Nonostante il blocco scandinavo, niente freddo intenso sull'Italia: possibili sorprese con gelo e neve a fine febbraio?

Neve a bassa quota al nord in questi giorni, ma senza il gran gelo che l’anticiclone russo scandinavo potrebbe dare. Quali i motivi? Analizziamo la situazione sinottica per spiegarlo, insieme ai segnali di cambiamenti a fine mese.

La Piazza Rossa a Mosca ricoperta di neve: per la capitale della Russia buona parte di gennaio e inizio febbraio sono stati viceversa miti e senza neve in modo inusuale.

Come avrete letto, stiamo seguendo ormai da diversi giorni una situazione sinottica particolare, caratterizzata da un potente anticiclone di blocco sulla Scandinavia. E’ una configurazione particolare, in passato simili situazioni hanno portato massicce irruzioni di aria fredda con gelo diffuso e nevicate in pianura e perfino a Roma. Fra tutti ricordiamo, proprio in questo mese, il gelo del febbraio 1991, il nevone del 2012, e l’irruzione fredda di fine febbraio 2018.

L'attesa era tanta, alcuni speravano o annunciavano gran freddo e nevicate in pianura, noi come avrete notato siamo sempre stati cauti nel descrivere la situazione, attenendoci a scientificità, serietà e deontologia.

E in effetti la neve è si caduta a quote basse in alcune zone, ma è mancato il freddo intenso e anzi la neve spesso repentinamente è risalita di quota.

Ecco i motivi di questo comportamento della situazione meteo di febbraio 2025.

La sinottica: i dettagli dell’anticiclone e della depressione

Per capire i motivi del mancato freddo intenso occorre analizzare a fondo e in dettaglio la situazione sinottica. Non solo con modelli, e non mediante reanalisi, che seppur valide sono comunque una modellizzazione del passato.

Nel dettaglio, occorre l’occhio esperto che scruta la mappa in superficie con riportate le osservazioni delle stazioni sinottiche, isobare e fronti. Pochi le usano, pochi le forniscono, fra queste un riferimento per i veterani della meteorologia sono le mappe di analisi in superficie elaborate con metodo tradizionale dal DWD, il Servizio Meteorologico tedesco.

A titolo di esempio abbiamo confrontato la mappa del 7 febbraio 2025 con quella dell’1 febbraio 2012, primo giorno del noto nevone del 2012. Quest’anno vi è l’anticiclone, potente, con massimo 1055 hPa al confine fra Russia e Finlandia.

Sull’Italia troviamo l’isobara 1030 hPa lungo la penisola, e un naso di alta pressione da est, tipico “cold air pool”, sulla pianura padana. Da ovest si nota una blanda depressione sulla Francia prossima alle Alpi occidentali. Da questa posizione peraltro la depressione richiama aria mite dal Mediterraneo e frena l'afflusso freddo da est.

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Nel 2012 c’erano alcune fondamentali differenze: l’anticiclone era ancora più potente, addirittura 1065 hPa, ma con gradienti barici ulteriormente accentuati, sulle Alpi l’isobara era 1020 hPa. E, fondamentale, sul medio tirreno era presente un ciclone tirrenico nevoso chiuso con minimo 1005 hPa. E’ una situazione da manuale di nevicate e gelo, ma quest’ultimo elemento quest’anno è mancato.

Temperature sopra la media nell’est Europa

Altra cosa che è mancata, la materia prima, il freddo. Le retro-traiettorie delle masse d’aria in questa situazione mostrano comunque un afflusso di aria continentale nei bassi strati, proveniente dalla Russia orientale, quasi dagli Urali. Nel 2012 però l’aria proveniva veramente dalla Siberia, quindi molto più gelida.

Ancora adesso sul continente russo siberiano le temperature sono incredibilmente sopra la media, anche 20°C rispetto la climatologia. Di conseguenza l'aria che affluisce non è cosi fredda come ci si potrebbe aspettare.

Certo però dalla Russia del freddo ci si dovrebbe aspettare, ma ecco l’altro elemento: in Russia non fa veramente freddo. Nelle mappe di analisi citate troviamo valori sui -4,-6°C, nel 2012 erano fino a -26°C. E qualche giorno fa addirittura sul continente est Europeo le nostre mappe di anomalia termica mostravano scostamenti dalla media anche di 15°C sopra la climatologia in quelle zone che dovrebbero essere gelide.

Quindi aria dalla Russia è si arrivata, ma non era così fredda come ci si aspetterebbe in questa stagione.

La tendenza: split del vortice polare a fine febbraio?

Si parla molto in questi giorni della tendenza a medio termine lontano, che a tratti i modelli prospettano gelida. Gli appassionati ed esperti scrutano in particolare il fenomeno dello stratwarming, il riscaldamento stratosferico, nonché i movimenti conseguenti del vortice polare.

La speranza o per altri timore è che avvenga il famigerato split, la divisione del vortice in due lobi gelidi e che uno di questi arrivi proprio sull’Italia. Le conseguenze sarebbero in tal caso di vero gran gelo.

Anche qui è bene far chiarezza. Il run operativo di ECMWF di sabato pomeriggio prospettava gelo e neve diffusa attorno al 20 febbraio sull’Italia, scenario poi rientrato nei successivi aggiornamenti.

Le mappe substagionali, che danno una tendenza media delle prossime 6 settimane, indicano però per l’ultima decade di febbraio temperature sopra la media in tutta l’Italia. L’Istogramma dei regimi di tempo indica più probabile una fase di NAO positiva, quindi governata dall’Atlantico ma non fredda, ma vi è anche ipotesi di un permanere di anticicloni di blocco. Insomma, a lungo termine permane totale incertezza.