Meteo: forte maltempo nel weekend, rischio medicane sullo Ionio!
Un ciclone in risalita dalle coste libiche apporterà condizioni di severo maltempo nelle aree più meridionali dell'Italia nel corso del prossimo weekend.
Nel corso di questo fine settimana una nuova, intensa, ondata di maltempo andrà a coinvolgere le regioni meridionali, ed in modo particolare la Sicilia e la Calabria, che domenica 24 ottobre saranno interessate dalla risalita di una depressione dalle coste della Libia occidentale.
Questo vortice depressionario, risalendo dal mar Libico verso lo Ionio meridionale, passerà sopra un esteso tratto di acque superficiali ancora piuttosto calde, rischia di approfondirsi ulteriormente, prima di transitare a largo delle coste della Sicilia orientale.
Attese forti piogge e temporali intensi sulle coste ioniche
L’ondata di maltempo dovrebbe interessare la Sicilia e le coste ioniche della Calabria a partire da sabato 23 ottobre, per intensificarsi nel corso della giornata di domenica 24 ottobre, con una estesa fascia di piogge e temporali, anche piuttosto intensi, che dovrebbe andare ad investire le coste della Sicilia orientale, dal ragusano fino al basso messinese ionico, per poi estendersi alla bassa Calabria, fino alle coste del reggino e del catanzarese ionico.
Nelle aree montuose della Sicilia orientale, fra Iblei, Etna e Peloritani, e lungo il versante orientale della bassa Calabria ionica, fra l’Aspromonte e i rilievi delle Serre, si potrebbero registrare accumuli pluviometrici davvero molto rilevanti, superiori ai 200 mm in 24 ore, capaci di cagionare notevoli criticità, di carattere idraulico e soprattutto idrogeologico.
Rischio “TLC” durante la risalita sullo Ionio?
Il minimo depressionario che si svilupperà sull’entroterra libico, finendo su un mare molto caldo (valori > +25°C sul mar Libico), come il mare Libico, potrebbe organizzarsi, immagazzinando una gran quantità di calore (in parte portato dai temporali, in parte dal mare caldo) che lo trasformeranno in una depressione dalle caratteristiche sub-tropicali, caratterizzata da un “cuore caldo”, ben visibile nei medi e bassi strati.
In alcuni casi però può capitare che la convezione attorno il nucleo centrale possa divenire particolarmente profonda, tanto da fare spiraleggiare il sistema sempre più velocemente, assumendo una struttura sorprendentemente simmetrica, con un perfetto “anello di convezione”, composto da nuvole torreggianti, che si chiudono a riccio attorno l’occhio centrale.
La differenza fra i “TLC” e i cicloni tropicali
A differenza dei tipici cicloni tropicali che si formano sui mari tropicali, nei “TLC” (acronimo di tropical like cyclone) lo scoppio dell’attività temporalesca, che può avvenire pure sopra mari tutt’altro che caldi per mantenere un ciclone tropicale (+20°C +21°C), viene prodotto dall’afflusso in quota, sopra la circolazione depressionaria, di aria piuttosto fredda, con valori non adatti a processi ciclogenetici tropicali.
Difatti in questo caso è proprio questo afflusso di aria decisamente più fredda in quota ad innescare la ciclogenesi sub-tropicale, che poi riesce ad evolvere in un autentico ciclone tropicale. Questo flusso di aria fredda, soprattutto fra media e alta troposfera, determina una significativa intensificazione dei moti convettivi (correnti ascensionali) interni alla circolazione depressionaria.
L’intensificazione di queste correnti ascensionali, prodotta dall’inasprimento del “gradiente termico verticale” e del “gradiente igrometrico”, contribuisce a riempire il nucleo depressionario di aria piuttosto calda e molto umida, fino ai medi e bassi strati, iniziando a creare un cosiddetto “warm core”, con temperature di oltre i +2°C +3°C (se non pure più) rispetto all’ambiente circostante.
Probabile evoluzione fra domenica 24 e lunedì 25 ottobre
In caso di una transizione tropicale del sistema il ciclone diventerà pienamente autonomo rispetto al contesto sinottico generale, prendendo la sua energia dal calore latente fornito dal mare.
Di conseguenza l’attività temporalesca esplode nel centro del sistema, le isobare attorno il sistema si infittiscono, mentre i venti improvvisamente diventano tempestosi, fino a superare i 100-120 km/h, con veri e proprie bufere di vento, specie sul quadrante meridionale, che agevolano la formazione del tipico occhio del ciclone attorno le imponenti “torri temporalesche”, molto ben visibile dalle moviole satellitari.
A questo punto, se non si sovrappongono importanti azioni di disturbo, come un incremento del “wind shear” in quota, il ciclone potrebbe trasformarsi persino in un vero e proprio “medicane”, un piccolo uragano mediterraneo.
Questo vortice subtropicale sembra puntare verso lo Ionio, risalendo verso nord-est, a largo delle coste della Sicilia orientale. Anche in questo caso il grosso del maltempo rimarrà relegato esclusivamente in mare aperto, sulla Sicilia orientale e sulle coste del messinese, in caso di una traiettoria più occidentale del previsto, si potrebbero verificare delle piogge e dei temporali, indotti dallo sconfinamento delle bande temporalesche che ruotano sul quadrante sinistro della depressione sub-tropicale.
In tal caso sarà l’area ionica ad essere maggiormente coinvolta, che rischia anche di subire gli effetti di improvvise mareggiate da swell, per l’ingresso di onde lunghe o molto lunghe da Est e E-SE.