I mari attorno l'Italia sono bollenti: raggiunti i +30°C, cosa accadrà all'arrivo della prima perturbazione?

Gli aumenti termici più significativi si sono riscontrati soprattutto sul medio-basso Tirreno, Adriatico e sul basso Ionio, dove in alcuni punti si sono superati i +29°C +30°C.

mari caldi
La persistenza del promontorio anticiclonico africano sull’area del Mediterraneo ha provocato un sensibile riscaldamento dei mari che circondano la nostra penisola. Gli aumenti termici più significativi si sono riscontrati soprattutto sul medio-basso Tirreno, Adriatico e sul basso Ionio, dove in alcuni punti si sono superati i +29°C +30°C.

La persistenza del promontorio anticiclonico africano sull’area del Mediterraneo ha provocato un sensibile riscaldamento dei mari che circondano la nostra penisola. Gli aumenti termici più significativi si sono riscontrati soprattutto sul medio-basso Tirreno, Adriatico e sul basso Ionio, dove in alcuni punti si sono superati i +29°C +30°C.

Mentre nei mari attorno la Sardegna le temperature sono un po’ calate, per la presenza di una maggiore ventilazione che ha appena increspato le acque superficiali, creando il cosiddetto fenomeno meglio noto con il termine di “upwelling”.

Il moto ondoso agitando gli strati d’acqua superficiali origina un rimescolamento che fa salire in superficie acque più fredde e dense che affluiranno dal fondo. Tale processo determina un leggero raffreddamento delle acque superficiali dei mari.

Non appena il moto ondoso si attenua le temperature delle acque, in assenza di una costante ventilazione in mare aperto, riprendono nuovamente ad aumentare, anche nel giro di pochissimi giorni.

Basta un periodo anticiclonico di poco più di 8-9 giorni per far risalire le temperature delle acque superficiali dei mari, su valori ampiamente superiori alle medie del periodo.

Come mai i mari sono così caldi?

Il promontorio anticiclonico sub-tropicale africano che da diversi giorni ingloba il bacino centrale del Mediterraneo, oltre a rendere il soleggiamento pressoché costante e prolungato per l’intero arco di giornata, ha mantenuto i mari quasi calmi o al più poco mossi a largo, per via della debole o quasi del tutto assente ventilazione nei bassi strati.

Il mare a largo rimanendo calmo, sotto il sole cocente di luglio, ha immagazzinato una maggiore quantità di calore. Va specificato che il riscaldamento delle acque superficiali dei mari fa aumentare l’evaporazione.

cicloni tropicali
L’intenso calore latente presente in superficie può agevolare lo sviluppo di pericolosi soggetti sinottici, come i Mesoscale Convective Vortex o le depressioni subtropicali o tropicali (definite in passato tropical like cyclone).

Malgrado la forte evaporazione le temperature dei mari non si raffreddano, anzi continuano a salire a causa del bilancio energetico positivo (indice importante nelle ondate di calore), in cui il mare, tramite l’intensa radiazione solare di questi giorni, assorbe più calore di quanto ne rilascia tramite l’evaporazione.

Questo circolo vizioso ha determinato il considerevole aumento termico, soprattutto lungo il bacino adriatico, che essendo poco profondo è maggiormente soggetto a questi repentini mutamenti termici.

Cosa comporta un mare così caldo?

Va precisato che lo strato di acqua riscaldato è solo quello più superficiale (parliamo di “riscaldamento pellicolare”) e non l’intera colonna che va dal fondo marino fino in superficie.

In caso di un rinforzo della ventilazione superficiale, come capita spesso con l’ingresso del “mistral”, si può produrre un raffreddamento per il rimescolamento delle masse d’acqua indotto proprio dal fenomeno dell’”upwelling”.

Tutta questa enorme quantità di “energia potenziale” accumulatasi negli ultimi mesi non per forza darà origine a fenomeni meteorologici estremi, come violente manifestazioni temporalesche o eventuali eventi alluvionali.

Ma non appena il primo fronte atlantico, seguito da aria più fresca oceanica, tutta questa “energia potenziale”, rappresentata dalle acque calde del mare (in questo caso parleremo di “energia termica”), si convertirà in “energia cinetica”, attraverso la formazione di improvvisi e violenti moti convettivi, originando così forti temporali, fenomeni vorticosi, colpi di vento molto forti e nubifragi.

Autunno a rischio eventi meteo estremi

Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si aprirà, in autunno, la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Come accade spesso in questi mesi, soprattutto fra il mar Ligure, il Tirreno e i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia.

fenomeni meteorologici estremi
Aumenta sensibilmente il rischio di fenomeni temporaleschi estremi al primo passaggio perturbato.

Ad esempio, lo sviluppo delle ciclogenesi secondarie sul mar Ligure o sul mar di Corsica sovente produce una intensa ventilazione dai quadranti meridionali nei bassi strati, con formazione di “linee di confluenza” in mare che generano intensi “forcing” convettivi, con la formazione dei pericolosi “v-shaped storm”.

Inoltre, l’intenso calore latente presente in superficie può agevolare lo sviluppo di pericolosi soggetti sinottici, come i Mesoscale Convective Vortex o le depressioni subtropicali o tropicali (definite in passato tropical like cyclone). Insomma, alla prima perturbazione ci sarà da fare molta attenzione all’enorme mole di energia fornita dai nostri mari.