Un potenziale "medicane" potrebbe formarsi nel Mediterraneo e interessare l'Italia: ecco le aree coinvolte
Un ciclone si andrà ad isolare sui mari attorno l'Italia, apportando condizioni di maltempo diffuso al centro-sud. Scivolando verso sud, fra l’isola di Pantelleria e la vicina costa tunisina, su un tratto di mare ancora piuttosto caldo, il ciclone potrebbe evolvere in un sistema subtropicale.
Come abbiamo visto ieri, in questo articolo, la settimana si aprirà all’insegna del maltempo, a causa dell’affondo sul bacino centrale del Mediterraneo di una saccatura di origine artica, che nella sua parte terminale evolverà rapidamente in un giovane “cut-off” sul basso Tirreno.
Stavolta il maltempo interesserà principalmente le regioni centro-meridionali, colpendo solo di striscio il Nord e le regioni centrali, soprattutto i settori adriatici, a causa del richiamo di sostenuti e freddi venti di bora dall’Europa centro-orientale, che causeranno un conseguente calo delle temperature.
Maltempo, anche intenso, al Sud
Nel corso della serata di domani, martedì 21 novembre, l’affondo di questa estesa saccatura artica, verso il Tirreno, favorirà l’isolamento di una giovane ciclogenesi, fra la Corsica e le acque del medio Tirreno.
Lo sviluppo di questa depressione sarà favorito dalla spinta verso levante dell’alta pressione delle Azzorre, la quale spingerà un cuneo in direzione della Germania e della Polonia, andando così a tagliare l’asse di saccatura nella sua parte più meridionale, fino all’isolamento del ciclone extratropicale sul Tirreno centrale.
Tale depressione fra mercoledì 22 e giovedì 23 scivolerà verso il Canale di Sicilia, dove una nuova intensa avvezione di vorticità in quota, innescata dall’interazione fra la corrente a getto polare e quella sub-tropicale, si evolverà in una nuova ciclogenesi profonda che transiterà vicino la Sicilia, apportando maltempo, anche severo.
Sull’Isola si rischiano anche temporali e locali nubifragi, soprattutto sui settori meridionali e orientali. Per la Sicilia si tratterà della prima vera perturbazione “antisiccità” di stagione, visto che le precipitazioni più consistenti stavolta andranno a bagnare la parte sud-orientale della regione, in particolare la zona degli Iblei, duramente colpita dalla siccità.
Ci sono località fra agrigentino, nisseno, ragusano e siracusano, che non vedono una sola goccia d’acqua da mesi.
Oltre alla Sicilia, dove i fenomeni si faranno più intensi e diffusi, le piogge e i rovesci fra mercoledì e giovedì andranno ad investire pure la Calabria e la Puglia, dove spireranno sostenuti venti di grecale.
Rischio di “tropical transition” sul Canale di Sicilia?
Analizzando le ultime uscite dei modelli matematici viene evidenziata la possibilità di assistere ad una “tropical transition” del minimo che si isolerà sul Canale di Sicilia, fra mercoledì e giovedì.
Difatti, con lo scivolamento della depressione verso sud, fra l’isola di Pantelleria e la vicina costa tunisina, su un tratto di mare ancora piuttosto caldo in superficie (valori attorno i +22°C +23°C), si potrebbe assistere a un processo di “warm seclusion”.
Si viene così ad isolare un nucleo di aria calda proprio nei pressi del minimo depressionario, facendo assumere al sistema le tipiche caratteristiche “ibride”, sub-tropicali, o nei casi più rilevanti più propriamente tropicali.
Rischio di un “Medicane”?
In questo caso la depressione, già entro venerdì 24, potrebbe evolvere in un ciclone ibrido di carattere subtropicale. Un TLC (ricordiamo essere acronimo di tropical like Cyclone), con il “cuore caldo” che comparirebbe solo nei bassi strati (850 hPa), mentre alle quote superiori prevale ancora l’aria più fredda, anche se durante l’evoluzione della “tropical transition” il “cuore caldo” può ampliarsi e estendersi verso l’alto (fino a 700 hPa).
Alcuni modelli, inoltre, vedono come un nucleo di vorticità positiva (valori molto elevati) nella media troposfera (500 hPa) combacerebbe perfettamente con il minimo (e l'occhio) della circolazione depressionaria. Una caratteristica dei sistemi ibridi, o più tropicali.
Nei cicloni più propriamente tropicali la convezione è molto più profonda, con imponenti cumulonembi temporaleschi che possono agevolmente superare i 14 km di altezza, vista la maggior quantità di calore latente assorbita dalla superficie marina, in un ambiente già di per sé molto umido nei bassi strati.
Quello atteso fra giovedì e venerdì però non dovrebbe approfondirsi in maniera tale da raggiungere lo status di "medicane", eppure produrrà venti molto forti, soprattutto sul Canale di Sicilia, con velocità fino a oltre 80/90 km/h, come evidenziato dal modello di riferimento di meteored.
L'energia cinetica del vento si trasferirà al mare, sollevando un imponente moto ondoso, con onde alte anche più di 3/4 metri fra alto Canale di Sicilia e settore più occidentale del basso Tirreno.
Quali rischi per la Sicilia?
Tutto dipenderà dall’esatta traiettoria che seguirà questo ciclone, subito dopo la fase di ibridazione. Se passerà vicino la Sicilia l’isola rischia di dover fare i conti con una severa fase di maltempo, soprattutto in termini di piogge consistenti, temporali e venti molto forti, dai quadranti orientali.
Le zone maggiormente colpite dovrebbero essere quelle della costa meridionale e tutto il settore orientale, da Capo Passero fino a Fiumefreddo e Taormina, dove le precipitazioni potrebbero insistere fino alla giornata di venerdì.
Sull’Etna tornerà a nevicare in modo copioso sull’area sommitale, anche se inizialmente a partire dai 2000 metri, con quota neve che potrebbe scendere più in basso fra giovedì e venerdì, quando aria un po’ più fredda, sotto la spinta di intensi venti di levante e grecale, potrebbe raggiungere la Sicilia, apportando una diminuzione delle temperature.
In particolare l’area sud-orientale della Sicilia potrebbe vedere lo sconfinamento delle bande temporalesche che ruotano sul quadrante sinistro della depressione sub-tropicale, con conseguenti accumuli pluviometrici anche a tre cifre.