A inizio marzo la discesa della corrente a getto potrebbe generare un ciclone esplosivo sul Mediterraneo
Ad inizio marzo l'unione fra il getto polare, in discesa dal Nord Atlantico, e il getto subtropicale in risalita dal Nord Africa, potrebbero favorire le condizioni ideali per la nascita di profondi cicloni sul Mediterraneo.
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L’Italia in questi giorni sta vivendo un periodo molto tranquillo dal punto di vista meteorologico, con un anticiclone dinamico che garantisce una certa stabilità. Ad eccezione delle estreme regioni meridionali, ancora influenzate da infiltrazioni di aria fresca da nord-est, che stanno causando ancora una residua instabilità.
Ma questo anticiclone già nel weekend comincerà ad essere eroso dalle correnti perturbate atlantiche, pronte ad intensificarsi nei prossimi giorni, a seguito dell’intensa ondata di freddo che sta per riversarsi sul Nord America, come abbiamo già visto in questo articolo.
L’anticiclone mostra i primi segnali di indebolimento al Nord
Durante il prossimo fine settimana un sistema frontale atlantico proverà a fare breccia all’interno dell’anticiclone, indebolendolo nella sua parte più settentrionale.
Ciò comporterà un aumento della nuvolosità sulle regioni settentrionali, e lungo le coste dell’alto Tirreno, dove fra sabato e domenica non si potranno escludere delle locali piogge.
Ma l’alta pressione riuscirà a tenere bene sul resto del Paese, con prevalenza di cieli poco nuvolosi, a tratti parzialmente nuvolosi.
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Solo lungo l’area del basso Adriatico e Canale d’Otranto si potrà vedere un po’ di nuvolosità, indotta dall’afflusso in quota di aria più fredda in scivolamento dai vicini Balcani. Ma scarso o quasi nullo il rischio di piogge.
Solo lungo le coste del basso versante Adriatico e su parte dell’area ionica, domenica si potrà osservare qualche annuvolamento, indotto dall’avvezione fredda che scivolando verso la Grecia e l’Egeo sfiorerà l’Italia. Peraltro in queste aree i termometri, fra sabato e domenica, subiranno un lieve calo.
A fine febbraio potrebbe tornare il maltempo
Il regime anticiclonico sull’Italia dovrebbe proseguire almeno fino all’inizio della prossima settimana, quando una estesa e più organizzata saccatura atlantica raggiungerà il Mediterraneo, erodendo, quasi del tutto, la campana anticiclonica.
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Ciò comporterà l’ingresso diretto, sul Mediterraneo, delle perturbazioni atlantiche, che a più riprese potrebbero interessare pure il nostro Paese, portando ondate di maltempo, maggiormente probabili sulle regioni tirreniche, le più esposte a questo tipo di peggioramenti.
Rischio ciclogenesi esplosiva per l’inizio di marzo?
Alcune corse modellistiche delle ultime ore, inoltre, ipotizzano che per l’inizio del mese di marzo sul basso Mediterraneo si possa sviluppare una profonda circolazione depressionaria, con caratteristiche esplosive, capace di determinare un’ondata di forte maltempo fra le due Isole Maggiori e l’estremo Sud, con venti forti, piogge intense e mareggiate.
La discesa di un ramo del “getto polare”, in uscita dal bordo orientale del robusto promontorio anticiclonico delle Azzorre, posizionato con i propri massimi sull’Atlantico portoghese, verso la Tunisia e l’Algeria, potrebbe favorire l'innesco di ciclogenesi profonde sui mari vicino il Sud Italia.
Difatti quest'ultimo, interagendo con il “getto subtropicale”, potrebbe favorire l’ambiente idoneo per lo sviluppo di ciclogenesi cattive, grazie al notevole contributo di vorticità positiva trasportata.
La forza centrifuga sarà tale da favorire anche lo sviluppo di cicloni molto profondi, con caratteristiche rapide, come abbiamo visto più volte quest’anno sull’Atlantico. Questa tipologia di cicloni si può formare pure sul nostro Mediterraneo, anche se sono più rari e meno intensi rispetto a quelli che vengono studiati dalla letteratura scientifica in pieno oceano.