Valanghe: cosa sono e come proteggersi
Tanta neve invoglia alle escursioni, ma oltre alle norme Covid occorre fare attenzione al pericolo valanghe. Ecco una breve introduzione ai rischi della tanta neve.
Le grandi nevicate con accumuli straordinari di neve sulle Alpi e sull’Appennino hanno riportato all’attenzione il problema valanghe. La montagna è bella, e la tanta neve invoglia a svolgere attività sportive sulla neve, anche in territori incontaminati. E’ necessario conoscere l’ambiente che si affronta e i pericoli tipici degli ambienti di alta montagna.
Talvolta poi le valanghe interessano anche attività e insediamenti umani, gli impianti di risalita e i rifugi d’alta e anche vie di comunicazione e insediamenti abitati.
Cosa sono e come si formano le valanghe
Una valanga è una massa di neve che si stacca dalla sommità di un monte o da un pendio, scivolando a valle, ingrossandosi di dimensione e acquistando velocità con la caduta. Nel suo moto, trascina o distrugge ciò che incontra. Slavina, dal latino lavina è una massa di neve che scivola a valle. Valanga e slavina di fatto sono sinonimi, e hanno lo stesso significato.
La formazione e l’innesco di una valanga dipendono anzitutto dalla struttura del manto nevoso, dagli strati di cui è formato, dalla forma e metamorfosi dei fiocchi di neve e da altri complessi fattori. Importante poi la morfologia e pendenza del pendio nonché la presenza o meno di alberi e bosco.
L’innesco della valanga può essere spontaneo, cioè avvenire naturalmente, o provocato, come nel caso di passaggio di un escursionista o sciatore, o di un gruppo, lungo il pendio.
Tipi di valanga
Le valanghe non sono tutte uguali, ne esistono diversi tipi, in relazione alla modalità di distacco e di scivolamento a valle. Le valanghe a lastroni si formano quando uno strato compatto di neve appoggia su uno strato più debole e si innescano spesso per un sovraccarico, come il passaggio di sciatori o escursionisti, su pendii di inclinazione pari o superiore a 30°. Hanno dimensione da qualche decina di metri a 150-200 m, possono avvenire sia con neve asciutta o gelata che bagnata, anche molti giorni dopo una nevicata. Sono la principale causa di incidenti di montagna per alpinisti e escursionisti.
Le valanghe di neve a debole coesione si estendono da un punto di distacco verso il basso. La neve c scivola a valle trascinando con sé sempre più neve. Spesso avvengono durante o subito dopo una nevicata, oppure in caso di forte rialzo termico.
Le valanghe di scivolamento, apparentemente simili a quelle a lastroni, avvengono quando si stacca l’intero manto nevoso, scivolando sul terreno e portandosi a valle. Tipiche di abbondanti nevicate su terreni erbosi, sono uno dei problemi maggiori per le vie di comunicazione.
Le valanghe nubiformi sono fra le più pericolose. Interessano notevoli dislivelli e grandi quantità di neve, che scendendo si mischia con l’aria formando una nuvola di polvere. Possono raggiungere velocità di 300 km/h e causare gravi danni. Sono tipiche di pericolo di valanghe forte o molto forte.
Infine, le valanghe di neve bagnata avvengono in presenza di forti aumenti di temperatura e con neve appunto umida e pesante. Tipiche della primavera o di nevicate abbondanti con temperature non rigide e seguite da rialzo termico.
I bollettini nivo-meteorologici e la scala di pericolo
In Italia in inverno i servizi nivo-meteorologici regionali, coordinati da AINEVA, e il servizio Meteomont dei Carabinieri Forestali emettono appositi bollettini sulle condizioni nivo meteo con dettagli sul rischio di valanghe.
Sono basati su rilievi meticolosi effettuati sezionando il manto nevoso, misurando con strumenti il mando nevoso e osservando con lente di ingrandimento la struttura dei cristalli di neve.
Il pericolo di valanghe è indicato con un numero e una scala colorimetrica dal verde per 1 debole, giallo per 2 moderato, arancione 3 marcato, rosso 4 forte e forte/nero 5 molto forte.
Prima di intraprendere escursioni in montagna in inverno è importante consultare il bollettino nivometeo, valutarlo con calma e prendere le decisioni sull’attività e sul percorso anche in base alla propria capacità e preparazione.
Come proteggersi
Per le escursioni nel cosiddetto ambito non controllato di alta montagna è opportuno di dotarsi di presidi di protezioni quali materiale da autosoccorso e il dispositivo ARTVA, un dispositivo elettronico in grado di rintracciare e segnalare ai soccorritori il disperso in valanga. Il materiale comprende apposite sonde da valanga e una pala pieghevole. Negli ultimi anni poi si sono diffusi sistemi di galleggiamento tramite dispositivi di air bag da zaino.
Fondamentale imparare preventivamente con corsi di formazione l’uso di queste attrezzature.
Ricordatevi infine che rinunciare anche in corso di escursione se le condizioni si rivelano peggiori di quanto ci si aspettava non è una resa ma un segno di saggezza.