Gli esperti avvertono di una forte diminuzione della circolazione zonale: influenzerà fortemente il tempo in Italia
Con la definitiva scomparsa del vortice polare stratosferico, che tornerà a farsi vedere non prima di settembre, l’Europa si preparerà ad affrontare un lungo periodo dinamico, con diversi eventi meteorologici, anche estremi.

Nei giorni scorsi vi avevamo parlato, anche abbondantemente, del fenomeno del “final warming”, e delle sue ripercussioni sull’andamento della circolazione generale atmosferica, sia in Europa che sul resto dell’emisfero boreale.
Con la definitiva scomparsa del vortice polare stratosferico, che tornerà a farsi vedere non prima di settembre, l’Europa si dovrà preparare ad affrontare un lungo periodo dinamico, caratterizzato da importanti eventi meteorologici, con l’indebolimento dei venti zonali.
Cos’è la circolazione zonale e perché è importante?
La circolazione zonale si riferisce al flusso predominante dei venti che soffiano da ovest verso est nelle medie latitudini, come quelle dell’Europa. Questo movimento è guidato dalla corrente a getto, un fiume d’aria veloce che scorre a circa 10 chilometri di altitudine nella troposfera.

La corrente a getto è alimentata dal contrasto termico tra le masse d’aria fredda del Polo Nord e quelle più calde delle regioni subtropicali. Quando questo contrasto è forte, i venti zonali sono vigorosi e regolari, mantenendo il tempo relativamente stabile e prevedibile.
Il riscaldamento globale, in particolare il rapido aumento delle temperature nell’Artico (un fenomeno chiamato "amplificazione artica"), sta riducendo il gradiente termico tra le latitudini. Di conseguenza, la corrente a getto diventa più debole e ondulata, perdendo la sua capacità di "guidare" il tempo in modo lineare.
Cosa comporta l’indebolimento dei venti zonali?
Quando la circolazione zonale si indebolisce, il flusso d’aria non scorre più in modo fluido da ovest a est. Invece, la corrente a getto tende a formare ampie anse, dette "onde di Rossby", che possono rimanere bloccate per giorni o persino settimane. Questo blocco atmosferico ha effetti diretti sul meteo, portando a una serie di anomalie climatiche.

Senza un flusso zonale costante, le masse d’aria fredda dal Polo o calda dal Mediterraneo e dal Nord Africa possono invadere l’Europa in modo frequentemente.
Inoltre queste grandi anse create dalla corrente a getto, ossia le "onde di Rossby", possono intrappolare le depressioni su una stessa area per lungo tempo, causando piogge intense e persistenti. In Italia, questo potrebbe tradursi in nubifragi, allagamenti e temporali fuori stagione.
Come potrebbe essere il tempo in Europa e in Italia ad aprile?
Aprile è un mese di transizione, in cui il clima primaverile inizia a stabilirsi. Tuttavia, con una circolazione zonale indebolita, questo mese potrebbe riservare sorprese. In Europa occidentale, ad esempio, potremmo vedere un’alternanza tra fasi calde e secche, portate da anticicloni subtropicali, e irruzioni di aria fredda dalle latitudini settentrionali.
Questa variabilità potrebbe rendere difficile prevedere il tempo con largo anticipo, un problema sia per l’agricoltura (con colture a rischio per gelate tardive) sia per la gestione delle risorse idriche.
Perché sta succedendo e cosa possiamo aspettarci?
Secondo alcuni climatologi e studiosi di meteorologia dinamica l’indebolimento della circolazione zonale è strettamente legato al cambiamento climatico. Il riscaldamento dell’Artico, che procede a un ritmo doppio rispetto alla media globale, sta alterando gli equilibri atmosferici.

Alcuni studi suggeriscono che questo trend potrebbe intensificarsi nei prossimi decenni, portando a stagioni sempre più caotiche.
Per aprile 2025, non possiamo fare previsioni precise, ma il quadro generale indica un mese potenzialmente instabile. L’Italia, per la sua posizione geografica tra il Mediterraneo e l’Europa continentale, potrebbe trovarsi al centro di queste oscillazioni, con un rischio crescente di eventi estremi.