Il graduale raffreddamento dell'Artico fa uscire dal letargo estivo il vortice polare, primi segnali autunnali in vista?
Dopo le eccezionali ondate di calore che hanno caratterizzato l’estate 2024, in questi ultimissimi giorni sull’Artico si sta assistendo alla formazione del vortice polare troposferico, a seguito del progressivo raffreddamento stagionale, indotto dal sensibile accorciamento delle ore di luce.
Dopo le eccezionali ondate di calore che hanno caratterizzato l’estate 2024, in questi ultimissimi giorni sull’Artico si sta assistendo alla formazione del vortice polare troposferico, a seguito del progressivo raffreddamento stagionale, indotto dal sensibile accorciamento delle ore di luce.
Lo sviluppo di questa depressione contribuirà a determinare un brusco raffreddamento dell’aria in un’ampia area dell’Artico russo orientale e canadese. La presenza di questo nucleo di aria molto fredda nei prossimi giorni rinvigorirà, a sua volta, il vortice polare troposferico che uscirà dal letargo es.
Raffreddamento dell’artico
L’andamento della temperatura sulla regione artica è stato associata a valori del campo barico, a livello del mare, piuttosto bassi, centrati vicino al Polo Nord geografico.
La presenza di frequenti e persistenti circolazioni cicloniche attorno il mar Glaciale Artico centrale, legate all’attività del vortice polare, sovente tende a rallentare il ritiro estivo dei ghiacci marini, non solo perché favorisce condizioni di freddo, con temperature dell’aria negative, ma anche perché i venti a rotazione ciclonica che soffiano attorno al Polo Nord impediscono la dispersione dei blocchi di ghiaccio marino al di fuori dell’area artica, mantenendoli attorno la parte centrale della Calotta Polare.
Il raffreddamento sul mar Glaciale Artico si dovrebbe concretizzare non prima di metà settembre, quando un nocciolo di aria molto fredda, a tutte le quote, dal cuore della Calotta artica si riverserà verso l’Artico russo, canadese e la Groenlandia settentrionale, riportando le prime nevicate post-estive sulle isole attorno Baffin e le coste della Groenlandia settentrionale, dove la neve tornerà a fare la sua comparsa a livello del mare, dopo il clima incredibilmente mite delle ultime settimane.
Prime nevicate sulla regione artica
L’arrivo delle prime nevicate a bassa quota sarà favorito dallo spostamento, in direzione della parte centrale del mar Glaciale Artico, del sistema frontale collegato al ciclone extratropicale, interamente riempito di aria fredda artica in costante invorticamento.
Il passaggio di questo sistema frontale originerà delle precipitazioni sparse che date le basse temperature e lo “zero termico” prossimo ai 200-300 metri, assumeranno prevalente carattere nevoso fino in prossimità delle coste.
Le nevicate nei prossimi giorni dovrebbero interessare soprattutto le isole attorno le coste della Siberia orientale, dove non si potranno escludere neppure dei rovesci un po’ più intensi, in grado di depositare i primi depositi di neve fresca sul terreno.
Negli ultimi giorni le prime nevicate di stagione hanno imbiancato anche le coste che si affacciano sulla baia del Čaun, nell’estremo nord-est della Siberia, nella regione della Čukotka, dove le temperature sono scese al di sotto dei +0°C. Nei prossimi giorni il freddo e le nevicate continueranno ad interessare le isole che costeggiano l’Artico canadese ed il nord della Groenlandia, dove le temperature rimarranno ben al di sotto delle medie stagionali, con probabili gelate notturne e mattutine.
L’impatto alle nostre latitudini nelle prossime settimane
Questo progressivo raffreddamento della zona artica avrà delle ripercussioni anche sulla circolazione generale lungo le medie latitudini, con un sensibile rinforzo della “corrente a getto polare”, che gradualmente inizierà ad abbassarsi di latitudine, sia sull’area Nord Americana che in Europa. Insomma, un chiaro segnale che l’autunno è sempre più vicino.
Ciò favorirà una intensificazione del flusso zonale atlantico, fra America e Europa, nel corso delle prossime settimane, con l’arrivo di diversi sistemi frontali oceanici. Alcuni di questi riusciranno a fare ingresso sopra le caldissime acque del nostro Mar Mediterraneo, originando intense ondate di maltempo dalle caratteristiche autunnali.