Il blocco scandinavo tornerà prima del previsto: l'Italia deve aspettarsi episodi di freddo tardivo a marzo?
L'affermazione di questa configurazione barica nei prossimi giorni sull'Europa potrebbe ridisegnare il quadro climatico dell’Italia già dai prossimi giorni, con il ritorno di correnti orientali.
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Nei prossimi giorni sull’area euro-atlantica tornerà in azione il famoso “blocco russo-scandinavo”, una configurazione atmosferica nota per il suo impatto sul tempo europeo, sembra destinato a fare il suo ritorno con un anticipo sorprendente rispetto alle previsioni iniziali.
Questa configurazione, che negli ultimi anni ha spesso dettato legge sull’inverno continentale, potrebbe ridisegnare il quadro climatico dell’Italia già nelle prossime settimane.
Cosa comporta per l’Italia e l’Europa questo blocco?
Il blocco scandinavo si verifica quando un’area di alta pressione si stabilisce con forza sulla Scandinavia, ergendo una muraglia nei confronti delle miti correnti atlantiche, impedendo a queste ultime di dipanarsi verso il Mediterraneo.
Se in un primo momento si pensava che questa dinamica potesse concretizzarsi solo verso la metà di marzo, i modelli previsionali più recenti, basati su simulazioni come quelle del modello europeo ECMWF, suggeriscono che questo blocco dominerà lo scenario meteorologico, fra fine febbraio e marzo.
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Per l’Italia, questo cambiamento segna una svolta rispetto al clima insolitamente mite che ha caratterizzato l’avvio dell’anno. Al Nord, in particolare, le temperature potrebbero subire una flessione significativa.
Città come Torino, Milano e Venezia potrebbero passare dai +12°C +14°C degli ultimi giorni a valori prossimi ai +5°C +7°C, con minime notturne che potrebbero ritornare ad avvicinarsi allo zero.
Ecco i cambiamenti più significativi attesi
Non si tratterà ancora di un’ondata di gelo memorabile, ma di un ritorno a un inverno più classico, accompagnato da un aumento dell’umidità e dalla possibile formazione di nebbie persistenti nelle pianure del Po.
Spostandoci al centro-sud, il quadro si fa più complesso. Qui l’effetto del blocco scandinavo si combinerà con la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, esposta a contrasti tra l’aria più fredda in arrivo da nord-est e le masse più tiepide che risalgono dal Nord Africa.
L’interazione fra le differenti masse d’aria potrebbe favorire lo sviluppo di sistemi frontali, o vere e proprie ciclogenesi, che potrebbero apportare ondate di maltempo lungo le regioni adriatiche e al centro-sud, con piogge e nevicate sull’Appennino, anche al di sotto dei 1000 metri.
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Al Sud e sulle Isole, invece, il tempo resterà più variabile, con giornate soleggiate pronte ad alternarsi a episodi piovosi, ma con temperature che, pur in calo, difficilmente scenderanno sotto la media stagionale, mantenendosi tra i +10°C e i +15°C nelle ore diurne.
La dinamica delle precipitazioni con il blocco scandinavo
Un aspetto interessante di questa dinamica è il ruolo delle precipitazioni. Il blocco scandinavo, bloccando le correnti atlantiche, tende a ridurre l’apporto di perturbazioni organizzate al Nord-Ovest, lasciando Piemonte e Liguria in una condizione di relativa stabilità.
Va anche ricordato che il comportamento del blocco scandinavo dipenderà da variabili ancora in evoluzione, come l’intensità del vortice polare e la posizione dell’anticiclone delle Azzorre.
Se il blocco si consolidasse in modo più deciso, potremmo assistere anche ad ondate di freddo tardive. Altrimenti, in caso contrario, il suo effetto potrebbe ridursi a temperature meno miti, rispetto all’ultima settimana.