C'è un gigantesco vulcano sottomarino nel Mar Mediterraneo
Il vulcano sottomarino Marsili è il più grande d'Europa e del Mediterraneo. La sua area sommitale si trova a circa 500 metri di profondità. Cosa succederebbe in caso di eruzione? C'è il rischio di uno tsunami? Ecco alcune curiosità e informazioni.
C'è un vulcano gigante nel cuore del Mediterraneo, di cui si torna a parlare periodicamente in Italia. L'ultima volta in occasione della mega-eruzione dell'Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, presso il Regno di Tonga. Stiamo parlando del Marsili, il vulcano sommerso più grande d’Europa e del Mediterraneo. Si trova nel Mar Tirreno, tra Palermo e Napoli, circa 80 chilometri a nord dell'area dove si trovano le Isole Eolie, l'arcipelago dello Stromboli e di Vulcano. La base di questo enorme edificio vulcanico si trova sui fondali del profondo mar Tirreno, nella piana batiale tirrenica ad una profondità di circa 3400 metri, mentre la sua parte sommitale si trova a circa 500 metri dalla superficie marina.
Se il vulcano fosse emerso e si trovasse al livello del mare, sfiorerebbe quindi i tremila metri di altezza. Ha una struttura allungata che misura circa 70 km in lunghezza e 30 in larghezza, su un’area di circa 2.100 km quadrati, ed è punteggiato da più di 80 centri eruttivi minori. Questo gigante sottomarino non si trova da solo: nel Tirreno ci sono altri grandi vulcani sottomarini, ancora poco studiati: tra questi il Vavilov, il Magnaghi, Palinuro.
Un vulcano attivo
Il Marsili è un vulcano molto antico ma ancora attivo, che si aggiunge quindi alla lista dei vulcani attivi presenti in Italia, come l'Etna, il Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano, Lipari. Le prime eruzioni risalgono a 1 milione di anni fa e le ultime sarebbero avvenute in epoca storica, tra 7000 e 2000 anni fa. Si sa ancora poco su questo vulcano, perché la sua posizione nelle profondità del Tirreno rende molto complicate le campagne di studio. Negli ultimi anni sono emersi però nuovi studi che hanno acceso grande interesse tra il pubblico e gli appassionati.
Cosa succederebbe in caso di eruzione?
La profondità a cui si trova questo vulcano rende difficile l'installazione di un sistema di monitoraggio sottomarino, che permetterebbe di capire molte cose sulla sua attività. Si sa ancora poco anche sul suo livello di esplosività. I vulcanologi però, indicano come poco probabile che una eruzione esplosiva possa avere effetti diretti sulle coste vicine, generando uno tsunami. La grande differenza con la recente eruzione del vulcano del Pacifico, è che questa è avvenuta a una profondità molto ridotta.
Il cratere del Marsili si trova invece a 500 metri di profondità, ed il peso enorme della colonna d'acqua impedirebbe conseguenze come quella che si è vista il 15 gennaio 2022. In caso di eruzione sottomarina, secondo l'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), "l’unico segno in superficie sarebbe l’acqua che bolle legata al degassamento e galleggiamento di materiale vulcanico (pomici) che rimarrebbe in sospensione per alcune settimane (come accadde per l’eruzione del 10 ottobre 2011 al largo dell’isola di El Hierro alle Canarie)". "Il rischio associato a possibili eruzioni sottomarine è quindi estremamente basso - indica ancora l'INGV - e un’eruzione a profondità maggiore di 500 metri comporterebbe probabilmente soltanto una deviazione temporanea delle rotte navali".
Il rischio di uno tsunami nel Mediterraneo
Secondo i vulcanologi, un'eruzione del Marsili non sarebbe in grado di generare uno tsunami in modo diretto: onde di tsunami potrebbero però essere generate dal collasso di una parte dell'edificio vulcanico. In sostanza, non è da escludere la possibilità di una enorme frana sottomarina durante l'attività vulcanica. Le frane sottomarine sono infatti in grado di generare onde di tsunami. Secondo l'INGV "l'evenienza che settori del vulcano possano destabilizzarsi e franare in caso di deformazioni indotte dalla risalita di significative quantità di magma, non può essere esclusa a priori”. Allo stesso tempo però, non ci sono evidenze che questo sia avvenuto in passato.
Come sempre bisogna ragionare in termini di probabilità, e con i dati in possesso attualmente sembra piuttosto improbabile un evento del genere. Per una valutazione della stabilità del Marsili bisognerebbe però avere a disposizione più dati su questo vulcano sommerso. "Tale valutazione - scriveva l'INGV in un articolo del 2015 - è scientificamente importante e socialmente doverosa in termini di stima della pericolosità potenziale da tsunami". Ancora una volta la ricerca scientifica ci permetterà di gettare nuova luce su quello che non conosciamo, ed affinare le nostre conoscenze, compresa la conoscenza del rischio.