Cambio nelle previsioni: per gli esperti potrebbe verificarsi un improvviso stratwarming, con questi effetti
Dalle ultime analisi dei global models si inizia ad intravedere qualche cambiamento, anche molto importante, che potrebbe avere delle ripercussioni sul lungo termine.
Solo pochi giorni fa vi avevamo parlato del vortice polare stratosferico, e delle temperature estremamente gelide che si sono raggiunte al suo interno. Fino ad oggi il vortice polare stratosferico, salvo qualche temporaneo allungamento verso il Nord America, si è mantenuto molto solido e compatto.
Difatti la scarsa capacità di trasporto di calore delle onde di Rossby, nelle ultime settimane ha ridotto, al minimo, il movimento di importanti quantità di calore fra la troposfera e la stratosfera.
Questo ha favorito il rafforzamento del vortice polare stratosferico molto compatto e chiuso, con l’aria molto gelida che si chiude a riccio sopra la regione artica, dove il raffreddamento viene ulteriormente amplificato.
Segnali di cambiamento in vista?
Dalle ultime analisi dei global models si inizia ad intravedere qualche cambiamento, anche molto importante.
Indipendentemente dal fatto che si verifichi o meno un improvviso riscaldamento stratosferico, il cosiddetto “stratwarming”, il vortice polare stratosferico, ora molto forte, pare che possa iniziare a indebolirsi, perdendo smalto. Sia GFS che ECMWF mostrano un flusso di calore anomalo a 100 hPa verso il polo.
Ancora troppo presto per capirne gli impatti, ma qualcosina sembra cambiare. Inoltre occorrerà valutare pure l’intensità, ma anche l’estensione di questo brusco riscaldamento, che potrebbe estendersi alle quote più basse, con possibili effetti fino in troposfera.
Al momento è prematuro parlare di un eventuale indebolimento del vortice polare, oltre che di effetti a cascata sulla circolazione generale dell’atmosfera che ciò comporterebbe. Ma se il riscaldamento riuscirà a propagarsi verso il basso le possibilità di una destabilizzazione del vortice polare si farà più concreta.
Cos’è lo stratwarming?
Lo stratwarming è un repentino riscaldamento della zona polare della stratosfera che nelle sue manifestazioni più intense, attraverso il major stratwarming, può portare ad un indebolimento e perfino ad uno split (divisione) del vortice polare in più cicloni freddi secondari, che liberi di muoversi verso Sud originano intense ondate di freddo.
Seppur raramente, capita che fenomeni di major strawarming abbiano una dinamica lenta sull’andamento del vortice polare.
Lo stratwarming si presenta quasi sempre nel periodo invernale, in più sembra interessare in misura maggiore l’emisfero settentrionale, ed in misura minore quello meridionale, dove il fenomeno è ben più raro.
Questo anomalo riscaldamento della bassa stratosfera, una volta attivo, tende gradualmente ad espandersi verso l’alta troposfera, con un importante aumento termico che ha delle conseguenze importanti sull’evoluzione meteorologica al suolo.
Come si origina?
Con molta probabilità questi intensi e repentini riscaldamenti della stratosfera polare sono generati dal trasporto di calore, dal basso verso l’alto, dalle onde di Rossby, quando quest’ultime tendono a dissiparsi nell’alta troposfera.
In questi casi il trasporto di calore, dalla troposfera alla stratosfera, quando le condizioni ambientali sono favorevoli, oltre a scaldare notevolmente la stratosfera, provoca una instabilizzazione della struttura del vortice polare.
In genere, non appena gli effetti dello stratwarming iniziano a dissiparsi, il vortice polare può ricomporsi dopo 15 giorni lungo le latitudini artiche.
Spezzandosi in più “lobi”, che tendono a muoversi verso le latitudini più meridionali (in genere quelli principali si collocano tra l’Artico canadese, la Scandinavia e la Siberia orientale), apportando condizioni di maltempo, nevicate e un consistente calo termico fra Europa, Nord America e Asia centro-settentrionale, sul Polo Nord si forma un’area di alta pressione, con massimi barici che possono superare pure i 1040 hHa.
Le più grandi ondate di gelo che hanno investito il continente europeo nel 1929, 1963 e 1985, sono tutte associate ad un importante evento di “major stratwarming”.
In genere, non appena gli effetti dello stratwarming iniziano a dissiparsi, il vortice polare può ricomporsi dopo 15 giorni lungo le latitudini artiche, riposizionando il proprio minimo depressionario principale sopra il mar Glaciale Artico.