Come sarà l'estate 2023? Fresca e instabile o molto calda?
Analizzando le ultime tendenze formulate dal centro di calcolo europeo, ECMWF, l’estate del 2023 potrebbe essere una stagione un po' più fresca e instabile, rispetto al trend delle ultime estati degli anni 2000, con temperature tutto sommato in linea con le medie stagionali su buona parte del vecchio continente, e sull’Italia.
Lo scorso giovedì 1 giugno 2023 è ufficialmente iniziata l’estate meteorologica. In questo nostro articolo cercheremo di interpretare i vari indici climatologici, per capire come potrebbe essere l’estate del 2023.
Come abbiamo spiegato più volte in passato, le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino a 72 ore), o meglio “linee di tendenza”, sono sperimentali e presentano un’enorme incertezza, anche quest’anno accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.
Le tendenze stagionali rappresentano quello che sarà il futuro della meteorologia, con i progressi degli ultimi anni. Oggi conoscere il tipo di inquadramento barico che si potrebbe venire a determinare può aiutare l’uomo a pianificare al meglio le proprie attività.
Come sarà l'estate 2023?
Analizzando le ultime tendenze formulate dal centro di calcolo europeo, ECMWF, l’estate del 2023 potrebbe essere una stagione un po' più fresca e instabile, rispetto al trend delle ultime estati degli anni 2000, con temperature tutto sommato in linea con le medie stagionali su buona parte del vecchio continente, e sull’Italia.
In modo particolare, sin dal mese di giugno, avremo a che fare, sempre secondo le ultime tendenze di ECMWF, vedrà delle anomalie di geopotenziale positive sull’Europa centro-settentrionale, mentre sull’area del Mediterraneo rimarrà un campo di pressioni medie, che favorirà l’innesco dell’instabilità pomeridiana sui rilievi dell’entroterra.
Ma non mancheranno neppure fasi di instabilità, per il possibile isolamento di potenziali gocce fredde o cut-off sui mari attorno l’Italia, che potranno causare fasi di instabilità, con fenomeni temporaleschi anche sulle zone costiere.
I dubbi sull’anticiclone africano
L’unico vero dubbio dell’estate 2023 riguarderà proprio l’anticiclone africano, in modo particolare l’area in cui potrebbe sbucare con maggiore persistenza sul Mediterraneo e in Europa, nella seconda parte della stagione estiva, in base all’evoluzione del monsone di Guinea sull’Africa occidentale, e del flusso perturbato atlantico sul nord Atlantico, fra America e Europa.
Se l’anticiclone subtropicale africano, nel corso dell’estate, sbucherà in direzione della Penisola Iberica, le regioni centro-meridionali, potrebbero beneficiare di correnti più fresche dai quadranti settentrionali, che oltre a mantenere la calura su valori più che accettabili, potrebbero regalarci anche degli eventi temporaleschi e brevi fasi di spiccata instabilità atmosferica.
Se, invece, la cuspide del promontorio africano sbucherà un po’ più ad est, l’Italia, soprattutto nella seconda parte dell’estate, rischia di essere interessata più direttamente, facendo i conti con ondate di calore anche piuttosto intense, proprio come visto lo scorso anno sulle regioni meridionali.
Non sarà un’estate particolarmente calda?
Al momento pare che l’estate 2023 non segua il trend delle caldissime estati d’inizio anni 2000, caratterizzate dalle frequenti invasioni dell’anticiclone africano sul bacino del Mediterraneo. Anche se l’estate 2023 dovesse risultare più fresca e instabile del solito, bisogna fare molta attenzione a fare correlazioni distorte col cambiamento climatico.
Negli ultimi mesi nuovi studi hanno messo in relazione l'impatto delle temperature estreme raggiunte nelle ondate di freddo e caldo con la mortalità. Nonostante siano i maggiori episodi di freddo invernale a causare la perdita della vita di migliaia di persone ogni anno nel mondo, nel contesto del riscaldamento globale in cui ci troviamo le ondate di calore stanno diventando sempre più frequenti e di maggiore entità, mettendo a rischio un crescente numero di persone nel mondo.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato, alcuni anni fa, che il cambiamento climatico non causa malattie di per sé, ma rende più importanti gli effetti di queste malattie. Pensando alle ondate di calore e alla loro tendenza ad aumentare, sembra chiaro che questa evoluzione sarà accompagnata anche da un maggior numero di morti per le cause citate.