Ciclogenesi esplosiva sull'Italia, in arrivo bufere di vento e mareggiate
Un vero e proprio ciclone dalle caratteristiche esplosive nelle prossime ore interesserà l'Italia, portando autentiche bufere di vento, mareggiate, piogge abbondanti e nevicate sulle Alpi.
Dopo la forte ondata di maltempo che si è abbattuta al centro-sud, con precipitazioni abbondanti, soprattutto sulla Campania meridionale, dove si sono verificate delle drammatiche inondazioni, un nuovo importante peggioramento del tempo interesserà il nostro Paese ad inizio settimana.
Nelle prossime ore una nuova saccatura atlantica farà il suo ingresso sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, con il suo ramo freddo, alimentato da un ramo discendente della “corrente a getto polare”. Questo ramo discendente del “getto polare” sospingerà verso il Mediterraneo centrale diversi nuclei di vorticità positiva in quota, favorirà lo sviluppo, sul mar di Corsica occidentale, di un minimo depressionario relativo, per effetto “sottovento”.
Profondo ciclone in sviluppo sui mari italiani
Tale minimo fin da subito sarà supportato in quota da una intensa avvezione di vorticità positiva indotta dal passaggio del ramo principale del “getto polare” sopra il territorio francese, con un “Jet Streak” (massimo di velocità del “getto” in quota) che dal nord Atlantico si muoverà, rapidissimamente, verso la Spagna, sfociando sopra le Baleari.
La formazione di questo minimo relativo nei bassi strati, fra il basso mar Ligure e il mar di Corsica, nel corso del pomeriggio di domani scatenerà un’autentica tempesta di “mistral” che dalla foce del Rodano si dipanerà molto rapidamente al mar di Corsica, al mar di Sardegna fin dentro le Bocche di Bonifacio, con venti da O-NO e NO particolarmente impetuosi, che potranno toccare picchi anche di oltre 120-130 km/h, fino a 150 km/h sulle coste corse occidentali.
Tempesta di maestrale
La tempesta di maestrale che dalla tarda serata si attiverà fra il Golfo del Leone e il mar di Corsica e mar di Sardegna, verrà prodotta dall’ingresso, tramite la valle del Rodano, sul bacino centrale del Mediterraneo, di un nucleo di aria fredda e più densa, di tipo polare marittima, in scivolamento dall’Atlantico britannico.
Lo sfondamento del nucleo di aria fredda polare marittima dalla porta di Carcassonne e dal Rodano già dal primo pomeriggio di domani attiverà vere e proprie bufere di maestrale che causeranno un sensibile rinvigorimento del moto ondoso (mari da molto agitati fino a grossi) e l’interruzione dei collegamenti marittimi con le isole minori.
Ma la vera causa che genererà la forte ventilazione su tutto il Paese sarà rappresentata dal rapido approfondimento di questo minimo depressionario relativo che dal Tirreno si sposterà, molto velocemente, in direzione del medio Tirreno.
Proprio durante questa fase l’intensa avvezione di vorticità positiva, che dai Pirenei si muoverà verso il mar di Sardegna e il Tirreno, andrà ulteriormente ad alimentare la depressione, il quale si approfondirà sensibilmente, fino a raggiungere un valore di 985 hPa nel corso della giornata di domani. Parliamo di una vera e propria ciclogenesi esplosiva, visto che in meno di 24 ore sui mari dell’Italia settentrionale si sperimenterà un tracollo barometrico di circa -24 hPa.
Attese piogge abbondanti, ma anche neve sulle Alpi
Il ciclone porterà domani piogge un po’ ovunque, con fenomeni particolarmente intensi, anche di stampo temporalesco, lungo tutte le coste tirreniche, dalla Toscana alla Calabria, e fra alto Veneto e Friuli Venezia Giulia. In queste aree si potranno registrare accumuli pluviometrici superiori ai 100-150 mm in meno di 24 ore, in grado di causare locali criticità di carattere idrogeologico.
Ma piogge e rovesci, anche di carattere temporalesco, in giornata bagneranno pure la Sardegna, la Sicilia tirrenica, parte della Puglia, e molte altre regioni. Finalmente tornerà a nevicare in modo molto copioso sulle Alpi, con accumuli fin dai 1000 metri, ma a quote molto più basse sulle Alpi occidentali. Non sono escluse fioccate fino a quote collinari sul cuneese. Nevicate e temporali di neve anche sulle principali cime dell’Appennino.
