Sul Pacifico sta per entrare in scena La Niña, potrebbe mettere fine alla siccità nelle regioni del Sud Italia?
Stavolta pare che sia finalmente la volta buona. La Niña sta per prendere forma sopra le acque del Pacifico orientale, con ripercussioni a cascata sull’intero globo.
Stavolta pare che sia finalmente la volta buona. La Niña sta per prendere forma sopra le acque del Pacifico orientale, grazie a un progressivo rafforzamento del flusso degli Alisei, che smuovendo le acque superficiali, attraverso il moto ondoso, agevola un progressivo raffreddamento della vasta superficie oceanica.
Questo rinforzo dei venti Alisei, assieme ad un raffreddamento delle acque superficiali oceaniche e ad una “madden julian oscillation” favorevole all’intensificazione dei venti orientali, sta supportando lo sviluppo della Niña, ormai sempre più vicina.
I primi effetti dell’arrivo di La Niña
I primi effetti dell’ingresso della Niña si vedranno sul continente americano, con una possibile intensificazione delle ondate di freddo sulle vaste distese continentali dell’America settentrionale, nella parte terminale dell’inverno o in primavera.
Generalmente quando entra in scena il pattern associato a La Niña le ondate di freddo sul Nord America vengono agevolate dal sensibile rallentamento della portata del ramo principale del “getto polare”, che tornerà ad ondularsi più frequentemente, con lo sviluppo di grandi “onde di Rossby” a lenta evoluzione verso levante.
Gli impatti diretti del fenomeno atmosferico
Il raffreddamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico, indotto proprio dalla La Niña, particolarmente intenso nel tratto antistante le coste peruviane e ecuadoregne, inibisce l’attività convettiva, favorendo al contempo la formazione di una permanente “inversione termica” negli strati più bassi della troposfera, a contatto con la fredda superficie oceanica.
Questa particolare condizione di “inversione termica” rende l’atmosfera molto stabile, impedendo l’insorgenza dei moti convettivi, e quindi il conseguente sviluppo della nuvolosità cumuliforme necessaria per produrre le precipitazioni nell’area tropicale.
Lo strato di inversione ostacola la formazione di qualsiasi tipo di addensamento cumuliforme, garantendo una certa stabilità e clima secco, con prevalenza di cieli sereni o poco nuvolosi. Insomma siccità prolungata.
Le conseguenze per l’Europa e il Mediterraneo
Anche se generalmente, dopo l’insorgenza del fenomeno, in Europa gli effetti si inizieranno a notare dopo vari mesi, va detto che lo sviluppo del fenomeno della La Niña tende a modificare, molto rapidamente, l’andamento del “getto polare” e del “getto subtropicale”, con serie ripercussioni sull’andamento meteo climatico sul nostro Paese e cambiamenti degli indici NAO (oscillazione nord atlantica) e AO (oscillazione artica).
Ciò potrebbe comportare un rallentamento dei venti zonali sull’Atlantico settentrionale, con lo sviluppo di grandi “onde di Rossby”, pronte ad allungarsi lungo i meridiani.
Tali “onde di Rossby” rallentando la loro velocità di spostamento verso levante possono insistere per intere settimane, se non mesi, in vaste aree geografiche, condizionando il tempo per lunghi periodi.
Si apriranno periodi piovosi per il Mediterraneo?
Spesso durante le fasi di Niña moderata sull’Atlantico settentrionale si possono formare dei grossi blocchi anticiclonici lungo i meridiani sul Nord Atlantico, capaci di catapultare sull’Europa masse d’aria fredde, direttamente provenienti dalle latitudini polari o artiche.
La presenza di anticicloni fra l’Atlantico settentrionale e l’Europa centro-settentrionale può favorire, specie in primavera, fasi molto piovose sulle coste del basso Mediterraneo. Questa potrebbe essere una buona notizia per tutte le regioni del Sud Italia, Sicilia in testa, colpite dalla siccità.
Una primavera piovosa potrebbe essere molto preziosa per tutte quelle aree del nostro meridione, ancora interessate dal ciclo siccitoso. Basti pensare che in alcune zone, come per esempio la Sicilia occidentale, gli invasi sono ancora a secco, a causa delle poche piogge cadute in autunno.
In questo caso l’arrivo della Niña potrebbe aiutare a colmare il grave deficit idrico accumulato negli ultimi anni.