Come sarà il tempo nella seconda metà di giugno in Italia: in arrivo caldo o forti temporali?
Con molta probabilità l’ultima parte del mese di giugno vedrà un periodo di tempo decisamente più stabile e soleggiato, con clima caldo e più asciutto, un po’ su gran parte del territorio nazionale. Ma non mancheranno episodi d'instabilità, anche intensa.
Come avevamo previsto pure nella linea di tendenza per giugno, la prima parte del mese è stata caratterizzata dall’instabilità, con il passaggio di tante perturbazioni e una diffusa instabilità “termoconvettiva”, responsabile della consueta attività temporalesca sui rilievi.
La vera causa di così tanta instabilità in questa prima parte di giugno sta nell’assenza di un vero e proprio campo anticiclonico sul bacino centrale del Mediterraneo che ha favorito l’instabilità sul nostro Paese.
Inoltre la presenza di una corrente a getto subtropicale ancora bassa di latitudine, oltre a rintanare l’anticiclone africano sui propri territori di origine, ha favorito anche lo sviluppo di insolite circolazioni depressionarie, per il periodo, che hanno interessato da vicino le nostre regioni, arrecando piogge abbondanti, ma anche nubifragi e fenomeni temporaleschi di forte intensità.
Cosa accadrà dopo metà mese?
Dopo l’instabilità di questi giorni, con altri rovesci e temporali che soprattutto fra oggi e domani colpiranno il centro-sud, un radicale cambiamento di circolazione è atteso subito dopo il prossimo fine settimana.
Difatti, a partire dalla prossima settimana, l’approfondimento di una depressione ad ovest della Penisola Iberica contribuirà ad elongare verso l’Italia un promontorio anticiclonico, di matrice africana, che assicurerebbe piena stabilità su tutte le nostre regioni. L’aria più calda e secca in afflusso dal Sahara contribuirà a stabilizzare la colonna d’aria, impedendo pure lo sviluppo dei soliti temporali di calore, che hanno caratterizzato questo inizio d’estate. A parte qualche isolatissimo temporale di calore atteso sull’Appennino.
In particolare dalla prossima settimana, con tale spinta meridiana dell’anticiclone africano verso le nostre regioni, le temperature massime potrebbero oltrepassare la soglia dei +30°C +32°C in molte aree, con picchi di oltre +35°C +36°C attesi soprattutto del meridione e nelle aree più interne di Sardegna e Sicilia.
Quindi possiamo dire che dalla prossima settimana sperimenteremo la prima vera onda di calore dell’estate 2023, con effetti maggiormente percepibili al meridione e sulle nostre due Isole Maggiori.
Quanto durerà il caldo?
Al momento è molto difficile poterlo dire. Ma dai recenti aggiornamenti dei modelli matematici sembrerebbe che questa ondata di calore possa durare ancora a lungo, favorendo un tempo decisamente più caldo, secco e stabile un po’ su tutte le nostre regioni.
Solo sulle zone costiere, la presenza delle brezze e di mari ancora relativamente freschi in superficie, contribuirà a mitigare gli effetti della calura africana, anche se ciò al contempo favorirà un aumento dell’umidità relativa e quindi una maggiore sensazione di afa.
Peraltro sulle zone costiere, durante le ore notturne e al primo mattino, si potranno vedere pure delle foschie e banchi di nebbia d’avvezione, fenomeno molto affascinante da osservare, indotto dallo scorrimento di aria calda e umida sopra la fredda superficie del mare.
Come finirà giugno?
Con molta probabilità l’ultima parte del mese di giugno vedrà un periodo di tempo decisamente più stabile e soleggiato, con clima caldo e più asciutto, un po’ su gran parte del territorio nazionale.
Solo sulle regioni del Nord, e lungo i rilievi alpini, prealpini e appenninici, degli abbassamenti del geopotenziale in quota potranno favorire delle situazioni temporalesche, con fenomeni anche intensi capaci di sconfinare fino alla Val Padana.
Sulle rimanenti regioni prevarrà un contesto anticiclonico, anche se nella parte finale del mese, la presenza di anomalie bariche positive sull’Europa settentrionale potrebbe favorire l’isolamento sull’area mediterranea di gocce fredde o cut/off, in grado di innescare vivaci fasi d’instabilità.