Grandinate sempre più estreme in Europa a causa del cambiamento climatico
Nuovi studi scientifici, pubblicati su importanti riviste internazionali, mettono in evidenza come l’avanzamento del cambiamento climatico abbia un impatto sugli eventi grandinigeni estremi.
Nuovi studi scientifici, pubblicati su importanti riviste internazionali, mettono in evidenza come l’avanzamento del cambiamento climatico abbia un impatto sugli eventi grandinigeni estremi.
Il dottor Raupach del Centro di ricerca sui cambiamenti climatici dell’UNSW Sydney afferma che mirate ricerche si stanno concentrando sulla tendenza degli “ingredienti” atmosferici, in parte già visti, che danno origine a grandine di dimensioni medio-grandi.
Questi sono l’atmosfera instabile, caldo e umido al suolo, innalzamento del limite di fusione dei chicchi di grandine, wind shear.
Gli studi sulle grandinate estreme
I vari studi convergono nel ritenere che la grandine dovrebbe essere, quando si verifica, più intensa del passato perché ci sarà più instabilità nell’atmosfera che può portare alla formazione di chicchi molto più grandi.
La revisione internazionale su tali tematiche guidata da ricercatori dell’UNSW Sydney afferma che l’intensità della grandine può aumentare nella maggior parte delle regioni del mondo, particolarmente in Australia e in Europa, continenti che si prevede subiranno più tempeste di grandine a causa del global warming.
Il riscaldamento globale e la grandine grossa
Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale alterano la temperatura e la quantità di vapore acqueo che aumentano progressivamente. Una massa d’aria più calda può trattenere più vapore acqueo, quindi temperature più elevate significano anche maggior acqua evaporata dalla superficie terrestre e immessa come vapore acqueo in atmosfera.
Ciò lascia presagire anche un aumento delle forti piogge e temporali più estremi e violenti, come del resto abbiamo osservato pure da noi in Italia. L’ultimo evento di qualche settimana fa, quando nel territorio di Milano è caduto il chicco di grandine del diametro di 19 cm che ha superato il precedente record di 3 cm. Infatti prima di questo il primato era del 19 luglio scorso in Veneto quando sono stati rilevati chicchi di ben 16 cm.
Secondo Julian Brimelow dell’Environment and Climate Change Canada “mentre il pianeta continua a riscaldarsi, è probabile che le aree in cui sono favorite le grandinate si spostino, un’area in cui attualmente la poca umidità è un fattore limitante potrebbe diventare più umida e quindi la frequenza delle grandinate potrebbe aumentare”.
Aumentano le grandinate di grosse dimensioni
Le osservazioni dei cambiamenti già in atto e dei modelli climatici ha portato i ricercatori a concludere che le grandinate diventeranno più frequenti in Australia e in Europa, ma ci sarà una diminuzione in Asia orientale e Nord America.
Uno dei motivi è che l’altezza alla quale i chicchi di grandine nella loro caduta iniziano a fondersi aumenterà di quota. Quindi i piccoli chicchi di grandine si fonderanno in pioggia ancor prima di toccare il suolo, anche perché hanno velocità sui 30-35 km/h e ci mettono più tempo ad attraversare gli strati caldi, mentre i chicchi grandi, passando troppo rapidamente attraversando la zona calda rimangono quasi intatti.
Oggi, nonostante i grandi progressi tecnologici, l’unica possibilità di prevenzione attiva al momento di tale meteora è la radarmeteorologia tramite il nowcasting o previsione a breve che individua entro circa mezz’ora la possibilità di caduta della grandine in una certa zona.