Autunno 2022, rischio di eventi estremi in Italia? Ecco l'ultima tendenza
La parte iniziale dell'autunno sarà piuttosto calda, specie sulle regioni del centro-nord, ma sarà elevato il rischio di vedere eventi meteo estremi sulle aree costiere al passaggio della prima perturbazione atlantica.
Manca davvero pochissimo. Tra qualche giorno, il 1 settembre inizierà ufficialmente l’autunno meteorologico, la stagione che ci accompagnerà verso il lungo periodo invernale. Nonostante i tanti fenomeni temporaleschi, alcuni anche distruttivi, l’autunno in molte regioni d’Italia inizierà all’insegna di gravissime condizioni di siccità.
La penuria d’acqua si sente soprattutto sulle regioni centro-settentrionali, dove non piove in modo cospicuo e omogeneo da molti mesi. Eppure l’autunno, come sappiamo, specialmente nella seconda parte, può essere caratterizzato da eventi meteo estremi e da fenomeni di instabilità violenti, che sono sfociati purtroppo molto spesso in alluvioni e fenomeni franosi.
Questo sia per la violenza dei fenomeni, che avvengono dopo lunghe settimane di siccità e accumulo di enormi quantità di calore in atmosfera, sia per l'elevata urbanizzazione del territorio e per lo spopolamento delle aree montane e collinari degli ultimi decenni.
Alcune note climatiche sull'autunno
L'autunno (settembre, ottobre e novembre) è un periodo molto complesso dal punto di vista meteorologico e climatico. Le notti sono più lunghe, le temperature iniziano a calare, soprattutto in montagna e sulle pianure e aree interne del centro-nord.
Anche se a volte la prima parte della stagione può vedere un prolungamento di condizioni tipicamente estive, fino a ottobre inoltrato, con ondate di calore tardive, a seguito di temporanee rimonte dell’anticiclone africano.
Ma la pioggia è senza dubbio la caratteristica principale. In molte aree costiere l’autunno è la stagione più piovosa dell’anno, e quella dove si verificano i massimi apporti pluviometrici, a seguito di eventi meteorologici estremi, come nubifragi, alluvioni lampo, o precipitazioni di carattere torrenziale, apportate da profonde circolazioni depressionarie, di origine extratropicale o subtropicale (vedi “medicanes”).
Prima parte dell’autunno con temperature sopra media
Le previsioni meteorologiche, basate sul nostro modello, indicano che l’inizio della stagione autunnale sarà caratterizzato da temperature sopra le medie del periodo in buona parte dell’Italia. Ma in modo particolare sulle regioni del centro-nord, dove soprattutto il mese di settembre vedrà importanti anomalie termiche.
Sulle regioni settentrionali ci si aspetta a settembre una anomalia termica sui +1°C +1,5°C rispetto la tipica media climatica. Sulle regioni centrali e la Sardegna l’anomalia dovrebbe essere di circa +0,5°C +1,0°C, mentre all’estremo sud non sembrano esserci anomalie positive particolari da segnalare.
Da metà autunno, verso ottobre, le temperature dovrebbero normalizzarsi in tutto il Paese con l'avanzare dell'autunno. Solo sulle regioni meridionali le temperature potrebbero risultare più alte del solito per la stagione, mentre in novembre non sembrano esserci anomalie significative, almeno dal punto di vista termico.
Mare estremamente caldo in superficie, rischio eventi estremi sulle coste
Purtroppo lungo le zone costiere del nostro Paese sarà elevato il rischio di vedere fenomeni meteo estremi, visto anche la presenza di mari estremamente caldi in superficie, con valori vicino i +30°C.
Con l’ingresso delle prime saccature atlantiche e lo sviluppo di profonde ciclogenesi sul bacino del Mediterraneo si apre la stagione dei fenomeni meteorologici violenti. Come accade spesso in questi mesi, soprattutto fra il mar Ligure, il Tirreno e i mari che circondano la Sardegna e la Sicilia.
La formazione dei primi cicloni sul mar Ligure o sul mar di Corsica spesso produce una intensa ventilazione dai quadranti meridionali nei bassi strati, con formazione di “linee di confluenza” in mare che generano intensi “forcing” convettivi.
Le forti correnti ascensionali che si sviluppano al traverso di queste “linee di confluenza” venti, lungo il settore caldo pre-frontale, salendo alle alte quote vengono, a loro volta vengono spazzate dai fortissimi venti presenti nell’alta troposfera, collegati al passaggio di un ramo del “getto polare”.
Da qui si viene a creare una vasta area di “convezione inclinata” (slantwise convection), che favorisce la formazione di grossi sistemi convettivi a mesoscala che viaggiano allineati in sequenza entro il flusso meridionale.
Questi ultimi, raggiungendo le catene montuose, come l’Appennino Ligure, possono sostare per intere ore, se non addirittura giorni, sulle medesime aree, causando precipitazioni di carattere torrenziale.
Accumuli pluviometrici fino a 400 mm in 24 ore
I cumulativi di 200-400 mm in 24 ore non sono così insoliti, con conseguenti eventi alluvionali e inondazioni. Inoltre le ciclogenesi secondarie mediterranee spesso sono accompagnate da intensi venti meridionali nei bassi strati, mentre in quota prevalgono intensi flussi dai quadranti sud-occidentali o occidentali che enfatizzano lo “shear” del vento lungo l’intera colonna atmosferica, favorendo lo sviluppo di “supercelle” (soggetti convettivi dotati di una propria rotazione) e tornado.
Inoltre la presenza di acque molto calde in superficie contribuirà a fornire in atmosfera una maggior quantità di calore latente, e tanta umidità, pronta ad essere sfruttata come carburante per l’attività convettiva profonda (quella che interessa l’intera troposfera).
In questa stagione autunnale si potranno vedere tanti MCS (mesoscale convective system) capaci di apportare severe fasi di maltempo, con forti piogge e nubifragi piuttosto intensi, in grado di causare anche eventi alluvionali lampo, spesso enfatizzati dall’azione orografica, come accade spesso fra la Sardegna, la Liguria, l’alta Toscana, le coste campane, la Calabria, la Sicilia.
Sulle regioni settentrionali, invece, si rischia di avere un prolungamento della fase siccitosa che sta creando notevoli difficoltà in diverse regioni del nord. Per rivedere le prime abbondanti precipitazioni bisognerà aspettare, molto probabilmente, la parte finale della stagione autunnale, quando il flusso perturbato atlantico scivolerà ulteriormente di latitudine.