Gigantesco anticiclone fra Siberia e Groenlandia, quali effetti in Europa?
Una enorme impalcatura anticiclonica estesa dalla Siberia alla Groenlandia condizionerà il tempo in Europa per buona parte del mese di dicembre, con il ritorno di freddo, gelo e neve in molte aree del continente.
Come abbiamo avuto moto di analizzare nella tendenza per il mese di dicembre, in Europa il quadro meteorologico sarà dominato dalla presenza di una forte anomalia di pressione e di geopotenziale sul nord Europa, distribuita su un ampissimo areale, che va dalla Russia alla Scandinavia, fino alla Groenlandia.
In parole povere parliamo di un immenso anticiclone di origine termica, con valori barici al suolo molto elevati, che dal cuore della Siberia si spingeranno verso il nord Europa, collegandosi con un altro potentissimo anticiclone, con massimi elevatissimi sopra la Groenlandia.
Anticiclone russo in ottima forma
Il progressivo, quanto brusco, raffreddamento di tutta l’area siberiana, inclusa buona parte delle pianure russe, ad ovest degli Urali, sta favorendo lo sviluppo di un imponente anticiclone su tutto il territorio dell’Eurasia, con una prevalente componente di natura termica nei bassi strati.
Analizzando il campo termico presente in questi giorni, fra la Russia europea e la Siberia, possiamo notare come quell’anticiclone molto robusto, con massimi di oltre 1045 hPa sulla Russia europea, e oltre 1055 hPa sulla Mongolia, ha effettivamente gettato le prime fondamenta per diventare il tanto famoso anticiclone termico “russo-siberiano”, meglio conosciuto dai meteoappassionati con il termine di “Orso”.
Caratteristiche dell’anticiclone termico
La notevole estensione dell’innevamento sulle vaste lande della Siberia sta accelerando il processo di “raffreddamento pellicolare” che proprio in questo periodo dell’anno inizia a sfornare i primi freddi sull’emisfero boreale, in vista dell’entrata in scena della stagione invernale.
Le aree sottoposte al forte irraggiamento notturno, grazie anche all’innevamento di ottobre, ormai si estendono fino all’Altaj, al nord della Mongolia e al Kazakistan, dove nei giorni scorsi sono già arrivate le prime precipitazioni nevose.
Il gelo che si accumula al suolo, sulle vaste pianure e sugli altopiani della Siberia, genera un anticiclone, i cui valori barici possono tranquillamente superare i 1055 hPa.
Valori termici così bassi sono dovuti alla rapida dispersione del calore per irraggiamento notturno, mentre valori barici così elevati sono una conseguenza del fatto che l’aria gelida è pesante si accumula nei bassi strati, stratificandosi. Qui si spiega la natura pellicolare dell’aria polare continentale fredda che caratterizza questo anticiclone.
Ecco come questi anticicloni influenzeranno il tempo in Europa
A inizio dicembre l’anticiclone termico “russo-siberiano”, estendendosi con le proprie propaggini più occidentali fino alla Scandinavia, riuscirà a collegarsi con il grosso anticiclone, in sviluppo sopra il Plateau della Groenlandia, con valori di oltre 1060 hPa. Da tale legame, fra l’anticiclone russo e quello groenlandese, si verrà a costruire su tutto il nord Europa, dalla Russia al nord Atlantico, una immensa impalcatura anticiclonica che attiverà una circolazione fredda dai quadranti orientali, nel cuore del vecchio continente.
Tale struttura anticiclonica, inoltre, sarà in grado di spingere buona parte dell’aria molto fredda, d’estrazione polare continentale, ora presente fra l’area degli Urali e la Russia europea, verso tutta l’Europa orientale, fino ai Paesi Baltici e alla Scandinavia.
Quest’aria molto fredda, in scorrimento sul bordo meridionale dell’anticiclone termico, raggiungerà tutta l’Europa centro-orientale, sotto forma di una moderata ventilazione dai quadranti orientali.
L’aria fredda, di natura continentale, inoltre, muovendosi verso ovest, interagirà con le più umide e miti correnti provenienti dal vicino Atlantico, originando così nubi di tipo avvettivo che apporteranno le prime nevicate di stagione in svariati Paesi dell’Europa orientale e centrale.
Tanto che nei prossimi giorni la prima neve in pianura potrebbe imbiancare pure la Germania centro-meridionale, la Repubblica Ceca e forse persino le aree più meridionali di Belgio e Olanda.
Quali influenze sull’Italia?
Questo tipo di impianto circolatorio influenzerà anche il tempo sull’Italia, con ripercussioni importanti, da nord a sud. Le regioni settentrionali potrebbero essere interessate, seppur marginalmente, da ondate di freddo continentali, in discesa da NE, che avranno importanti ripercussioni, soprattutto dal punto di vista termico.
Queste condizioni termiche nei bassi strati, all’arrivo della prima perturbazione atlantica da ovest, potrebbero pure permettere il ritorno della neve a quote molto basse, almeno su parte del nord Italia.
Le regioni del centro-sud, e le Isole Maggiori, invece, saranno interessate da ventilazione più mite, ma anche umida, dai quadranti meridionali. Inoltre l’interazione fra l’aria più fredda, in discesa da NE, con le più tiepide e umide correnti oceaniche, agevolerà la formazione di diversi sistemi frontali e ciclogenesi che causeranno episodi di maltempo, con piogge, venti forti e mareggiate.