L'Italia sta per essere investita da una gigantesca nuvola di polvere sahariana: cieli foschi e atmosfere desertiche
Come ormai avviene sempre più frequentemente, l’avvezione di aria calda e secca, in risalita dall’entroterra desertico del Marocco, si accompagnerà all’intrusione, nella media atmosfera, di un ingentissimo quantitativo di pulviscolo desertico.
Oltre al sensibile aumento delle temperature, indotto dalla risalita verso l’Europa centrale del promontorio anticiclonico sahariano, come ben spiegato in questo articolo, nei prossimi giorni bisognerà tenere conto di un altro fenomeno: l’arrivo di una gigantesca nuvola di polveri desertiche che si preparerà ad invadere il Mediterraneo centrale.
Come ormai avviene sempre più frequentemente, l’avvezione di aria calda e secca, in risalita dall’entroterra desertico del Marocco, si accompagnerà all’intrusione, nella media atmosfera, di un ingentissimo quantitativo di pulviscolo desertico, in sospensione, proveniente dalla vasta regione sahariana occidentale.
Come si generano?
Le nuvole di polvere desertiche vengono prodotte da particolari condizioni meteorologiche. Innanzitutto ci devono essere venti piuttosto forti, superiori ai 50/60 km/h, su vaste aree desertiche sabbiose.
Questi venti sollevano per aria ingenti quantità di polvere e pulviscolo desertico, creando delle vere e proprie nuvole di polvere, sollevate verso la media troposfera da moti convettivi (correnti ascensionali) che favoriscono uno spostamento su grandi distanze.
Una volta sollevate nella bassa e media troposfera queste polveri sono pronte a percorrere lunghissime distanze, fino a raggiungere l’area del Mediterraneo e l’Europa, arrivando ad offuscare i nostri cieli e a sporcare ogni oggetto, incluse le auto, presente in un ambiente esterno.
Come arriva a depositarsi al suolo (o sulle nostre auto)?
I granelli di polvere desertica, che spesso sporcano le nostre auto e i nostri terrazzi o balconi, si possono depositare al suolo in due modi: tramite la “deposizione umida” e la “deposizione secca”.
Nella “deposizione umida” la gocciolina di pioggia, cadendo per gravità verso terra, assorbe le polveri presenti in sospensione in atmosfera, depositandole al suolo, o sulle nostre auto posteggiate all’aperto, creando delle macchioline di color giallo o marrone.
Nella “deposizione secca” la polvere si accumula sul terreno per sedimentazione, lasciando piccoli accumuli, come capita sul davanzale di una finestra, nei terrazzi, soprattutto negli angoli, o nel tergicristallo della nostra auto.
Ci attende un evento davvero notevole
La nuvola di polvere che sta per sollevarsi verso la Sardegna, per poi raggiungere l’intero territorio nazionale, fino alle Alpi e ai confini con Svizzera, Austria e Slovenia, sarà davvero notevole per intensità ed estensione.
L’arrivo delle polveri desertiche, inoltre, contribuirà anche a peggiorare la qualità dell’aria in molte città italiane, con un deciso peggioramento delle PM10. Il cielo si renderà lattiginoso, e spesso sarà addirittura invisibile.
La foschia (in questo caso è più preciso chiamarla caligine) prodotta dalla presenza di queste polveri in sospensione provoca un peggioramento della qualità dell'aria e una riduzione della visibilità che può influire sull'aviazione. Le particelle più piccole, note come PM2,5, se inalate, possono aggravare precedenti problemi respiratori e causare secchezza delle mucose.
Effetti positivi delle polveri sahariane
Le polveri desertiche non provocano solo disagi. Hanno anche degli aspetti positivi sugli habitat naturali, in modo particolare per le grandi foreste. Diversi studi di letteratura hanno dimostrato come le polveri del Sahara forniscono agli ecosistemi terrestri e marini importanti nutrienti come il ferro che è un micronutriente necessario per la fotosintesi nei produttori primari marini, tipo il fitoplancton e altri batteri marini.
La polvere contiene anche ferro, un nutriente limitante in molte aree dell’oceano, quindi quando la polvere cade nell’oceano, può fungere da fertilizzante per la crescita di alghe o fitoplancton.
Proprio lo spostamento verso occidente della polvere è stato oggetto di ricerche da parte della NASA che ha scoperto come la foresta amazzonica sia cosi fertile grazie all’arricchimento di fosforo presente nelle nubi di polvere che dal Sahara occidentale raggiungono i Caraibi e l’area amazzonica, dopo aver attraversato l’Atlantico.