Attenzione al “vento Isallobarico”
Questo rapido approfondimento della ciclogenesi attorno le regioni centrali meridionali rischia di attivare anche il temuto “vento Isallobarico”, che solitamente si manifesta in aree ben più ampie, fra i 500 e i 1000 km, quando si succedono repentini abbassamenti della pressione barometrica (-15 hPa in 6 ore) seguiti da improvvisi rialzi della stessa, legati al ciclo di una ciclogenesi “esplosiva”.
In questi casi il “vento Isallobarico”, sommandosi al vento di “gradiente”, può dare origine a brevi ma fortissime tempeste di vento che si localizzano nelle aree dove si posizionano i massimi del “gradiente barico”. Quando i cambiamenti del campo barico su una determinata regione diventano repentini, con brusche cadute di pressione subito seguite da rialzi barici altrettanto bruschi ed estesi si una vasta area geografica, allora ci troviamo dinnanzi alle condizioni ideali per l’insorgenza del potente e temuto “vento “Isallobarico”.
Venti molto forti su gran parte d’Italia
Fra la mattina e il pomeriggio di domani il rapido approfondimento di questo ciclone extratropicale enfatizzerà l’infittimento delle isobare che si verrà a realizzare fra l’Italia e la Spagna, attivando così le prime burrasche da O-NO e NO, in uscita sia da Carcassonne che dal delta del Rodano, che cominceranno ad aprirsi a ventaglio sul Mediterraneo, propagandosi molto rapidamente verso il mar di Corsica, il mar di Sardegna, tutto il bacino tirrenico e il Canale di Sardegna, per poi piegare più verso O-NO e Ovest a ridosso dell’omonima isola, penetrando attraverso forti burrasche dai quadranti occidentali in direzione del Canale di Sicilia e del settore più occidentale del basso Tirreno.
Sul medio Tirreno, il profondo ciclone, favorirà l’attivazione di impetuosi venti di libeccio che spazzeranno un po’ tutto il medio Tirreno, con intensità di burrasca forte (forza 9 Beaufort) e raffiche che nei punti meglio esposti delle coste campane e laziali potranno superare punte di oltre 90-100 km/h, causando non pochi disagi al traffico navale e aeroportuale. Ricordiamo che venti di questa intensità, quando investono aree fortemente urbanizzate (vedi Roma o Napoli), possono provocare molti disagi e anche tanti danni.
Forti venti meridionali, invece, si “canalizzeranno” lungo tutto il bacino adriatico, rendendo quest’ultimo da agitato a molto agitato a largo, gonfiando la superficie del mare, soprattutto sull’alto Adriatico, dove si genererà una importante fase di acqua alta su Venezia e su buona parte della laguna veneta.
Il rapido tracollo della pressione barometrica atteso in mattinata farà acquistare ulteriore velocità ai già forti venti di maestrale in uscita dal Rodano, specialmente fra il Golfo del Leone, il mar di Corsica e il mare di Sardegna, dove nella fase clou si potrebbe raggiungere forza 9-10 Beaufort, con raffiche capaci di raggiungere punte di oltre 120-130 km/h.
Rischio mareggiate intense, ecco dove
Proprio qui i venti davvero impetuosi, che potranno superare forza 9-10 sulla scala Beaufort (come intensità media), alzeranno delle onde di “mare vivo” davvero alte, che oltrepasseranno i 5-6 metri in mare aperto. L’esteso “Fetch”, dal Golfo del Leone fino alle coste algerine e tunisine, favorirà la formazione di onde ripide e molto insidiose per la navigazione marittima, pronte ad estendersi dalla mattinata di domani al Canale di Sardegna e Canale di Sicilia e basso Tirreno.
Attenzione anche al medio-basso Tirreno, che da domani, a causa del “Fetch” esteso sull’intero bacino, rischia di divenire molto agitato (forza 6) fino a grosso (forza 7), con onde che supereranno i 5 metri di altezza che si propagheranno verso le coste della Campania e del Lazio meridionale.
Mareggiate di una certa intensità sono attese domani sulle coste occidentali sarde e sui litorali di Lazio, Campania, Campania, Basilicata e Calabria tirrenica, sulle coste della Sicilia occidentale e settentrionale, con l’irrompere di ondate ben formate e alte anche più di 5 metri, ma con “Run-Up” fino a 6 metri sul settore occidentale del basso Tirreno e sulla costa trapanese. Su alcuni tratti della costa campana, dal casertano al salernitano, si attendono danni anche ingenti, con interi tratti di costa che rischiano di essere cancellati.