Come sarà la primavera 2023? Ecco l'ultima linea di tendenza
Ecco come sarà la primavera di questo 2023 secondo l'ultima tendenza elaborata da uno dei principali centri di calcolo internazionali che vede un inizio di stagione particolarmente dinamico.
Manca ormai pochissimo all’inizio della primavera. Come ben sapete il 1° marzo 2023 è il primo giorno della primavera meteorologica, che per convenzione inizia 21 giorni prima rispetto a quella astronomica, quando l’emisfero settentrionale e quello meridionale verranno raggiunti dai raggi solari con la stessa inclinazione. Questo evento avviene solo due volte l’anno: nel giorno dell’equinozio di primavera, ed in quello d’autunno. Nel giorno in cui nell'emisfero settentrionale vivremo l'equinozio di primavera, in quello meridionale inizierà l'autunno. Come sappiamo la primavera è anche la stagione più dinamica e più volubile dell’anno, caratterizzata da una miriade di sfaccettature.
A proposito di primavera
In questo articolo cercheremo di capire come potrebbe evolvere la stagione primaverile in Europa e in Italia. Prima di iniziare occorre precisare che le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino e non oltre a 72 ore), meglio definite come “linee di tendenza”, sono sperimentali e presentano una importante incertezza, accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.
Andando ad analizzare le elaborazioni dei principali centri di calcolo internazionali, come ECMWF, notiamo come, secondo il modello europeo, l’inizio della primavera 2023 sarà caratterizzato da un pattern atmosferico particolarmente dinamico, con una vasta anomalia negativa di pressione e di geopotenziale che dall’Europa settentrionale si spingerà fin sull’Italia e l’area mediterranea, favorendo pure lo sviluppo di ciclogenesi sui nostri mari, in grado di richiamare aria fredda dalle latitudini polari.
Il tutto in presenza di un vortice polare fortemente indebolito e pronto a scendere di latitudine, con uno dei suoi lobi. Questo quadro configurativo causerebbe varie ondate di maltempo che andranno a colpire il nostro Paese, portando piogge, rovesci, nevicate anche abbondanti sui monti, e venti burrascosi. In questa fase il maltempo interesserebbe maggiormente le regioni del Nord e i settori tirrenici.
Come si comporterà il vortice polare?
Ad inizio di marzo la struttura del vortice polare stratosferico subirà un indebolimento, con un successivo probabile coricamento dello stesso verso la Siberia.
In questo caso la circolazione legata al vortice polare presenterà un tipico assetto di tipo “displacement”, che nulla a che vedere con quello di tipo “split” visto che il nucleo del vortice polare stratosferico rimane unico e non frammentato.
In questo caso il vortice polare si presenta leggermente fuori asse rispetto la sua posizione geografica ordinaria, suddividendosi in più “lobi”, generalmente due o tre, che scivolano verso latitudini più meridionali, fino a coinvolgere le regioni temperate dove originano delle ondate di freddo.
Come andrà con le precipitazioni?
Se questo trend venisse confermato le precipitazioni potrebbero risultare anche al di sopra della media in molte delle nostre regioni, specie al centro-nord. Quindi precipitazioni preziose che potrebbero dare una boccata d’ossigeno ai terreni resi secchi e impermeabili dalla lunga siccità.
Inoltre la possibile discesa di vari impulsi di aria fredda, sia di origine artica che polare marittima, potrebbero riportare nevicate, anche diffuse, fino a bassa quota sulle Alpi e sugli Appennini, con apporti significativi.
Come potrebbe andare la seconda parte della stagione?
Nella seconda parte della stagione ci potrebbero essere importanti novità, specie a cominciare dal mese di aprile, con un indebolimento del vortice polare e l’abbassamento di latitudine del flusso perturbato principale, pronto a spingere le piovose e fredde perturbazioni atlantiche in direzione delle nostre regioni. Ciò potrebbe comportare un sensibile incremento della piovosità, che si porterà addirittura sopra media in diverse regioni della penisola. Specie sulle regioni del centro-nord e sui settori tirrenici.
Fra fine aprile e inizio maggio l’area del mar Mediterraneo, e soprattutto le nostre regioni più meridionali, potrebbero sperimentare le prime risalite del promontorio anticiclonico africano, con l’arrivo delle prime “scaldate” di stagione, almeno all’estremo sud.