “tropicali”.
Pero non si può neanche escludere che il ciclone tropicale possa seguire un tipo di traiettoria più meridionale, avvicinandosi alle coste di Portogallo e Spagna. Secondo il nostro modello di riferimento, le probabilità di un “landfall” sulle coste di Spagna e Portogallo, allo status di tempesta tropicale o uragano, sono fra il 5% e il 10%.
“Danielle” avvierà l’extratropical transition?
Con molta probabilità, avvicinandosi alle coste europee, e finendo su mari sempre più freddi in superficie, “Danielle” cambierà il suo volto, da un ciclone tropicale quasi perfetto (sistema “barotropico”), dotato di un occhio ben visibile e circondato da enormi bande nuvolose torreggianti, ad una depressione extratropicale particolarmente esplosiva (sistema “baroclino”).
Già dai prossimi giorni, superate le Azzorre a nord, la tempesta non sarà più alimentata dal calore latente fornito dalla superficie marina (il motore dei cicloni tropicali), ma dalle pure dinamiche troposferiche, distribuendo le sue energie, in termini di venti forti e piogge, su spazi sempre più ampi.