Sull'Artico si forma il vortice polare, quale impatto sull'inverno?

Col passare dei giorni e delle settimane la figura del vortice polare stratosferico approfondendosi ulteriormente andrà ad influenzare in modo sempre più diretto il tempo alle nostre latitudini.

Il vortice polare stratosferico ha una grande influenza sull'evoluzione della prossima stagione invernale

Con il progressivo raffreddamento della regione artica, indotto dalla sensibile riduzione delle ore di luce, torna a formarsi la figura del vortice polare troposferico sopra il mar Glaciale Artico.

Il cambio di circolazione sul mar Glaciale Artico comincia ad avvertirsi sul nord dell’Eurasia. Il progressivo indebolimento dell’insolazione diurna, che caratterizza l’inizio di settembre, sta favorendo l’avvento dei primi freddi stagionali sulle lande settentrionali siberiane, che si preparano all’arrivo della lunga e gelida stagione invernale.

Proprio in questi giorni il vortice polare troposferico è già attivo e nelle prossime settimane continuerà ad approfondirsi, in vista dell’avvio della stagione invernale 2022/2023.

L’evoluzione degli inverni fra il continente asiatico, l’Europa e il nord America dipende proprio dai comportamenti di questa importantissima figura barica.

Come nasce il vortice polare?

Molte scuole di meteorologia sinottica mitteleuropee e statunitensi ritengono che la formazione di questa figura ciclonica semi-permanente, sopra il Polo Nord, sia da attribuire al flusso zonale (le forti correnti occidentali) che scorrendo alle alte latitudini, intorno alla Terra, danno vita ad un vortice depressionario, con tanto di isobare chiuse, approssimativamente circolari e concentriche attorno al mar Glaciale Artico.

Trattandosi di una figura barica semi-permanente, nel corso dell’anno subisce dei periodici spostamenti che possono essere indotti da vari fattori, in sede troposferica, ma anche nella bassa stratosfera, come capita spesso nel cuore della stagione invernale.

Con i suoi periodici spostamenti su larga scala il vortice polare riesce ad influenzare l’andamento meteo/climatico sull’intero emisfero boreale, grazie all’interazione a distanza con gli anticicloni subtropicali, presenti alle basse latitudini.

Il raffreddamento dell’Artico

Con l'arrivo dell'autunno, le regioni artiche e polari iniziano a ricevere meno luce solare. Con meno energia solare, le temperature iniziano a scendere e il polo nord inizia a raffreddarsi.

Mentre la zona artica si raffredda in modo sensibile, più a sud, lungo la fascia temperata e alle latitudini sub-tropicali, l'atmosfera rimane ancora molto calda, ricevendo ancora luce ed energia dal sole.

Il raffreddamento delle regioni polari determina anche una diminuzione della pressione atmosferica, sia al suolo che in quota, fino alla stratosfera.

I grandi episodi di gelo e neve avvenuti in Europa e in Italia vengono influenzati dai comportamenti del vortice polare

La diminuzione della pressione atmosferica in sede artica provoca un infittimento del “gradiente barico orizzontale” (differenza di pressione) fra la fascia polare e quella sub-tropicale, enfatizzando lo sviluppo di una ampia circolazione depressionaria attorno il Polo Nord, che dagli strati più bassi della troposfera si estende fino alla stratosfera. Questa vasta depressione, a carattere freddo, altro non è che il vortice polare.

Vortice polare in approfondimento

Come abbiamo detto sopra, il raffreddamento sopra il polo nord è già iniziato. Il raffreddamento della stratosfera inizia prima, tipicamente in agosto e aumenta fortemente nei mesi di settembre e ottobre. La stratosfera raggiunge il suo periodo più freddo a novembre e dicembre, quando il vortice polare è solitamente più forte.

Attualmente le temperature stanno rapidamente scendendo, sia in stratosfera che troposfera, sopra il mar Glaciale Artico. Ciò sta favorendo lo sviluppo, sopra l’area artica, di un primo nucleo di aria molto fredda, che rappresenta il “core” del nuovo vortice polare stratosferico.

Il successivo raffreddamento di quest’ultimo agevolerà un ulteriore approfondimento della figura del vortice polare stratosferico e troposferico, con un conseguente infittimento del “gradiente barico orizzontale” (differenza di pressione) fra la fascia polare e quella sub-tropicale che produrrà una sensibile intensificazione della “corrente a getto polare”.

Proprio il rafforzamento della “corrente a getto polare”, che tende a scendere di latitudine, va a influenzare in modo pesante il tempo fra il nord America, l’Atlantico e l’Europa, alimentando lo sviluppo dei cicloni extratropicali (e gli annessi fronti) e dei promontori anticiclonici, che per giorni, settimane o mesi governano lo scenario meteorologico sul vecchio continente e in Italia.

Vortice polare piuttosto attivo a fine mese

Osservando le previsioni per la fine di settembre, si può notare che il vortice polare stratosferico sarà molto più sviluppato del solito, divenendo sempre più profondo, estendendosi su areali ancora più ampi.

Certo, ancora l’inverno è lontano, ma questa attività, piuttosto vivace, del vortice polare avrà delle ripercussioni, anche importanti, sull’evoluzione meteorologica alle nostre latitudini, con un abbassamento del flusso perturbato principale, fin sull’Europa centrale e il Mediterraneo. Aprendo la porta ad importanti fasi di maltempo, sia in Europa che sull’Italia.