Il ciclone che nel weekend causerà nubifragi fra Calabria e Sicilia potrà trasformarsi in un medicane?
Proprio fra sabato 19 e domenica 20 ottobre, fra Sicilia e Calabria si svilupperà una linea di convergenza venti molto pericolosa. All’interno di quest’area di discontinuità si potranno sviluppare autentici nubifragi, con situazioni potenzialmente ideali per delle alluvioni lampo.
Nelle prossime ore l’attenzione è tutta concentrata sulla forte ondata di maltempo che colpirà la Sicilia, e buona parte dei settori ionici, durante il fine settimana, con piogge estese, rovesci e soprattutto temporali intensi, capaci di produrre nubifragi.
Il sistema frontale nei bassi strati, associato a un minimo depressionario al suolo, dal Tirreno scivolerà verso il Canale di Sicilia, finendo su acque piuttosto calde, con temperature superficiali fino a +26°C.
Rischio di ciclogenesi tropicale?
Il minimo in questione, pur traslando inizialmente verso levante, fra domani e la giornata domenicale, a causa di un aumento della pressione atmosferica sull’area balcanica, sarà costretto a rimanere stazionario, per effettuare subito dopo un movimento “retrogrado”, rigenerandosi sopra il settore occidentale del Canale di Sicilia.
Ciò consentirà un’accentuazione del maltempo che soprattutto nella giornata di domani colpirà duramente la Sicilia, dapprima la costa meridionale e in seguito pure quella orientale, a suon di piogge, temporali e nubifragi.
Qui la circolazione depressionaria, ormai del tutto scollegata dal flusso sinottico principale che scorre sul Nord Atlantico, rischia di andare in “cut/off”, chiudendosi a riccio, sopra acque molto tiepide in superficie. Questo processo potrebbe favorire un processo di tropical transition, appoggiato dall’avvento in quota di un nucleo di vorticità positiva, in discesa dalla saccatura generatrice dell’onda baroclina principale.
Quel “jet streak” che scivola sull’Algeria accelererà il processo ciclogenetico?
Fra domani e domenica 20 ottobre un “jet streak” (massimo di velocità del getto polare) dalla regione dei Pirenei scivolerà verso l’Algeria e la Tunisia, creando una intensa avvezione di vorticità fra la Tunisia e il Canale di Sicilia, capace di far approfondire ulteriormente la depressione, con un rinforzo dei venti orientali e sud-orientali fra Canale di Sicilia e Ionio, dove si riscontrerà un rapido incremento del moto ondoso, con mari da molto mossi a agitati.
Il passaggio nell’alta troposfera di un “jet streak”, con velocità non particolarmente elevate, raffredderà l’ambiente, provocando un abbassamento di quota del limite superiore della troposfera, con il conseguente ingresso di aria molto fredda e secca, d’origine stratosferica al di sopra depressione a mesoscala (“invasione stratosferica”), facendola degenerare.
La sovrapposizione di questo flusso freddo e molto secco nell’alta troposfera, attraverso l’ingresso del “getto polare”, rappresenta in molti casi il vero fattore d’innesco del profondo ciclone, che nella fase dell’approfondimento, durante il passaggio sopra le calde acque del Mediterraneo, comincerà ad assorbire un ingente quantità di calore latente, risucchiato dall’intensificazione dei moti convettivi (correnti ascensionali) interni alla circolazione depressionaria.
L’intensificazione di queste correnti ascensionali, prodotta dall’inasprimento del “gradiente termico verticale” e del “gradiente igrometrico verticale”, contribuisce a riempire il nucleo depressionario di aria piuttosto calda e molto umida, fino ai medi e bassi strati, iniziando a creare un cosiddetto “warm core”, con temperature di oltre i +3°C +4°C rispetto all’ambiente circostante.
Mari cosi caldi durante i primi transiti di masse d’aria instabili in quota divengono delle fucine temporalesche, con la genesi di grossi nuclei temporaleschi come gli “mcs” o sistemi temporaleschi a mesoscala che interagendo in aree dove sono in atto significative avvezioni di vorticità positiva alle quote superiori della troposfera possono successivamente evolvere in sistemi ciclonici a cuore caldo, e di tipo tropicale, apportatori di precipitazioni torrenziali, in grado di scatenare degli eventi alluvionali lungo le aree colpite, scaricando anche oltre 300-400 mm nel giro delle 24 ore.
Attenzione ai fenomeni estremi attesi fra sabato e domenica
Proprio fra sabato 19 e domenica 20 ottobre, fra Sicilia e Calabria si svilupperà una linea di convergenza venti molto pericolosa. All’interno di quest’area di discontinuità si potranno sviluppare correnti ascensionali molto intense, in grado di produrre imponenti temporali, capaci di produrre autentici nubifragi, se non addirittura locali situazioni ideali per delle alluvioni lampo.
Le più fredde correnti di maestrale, che seguiranno il fronte freddo, essendo molto più dense rispetto l’aria calda e molto umida trasportata dai venti di scirocco e ostro sul Canale di Sicilia e sullo Ionio, costringerà quest’ultimi a salire verso l’alto, condensandosi in imponenti “torri di acqua e ghiaccio” (grossi cumulonembi) che scaricheranno piogge intense.
Tale confluenza, nei medi e bassi strati, evolvendo verso est, agevolerà le condizioni ideali per la formazione di convezione organizzata e “v-shaped storms” che dal Canale di Sicilia alto si muoveranno verso le coste della Sicilia meridionale, dove sono attesi fenomeni anche di forte intensità.
In particolare sabato 19 il grosso dei fenomeni si sposterà verso la Sicilia centrale e orientale, dove finalmente pioverà come si deve, con fenomeni a tratti localmente intensi, anche sotto forma di nubifragio, che potrebbero causare locali criticità. Domenica, invece, la linea di convergenza rischia di stazionare a lungo sulle coste della Calabria ionica, fra crotonese, catanzarese e reggino, apportando accumuli pluviometrici molto abbondanti.
In queste circostanze non sono da escludere eventi meteorologici estremi, come alluvioni lampo, a causa dello sviluppo di pericolosi temporali stazionari lungo questa linea di convergenza venti. Ciò produrrà fenomeni di erosione, ruscellamento selvaggio delle acque e piene instantanee di piccoli corsi d’acqua e torrenti.