Questo fine settimana un "jet streak" favorirà la nascita di un ciclone bomba sull'Atlantico, venti da uragano in Europa

In questo caso, l’innesco della profondissima ciclogenesi, in mezzo all’Atlantico, verrà supportato dal passaggio, nell’alta troposfera, di un “Jet Streak”, in uscita dalle coste degli Stati Uniti.

ciclone bomba
La circolazione depressionaria, si troverà nell’uscita sinistra del “getto polare”, e verrà interessata da una cospicua “dry intrusion stratosferica” che darà ulteriore enfasi all’approfondimento del maestoso ciclone extratropicale.

Nel corso del prossimo weekend sull’Atlantico nord-occidentale si assisterà allo sviluppo di un profondissimo ciclone extratropicale, che verrà alimentato, lungo il suo bordo più occidentale, dallo scivolamento di un vasto blocco di aria polare marittima, che dal plateau groenlandese scivolerà nel cuore dell’oceano.

In questo caso, l’innesco della profondissima ciclogenesi, in mezzo all’Atlantico, verrà supportato dal passaggio, nell’alta troposfera, di un intenso “Jet Streak”, in uscita dalle coste degli Stati Uniti.

Dinamica che favorisce l’accelerazione del getto

Fra giovedì 21 e venerdì 21 novembre 2024 l’intensificazione del “gradiente di geopotenziale” in quota, che si verrà a realizzare fra l’Artico canadese, la Groenlandia e l’Atlantico occidentale, causerà un significativo rinforzo del ramo principale del “getto polare”. Proprio i “Jet Streaks”, come capita in Atlantico, sono i veri motori del tempo atmosferico e innescano lo sviluppo dei più grandi cicloni extratropicali.

Questo potentissimo fiume d’aria, che passerà nell’alta troposfera, determinerà lo sviluppo di una importante anomalia della tropopausa, ossia un notevole abbassamento di quest’ultima, agevolando l’intrusione di aria dalla stratosfera, molto secca e gelidissima, la quale scorrendo al di sopra dell’aria molto più tiepida e umida, in scorrimento nei medi e bassi strati, contribuirà ad instabilizzare l’intera colonna d’aria, accelerando l’intero processo ciclogenetico a ridosso delle coste meridionali della Groenlandia.

La circolazione depressionaria, si troverà nell’uscita sinistra del “getto polare”, e verrà interessata da una cospicua “dry intrusion stratosferica” che darà ulteriore enfasi all’approfondimento del maestoso ciclone extratropicale, facendogli assumere, nella mattinata di domani, le sembianze di una vera e propria “depressione-uragano”, con un minimo barico da capogiro che potrebbe toccare valori sui 945 hPa.

La ciclogenesi esplosiva del gennaio 1993

Basti pensare che una situazione meteorologica molto simile a quella che si verificherà nel weekend, nel gennaio 1993, favorì la formazione sull’Atlantico settentrionale del più potente ciclone extratropicale mai osservato dalle agenzie meteorologiche, che passò nel tratto di mare appena a sud dell’Islanda, con una pressione centrale che scese fino ai 914 hPa.

Il potentissimo ciclone extratropicale, avvicinandosi al Regno Unito, porto violenti venti di tempesta che raggiunsero picchi estremi di ben 194 km/h nel nord-ovest della Scozia.

Nel weekend venti tempestosi attorno le Isole Britanniche

Il “gradiente barico orizzontale” che verrà ad innescarsi lungo il margine occidentale e meridionale di questo immenso ciclone extratropicale darà origine a potenti tempeste di vento, in grado di raggiungere l’intensità di uragano, con venti violenti, da Ovest e O-NO, capaci di toccare anche i 140-150 km/h nelle raffiche, lungo l’Atlantico nord-occidentale.

ciclone bomba
Il “gradiente barico orizzontale” che verrà ad innescarsi lungo il margine occidentale e meridionale di questo immenso ciclone extratropicale darà origine a potenti tempeste di vento, in grado di raggiungere l’intensità di uragano, con venti violenti, da Ovest e O-NO, capaci di toccare anche i 140-150 km/h nelle raffiche, lungo l’Atlantico nord-occidentale.

I venti più violenti associati a questo potentissimo ciclone extratropicale, rimarranno in pieno oceano, fra l’Islanda e le coste scozzesi, dove si attiveranno venti davvero violenti da E-NE e NE, che potranno toccare o superare la soglia dei 150/160 km/h.

Ma le tempeste di vento da S-SW e SW, attive all’interno del settore caldo di questa depressione, fra sabato notte e domenica mattina rischiano di sferzare le coste occidentali irlandesi e la Scozia occidentale, con raffiche capaci di toccare punte di 140-150 km/h nei settori più aperti e nelle Isole Ebridi.

In caso del fenomeno dello “sting jet” le raffiche di vento potrebbero essere molto più intense, tanto da raggiungere velocità veramente estreme, fino a 160 km/h nei tratti costieri maggiormente aperti.

Forti mareggiate su tutte le coste dell’Europa occidentale

L’esteso “fetch” (spazio di mare su cui soffia il vento), che dal mar del Labrador si propagherà fino alle isole Far Oer, rischia di sollevare ondate davvero molto alte, molto pericolose per la navigazione marittima, che raggiungeranno altezze di oltre gli 8-9 metri lì dove si localizzeranno le tempeste più violente, sia sul quadrante meridionale della profondissima circolazione ciclonica, che in quello orientale.

ciclone bomba
In caso del fenomeno dello “sting jet” le raffiche di vento potrebbero essere molto più intense, tanto da raggiungere velocità veramente estreme, fino a 160 km/h nei tratti costieri maggiormente aperti.

Parte di queste imponenti onde, dopo aver percorso l’Atlantico raggiungeranno le Far Oer, le Shetland, le Orcadi e le isole Ebridi, originando forti mareggiate che nella giornata di domenica flagelleranno anche le coste occidentali scozzesi e quelle irlandesi, con l’irrompere di ondata, alte fino a più di 8 metri.

Ma forti mareggiate, con onde gigantesche, capaci di raggiungere altezze di 7-8 metri, ma con run-up persino di 10 metri, fra domenica e lunedì flagelleranno tutte le coste dell’Irlanda occidentale, le coste atlantiche francesi e le coste della Galizia e del Portogallo. Qui l’oceano darà veramente spettacolo.