Ci aspettano diverse ondate di calore fra luglio e agosto? Ecco l'ultima linea di tendenza del modello di Meteored
Ecco cosa ci aspetta in questi mesi estivi in base alle ultimissime elaborazioni dei nostri modelli matematici. Le incursioni sul Mediterraneo del torrido anticiclone subtropicale africano diverranno sempre più frequenti?
L’estate meteorologica è già partita da pochi giorni, ed in molti si domandano come si comporterà la bella stagione, nel corso dei prossimi mesi.
Prima di iniziare ad analizzare assieme la tendenza per la stagione estiva ricordiamo che le previsioni stagionali (da non confondere con le normali previsioni a breve scadenza che valgono fino a 72 ore), note come “linee di tendenza”, sono delle previsionali sperimentali e presentano un’enorme incertezza, anche quest’anno accentuata dalle discrepanze tra i modelli di riferimento.
Ma ora andiamo a vedere nel dettaglio cosa ci aspetterà in questa estate 2014, secondo le ultime linee di tendenza del modello di riferimento di Meteored.
Come sarà la seconda metà di giugno?
Nonostante le maggiori influenze dell’anticiclone africano, che dovrebbe garantire maggiori periodi di stabilità atmosferica, le regioni del Nord, in modo particolare tutta la fascia alpina e prealpina, si troveranno lungo la linea di confine fra masse d’aria estremamente diverse fra loro.
Lì dove l’aria calda africana interagisce con le più fresche correnti atlantiche si potranno creare situazioni favorevoli a nuovi episodi temporaleschi, anche di forte intensità, dato l’enorme carburante in gioco (aria calda e umida preesistente sopra valli e pianure).
Al Centro, al Sud e sulla Sicilia, invece, la maggiore persistenza dell’anticiclone africano, con periodi di tempo stabile e soleggiato più prolungati, favorirà un clima un po’ più caldo della norma, soprattutto tra Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia.
Fra luglio e agosto rischio periodi prolungati di caldo?
Secondo il modello ECMWF nel mese di luglio vedremo un aumento dei valori di pressione e di geopotenziale sul bacino del Mediterraneo, sia per la spinta zonale dell’anticiclone delle Azzorre verso l’Italia e la Grecia, che per la naturale dilatazione verso nord della calda circolazione subtropicale, facente capo alla cella di Hadley sull’area sahariana.
La spinta dell’anticiclone africano sul Mediterraneo aprirà a lunghi periodi di clima caldo, con lunghi periodi caratterizzati da totale assenza di piogge, soprattutto al meridione e su Sicilia e Sardegna. Ma lunghi fasi calde e secche (ossia senza piogge) sono attese in gran parte d’Europa, tra Portogallo, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Germania.
Nel mese di agosto si prevedono nuove spinte, verso l’area mediterranea, del torrido anticiclone africano, anche se non dovrebbero risultare persistenti per lunghi periodi, eccetto per le regioni meridionali, direttamente interessate.
L’aumento d’intensità dei monsoni avrà delle conseguenze sul Mediterraneo?
Sappiamo bene che durante il periodo estivo l’Italia viene interessata, spesso, dall’anticiclone sub-tropicale libico/algerino. Questo promontorio anticiclonico, attivo in quota, è prodotto niente meno che dalla subsidenza del monsone di Guinea. Episodi di invasione del Mediterraneo centrale da parte dell’anticiclone libico sono favoriti da fasi molto intense del monsone di Guinea.
Ecco perché un monsone di Guinea più intenso del previsto rischia di far sbucare il torrido anticiclone libico/algerino fino al Mediterraneo, apportando le tanto opprimenti ondate di calore che ogni estate vengono a farci visita.
Ma non sempre la presenza di un monsone particolarmente attivo, sia sull’oceano Indiano che sul Golfo di Guinea, si traduce in una maggiore espansione della Cella di Hadley sull’area del Mediterraneo, senza una circolazione atmosferica sull’area euro-atlantica che agevola le spinte verso latitudini settentrionali dell’anticiclone africano.
Ad esempio, in presenza di una circolazione zonale più intensa e bassa di latitudine del solito (per la climatologia tipica dell’estate boreale), con il passaggio di varie Onde di Rossby dal Nord America all’Europa, le influenze dell’anticiclone libico/algerino saranno minori, e riguarderanno esclusivamente le nostre regioni più meridionali.