Gennaio 2021, possibilità di importanti ondate di freddo?
L’intenso riscaldamento stratosferico in atto sopra la Siberia orientale potrebbe evolvere in un "major stratwarming" e avere importanti conseguenze sullo schema circolatorio con l'inizio del 2021.
Quando parliamo di “stratwarming”, in meteorologia, ci riferiamo ad un anomalo e intenso riscaldamento della stratosfera terrestre sopra la regione artica, indotto da una serie di fattori. Fra questi vi potrebbero rientrare l’attività solare e soprattutto l’intensità delle onde planetarie (grosse ondulazioni dove risale aria calda verso il polo) che attraversano l’intero emisfero, muovendosi da ovest verso est.
Caratteristiche ed effetti sul vortice polare
Lo “stratwarming” si presenta quasi sempre nel periodo invernale, in più sembra interessare in misura maggiore l’emisfero settentrionale, ed in misura minore quello meridionale, dove il fenomeno è ben più raro.
Questo anomalo riscaldamento della bassa stratosfera, una volta attivo, tende gradualmente ad espandersi verso l’alta troposfera, comportando un importante aumento termico che ha delle conseguenze importanti sull’evoluzione meteorologica al suolo. Lo “stratwarming”, quando diventa molto intenso (meglio noto come major stratwarming), è in grado di produrre una rottura o separazione (detto “split”), in due o più “lobi”, del vortice polare.
Questi “lobi” spezzandosi tendono a evolvere autonomamente verso le latitudini più meridionali (in genere quelli principali si collocano tra l’Artico canadese, la Scandinavia e la Siberia orientale), apportando condizioni di maltempo, nevicate e un consistente calo termico fra Europa, nord America e Asia centro-settentrionale. Mentre contemporaneamente sul Polo Nord si forma una vasta area di alta pressione, con massimi barici che possono superare pure i 1045-1050 hPa.
Le più grandi ondate di gelo che hanno investito il continente europeo nel 1929, 1963 e 1985, sono tutte associate ad un importante evento di “major stratwarming”. In genere, non appena gli effetti dello “stratwarming” iniziano a dissiparsi, il vortice polare può ricomporsi dopo 15-20 giorni lungo le latitudini artiche, riposizionando il proprio minimo depressionario principale sopra il mar Glaciale Artico.
Il riscaldamento atteso sopra la Siberia orientale nei prossimi giorni
Come già preannunciato lo “stratwarming”, con molta probabilità, comincia ad insorgere quando la circolazione generale emisferica comincia a presentare un andamento piuttosto ondulato, per lo sviluppo di flussi di calore sempre più intensi, specie fra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico, dove vanno a costruirsi importanti anticicloni di blocco, con assi distesi lungo i meridiani, in grado di arrestare le impetuose correnti occidentali che dominano alle nostre latitudini.
In questa fase sopra le latitudini artiche, a causa degli intensi flussi di calore si possono verificare degli intensi riscaldamenti stratosferici che tendono a propagarsi verso l’alta troposfera, favorendo un sensibile aumento dei valori di pressione e geopotenziale che vanno ad instaurare una potente cellula anticiclonica dinamica troposferica, proprio sopra l’Artico, con una conseguente inversione della circolazione atmosferica alle medie latitudini.
Ipotesi di “major stratwarming” a gennaio?
Al momento l’intenso riscaldamento stratosferico in atto sopra la Siberia orientale non è detto che sia così importante da causare una frantumazione del vortice polare. Ma anche in mancanza di un vero e proprio “split” completo, gli effetti sulla circolazione lungo le medie latitudini sarebbero scontati, nella prima decade del 2021. Inoltre le crescenti possibilità di vedere un “major stratwarming” durante l’inizio di gennaio alimentano ulteriormente le possibilità di vedere uno stravolgimento circolatorio proprio a partire dal 2021.
Bisogna considerare che in un evento di “major stratwarming”, abbastanza forte, le temperature nella bassa stratosfera artica possono crescere in modo drastico, anche di +60°C +70°C rispetto ai valori standard. Una anomalia termica positiva veramente impressionante che produce un vero e proprio sconvolgimento barico sulla troposfera sottostante.
I vari “lobi” secondari del vortice polare, scivolando verso le medie latitudini, vengono alimentati dal costante afflusso di masse d’aria molto gelide, d’estrazione artica, pilotate dal robusto anticiclone artico che si va a collocare, temporaneamente, al di sopra del mar Glaciale Artico, con massimi barici che spesso possono oltrepassare i 1040-1050 hPa.
Possibilità di importanti ondate di freddo a gennaio?
Quelle appena descritte sarebbero le condizioni adatte anche per l’attivazione dei cosiddetti flussi retrogradi (o antizonali), che trasportando le masse d’aria molto gelide, di natura continentale (“freddo pellicolare” siberiano), dalle pianure Sarmatiche fino al cuore dell’Europa, tramite il gelido soffio dei venti dai quadranti nord-orientali (bora, tramontana e grecale in Italia).
Intanto l’importante riscaldamento stratosferico in atto sulla Siberia orientale (un pochino in anticipo rispetto la normale tabella di marcia) potrebbe avere importanti ripercussioni, costringendo il vortice polare stratosferico a coricarsi in direzione dell’Europa, in attesa dell’arrivo del mese di gennaio. Ciò potrebbe facilitare l’arrivo delle ondate di freddo in direzione del vecchio continente e dell’Italia, con eventi anche degni di nota.